Una semplice scelta che porta con sé tanti vantaggi per le aziende e i loro dipendenti.
Buoni Pasto
Per un break sotto una nuova luce
Buoni Pasto
Agosto 31, 2009
Buoni Pasto
Liberi professionisti e buoni pasto, binomio possibile e conveniente
Siete liberi professionisti e volete recuperare le spese del pranzo? Mai pensato ai buoni pasto? Sono una soluzione comoda e efficace. Vediamo perchè.
Negli ultimi mesi è stato fatto un po' d'ordine nella normativa che estende una volta per tutte l'utilizzo dei buoni pasto per coloro che non hanno dipendenti, mentre prima ciò era possibile solo per interpretazione della norma.
In particolare è l'Agenzia delle entrate, con la Circolare n. 6/E del 3 marzo 2009 a specificare che "la deducibilità ai fini delle imposte sui redditi dei buoni pasto ascquistati dai lavoratori autonomi/professionisti può ritenersi posibile, collegandosi l'acquisto in questione principalmente alla dimostrazione dell'inerenza della spesa stessa allo svolgimento dell'attività, alla stregua delle ordinarie spese sostenute per il vitto".
In buona sostanza, il libero professionista può acquistare buoni pasto di qualsiasi valore e spenderli in uno degli esercizi convenzionati con la società emittente. Possono essere spesi in bar, pizzerie, mense, ristoranti e nelle gastronomie dei supermercati, risultando molto utili soprattutto quando non è agevole ottenere la fattura (per importi troppo piccoli o perchè si tratta di gastronomie, ecc.).
Il vantaggio per liberi professionisti consiste anche nella praticità di avere poche fatture (ad ogni acquisto di buoni ne corrisponde una) e di poter gestire la contabilità con maggior facilità.
Non ci sono limitazioni per quanto riguarda il valore dei buoni pasto da scegliere. Se per i dipendenti è prevista l'agevolazione contributiva dell'esenzione dagli oneri fiscali fino ad un valore di €5.29 quotidiani, ciò non è applicabile nel caso di liberi professionisti, per i quali, non essendo presente busta paga, non sono previste in qualunque caso trattenute previdenziali legate al buono pasto. Si può optare dunque per il valore più congeniale rispetto alle singole esigenze specifiche lavorative. Ciò significa che se l'utilizzatore intende spendere il buono pasto per fare colazione sceglierà un taglio non troppo elevato, mentre per i pranzi nei ristoranti sarà opportuno un valore più alto per coprire la spesa.
L'unico onere che grava sul buono pasto per liberi professionisti/lavoratori autonomi è l'Iva al 10%, ma c'è da segnalare che dal settembre 2008 essa è interamente detraibile, mentre la fattura relativa è deducibile dal reddito imponibile secondo le specifiche dettate dalla legge alla voce Spese di rappresentanza.
Insomma, in vista dell’ultima parte dell’anno i buoni pasto possono essere un aiuto concreto e una soluzione per i liberi professionisti e i lavoratori autonomi che hanno specifiche esigenze quotidiane. Ovviamente siamo a disposizione qui sul blog per ulteriori richieste, e ricordiamo che la Day Ristoservice Spa offre la possibilità di acquistare buoni pasto in modo semplice e veloce attraverso il sito Dayshop, il “negozio virtuale” che permette di pagare in modo sicuro con carta di credito o bonifico bancario.
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Marzo 27, 2009
Buoni Pasto
Buoni pasto a 5 euro? Non ci stiamo più.
Il valore medio di un buono pasto (intorno ai 5 euro) non è più sufficiente per un vero pranzo: quasi sempre, un ticket basta appena per un panino e una bottiglietta d’acqua* (se va bene, ci entra anche un caffè). Questo lo sappiamo tutti. Ma non tutti sanno il perché.
La quota defiscalizzata del buono pasto è stabilita per legge: in Italia è ferma a 5,29 euro. Da dodici anni. Oltre questa cifra il buono non è più considerato un “servizio sostitutivo di mensa”, quindi scattano tasse e contributi per azienda e dipendenti. Da notare che il valore esentasse in Spagna è di 9 euro, in Francia di 7 euro, in Portogallo di 6,70 euro.
