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Come convertire il premio di risultato in welfare aziendale
Ad oggi, numerosi sono gli incentivi legati alla contribuzione e vari servizi offerti ai dipendenti che non costituiscono reddito da lavoro dipendente e sono deducibili dal reddito d’impresa, tra questi, può esserci anche il premio di risultato. Costituito generalmente per incentivare l’aumento della produttività, il premio di risultato può ora essere convertito in welfare aziendale. In questo articolo, esamineremo cosa sia il premio di risultato, come sia possibile convertirlo in welfare aziendale, quali siano i limiti e le regole da rispettare e quali siano le implicazioni fiscali di questa scelta.
- Che cos’è il premio di risultato
- Convertire il premio di risultato in welfare aziendale: è possibile?
- Quali sono i limiti di conversione del premio di risultato in welfare
- Tassazione del premio di risultato convertito in welfare
- Come si converte il premio di risultato in welfare aziendale?
- Vantaggi per aziende e dipendenti
Che cos’è il premio di risultato
Il premio di risultato, spesso chiamato anche premio di produttività, è una forma di retribuzione variabile che i dipendenti ricevono al raggiungimento di determinati obiettivi aziendali. Questi obiettivi possono variare dall’incremento del fatturato alla riduzione dei costi operativi, fino al miglioramento della qualità del prodotto o del servizio fornito dall’azienda.
Per usufruire del premio di risultato agevolato, vi deve essere un accordo territoriale o di 2⁰ livello con le parti sindacali che preveda espressamente la possibilità di usufruirne per la totalità dei lavoratori.
Il lavoratore può scegliere se ricevere il premio in busta paga. Le modifiche più recenti alla legge di bilancio che regola il premio di risultato e il welfare aziendale sono avvenute nel 2023 e poi revisionate per l’anno 2024. Per questi anni, l’imposta sostitutiva sull’IRPEF e sulle addizionali regionali e comunali per i premi di risultato è stata ridotta al 5%. Quest’aliquota agevolata può essere applicata su un importo massimo di 3.000 euro annui per i lavoratori dipendenti il cui stipendio non superi gli 80.000 euro, oltre la soglia del quale non è possibile accedere a questi vantaggi fiscali. Questi limiti si applicano ai premi di risultato erogati in base a obiettivi specifici e verificabili, come stabilito dagli accordi collettivi aziendali o territoriali.
Come poi chiarito dall’Agenzia delle Entrate, quest’agevolazione è applicabile anche nel caso in cui l’anno precedente non si sia percepito alcun reddito da lavoro dipendente o se il limite di 80.000 euro sia stato superato a causa di redditi diversi da quelli da lavoro dipendente.
Va tuttavia segnalato che, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella Risposta 59/2024, i premi di produttività possono beneficiare dell’imposta sostitutiva del 5% solo se:
- almeno uno degli obiettivi di produttività, redditività, qualità, efficienza o innovazione deve aumentare in un periodo adeguato
- l’incremento deve essere verificabile tramite indicatori numerici stabiliti dalla contrattazione collettiva
- anche se non necessariamente legato a un risultato incrementale, il valore raggiunto deve essere superiore a quello dell’anno precedente.
Convertire il premio di risultato in welfare aziendale: è possibile?
Come abbiamo visto, il premio di risultato è soggetto a tassazione, anche se agevolata. Tuttavia è possibile ricevere il premio spettante in forma totalmente esentasse. Come? Attraverso la conversione dello stesso in welfare aziendale, una pratica che sta diventando sempre più diffusa nelle aziende italiane, grazie anche agli incentivi fiscali previsti dalla normativa vigente. Questa conversione non è obbligatoria e può solamente essere effettuata qualora espressamente indicato all’interno dell’accordo negoziale. In questo caso, i dipendenti solitamente nel momento di erogazione del premio, possono decidere se ricevere il premio di risultato in denaro o in servizi di welfare.
Questo consente loro di usufruire di una serie di flexible o fringe benefit tra cui un’assistenza sanitaria integrativa, servizi di formazione o sussidi per l’istruzione dei figli a carico, buoni pasto, buoni carburante, servizi di previdenza complementare e molte altre aree legate al benessere personale e familiare.
Ma quali sono i vantaggi della conversione del premio di risultato in welfare? Uno dei principali è la totale esenzione fiscale e contributiva, che permette al lavoratore di ottenere un valore netto maggiore rispetto alla liquidazione del premio in denaro.
Quali sono i limiti di conversione del premio di risultato in welfare
È bene ricordare che la conversione del premio di risultato in welfare aziendale è soggetta a una serie di limiti e condizioni che è importante conoscere per poter sfruttare al meglio questa opportunità. In particolare, questi limiti riguardano principalmente l’importo massimo del premio che può essere convertito in welfare e le tipologie di servizi welfare ammissibili.
Importo massimo
Il dipendente può scegliere di convertire una parte o tutto l’importo di premio risultato in welfare aziendale, mentre la parte eccedente sarà soggetta a tassazione, qualora sia erogata in denaro. È fondamentale per i dipendenti e le aziende monitorare attentamente gli importi erogati e valutare la convenienza della conversione.
Tipologie di servizi welfare
Un altro aspetto importante da tenere in considerazione è che non tutte le tipologie di welfare aziendale possono essere coperte dalla conversione del premio di risultato. La legge prevede che i servizi welfare debbano rientrare in specifiche categorie previste dall’art. 51 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi). Tra questi servizi, i più comuni sono:
- Assistenza sanitaria integrativa
- Contributi per la previdenza complementare
- Spese scolastiche e formazione
- Servizi di assistenza per familiari anziani o non autosufficienti
Tassazione del premio di risultato convertito in welfare
Come specificato in precedenza, la conversione del premio di risultato in welfare aziendale è soggetta a un trattamento fiscale agevolato. Infatti, i premi convertiti in servizi di welfare sono esenti sia dall’IRPEF che dai contributi previdenziali. Di conseguenza, l’intero importo del premio convertito può essere utilizzato per accedere ai servizi, senza subire le riduzioni dovute alla tassazione sui redditi da lavoro dipendente.
Esenzione fiscale
L’esenzione fiscale offre un notevole beneficio ai dipendenti, permettendo loro di ottenere un valore netto superiore rispetto alla liquidazione del premio in denaro. Ad esempio, un premio di 1.000 euro convertito in welfare aziendale mantiene il suo valore di 1.000 euro, mentre lo stesso premio liquidato in denaro verrebbe ridotto a causa delle aliquote IRPEF e dei contributi previdenziali applicabili.
Non imponibilità contributiva
Oltre all’esenzione fiscale, la conversione del premio di risultato in welfare comporta anche la non imponibilità contributiva sia per l’azienda che per il lavoratore dipendente. Questo significa che né il dipendente né l’azienda dovranno versare contributi previdenziali sull’importo del premio convertito. Questo aspetto rende la conversione in welfare particolarmente vantaggiosa, soprattutto per le aziende, che possono ridurre il costo del lavoro senza penalizzare i dipendenti.
Come si converte il premio di risultato in welfare aziendale?
Il processo di conversione del premio di risultato in welfare aziendale può variare a seconda delle procedure stabilite dall’azienda, ma generalmente segue alcune fasi comuni. Prendiamo come esempio il caso di Luca, che ha diritto a un premio di risultato pari a 2800 euro per l’anno 2024.
- Comunicazione della scelta
Luca ha deciso di convertire parte del suo premio di risultato in welfare e pertanto deve prontamente comunicare la scelta al datore di lavoro; l’azienda in cui Luca lavora ha stabilito che la scelta deve essere presa entro il 31 marzo 2024 e ha messo a disposizione una piattaforma online dove è possibile gestire i servizi di welfare erogati. Luca non dovrà pertanto compilare alcun modulo di richiesta, ma gli basterà accedere alla piattaforma e comunicare la sua scelta direttamente lì.
- Assegnazione e utilizzo del welfare
Luca sceglie di convertire 1.000 euro del premio di risultato che gli spetta in welfare. Una volta che Luca ha espresso la volontà di convertire il premio di risultato in welfare, l’azienda gli assegna l’importo totale di 1.000 euro in crediti welfare.
Vantaggi per aziende e dipendenti
La possibilità di convertire il premio di risultato in welfare aziendale offre numerosi vantaggi sia per i dipendenti che per le aziende. Nel caso di Luca, la scelta di convertire il premio di risultato gli permette di ottenere un valore netto (e quindi un potere d’acquisto) maggiore, grazie all’esenzione fiscale e contributiva.
Per l’azienda di Luca, offrire servizi di welfare aziendale rappresenta uno strumento di fidelizzazione e motivazione dei dipendenti, che può contribuire a migliorare il clima aziendale e la produttività. Inoltre, la riduzione del costo del lavoro derivante dalla non imponibilità contributiva rende questa opzione conveniente anche dal punto di vista economico.
In definitiva, la conversione del premio di risultato in welfare aziendale offre un’importante opportunità per migliorare la qualità della vita dei dipendenti e ottimizzare il valore delle retribuzioni variabili. È essenziale, tuttavia, che le aziende informino adeguatamente i propri dipendenti sulla possibilità e le modalità di conversione e sui vantaggi fiscali associati, affinché possano fare una scelta consapevole e vantaggiosa.