Un problema per i lavoratori, per i ristoratori e per le aziende, soprattutto in tempo di crisi. Ma possiamo fare qualcosa.
Facciamo sapere che “non ci stiamo più”.
Lascia un commento a questo post. Chiedi anche tu un buono pasto di livello europeo.
Puoi dire quello che pensi, raccontare la tua esperienza personale o lasciare un semplice “ok”. L’importante è affermare che un buono pasto più “ampio” è una concreta esigenza quotidiana. Per tutti.
Aiutaci a diffondere questa campagna: spediscila via e-mail, stampala, linka questa pagina. Più saremo, più spazio avrà la nostra voce.
*Fonte Federconsumatori, settembre 2008
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Marzo 09, 2009
Buoni Pasto
Buoni pasto convenienti: IVA detraibile al 100%
Sei capitato su questo blog per caso, cercando soluzioni per risparmiare? Sei titolare di un'azienda con dei dipendenti e vorresti farli contenti senza svenarti?
La soluzione "buono pasto" può fare per te, consentendoti di dare un benefit ai lavoratori e contemporaneamente risparmiando.
I buoni pasto convengono alle aziende per diversi motivi. Oggi parliamo dell'IVA.
L'Iva a norma di legge è agevolata al 4% per lavoratori con contratto a tempo indeterminato, determinato, contratti a progetto, part-time. Per tutti i lavoratori a busta paga, insomma!
Dal 1° settembre 2008 l'Iva relativa ai tickets acquistati per dipendenti è detraibile al 100% e dunque non pesa più in alcun modo sulla fattura relativa al Servizio sostitutivo di mensa. Un ulteriore risparmio per chi cerca soluzioni vantaggiose per la propria attività.
I riferimenti alla detrazione dell’IVA sono riscontarbili all'articolo 83, comma 28 bis del decreto legge 112/2008.
Per dare un'occhiata ad articoli "tecnici" relativi alla questione si può fare una capatina sul sito della Day.
Novembre 10, 2008
Buoni Pasto
FITNESS IN PAUSA PRANZO
Sono sempre più numerosi i ginnasti del mezzogiorno, soggetti che preferiscono dedicare la pausa pranzo alla palestra, al nuoto o alla corsa all’aria aperta, piuttosto che sedersi al ristorante davanti ad un bel piatto di pasta.
E’ un hobby trasversale che accomuna liberi professionisti, manager cinquantenni e giovani impiegati e la schiera degli sportivi di questa fascia oraria è in sensibile aumento, soprattutto al nord. Questo probabilmente dipende dal fatto che i ritmi di lavoro sono più frenetici, si ha sempre meno tempo a disposizione da dedicare a se stessi e al proprio benessere, ma anche e soprattutto per contrastare il grigiore delle giornate : un’ora di attività fa rilasciare le endorfine, ossia le ghiandole del buonumore.
E’ scientificamente provato, inoltre, che i muscoli in movimento favoriscano oltre al rilascio delle endorfine anche quello della serotonina, altra responsabile dell’euforia.
Dopo una mattinata di lavoro si scarica la tensione producendo queste sostanze che fanno riprendere le attività con una carica maggiore e soprattutto positiva.
Ma è davvero salutare dedicare la pausa pranzo allo sport o ossono crearsi degli squilibri nell’organismo?
Una regolare attività fisica è sempre benefica, l’importante è che sia completata da un pasto corretto, adatto a reintegrare le sostanze disperse con la sudorazione e per chi pratica questa attività in pausa pranzo, è richiesta una particolare attenzione in quanto gli orari dei tre pasti principali vanno riorganizzati, a seconda della tipologia di sport scelto.
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Ottobre 22, 2008
Buoni Pasto
Buono pasto, a chi conviene? 1: alle aziende.
Pubblichiamo alcuni post sui vantaggi e il funzionalemento dei buoni pasto, da diversi punti i vista. Cominciamo dalle aziende. Cioè da chi i buoni pasto li acquista.
Già, le aziende acquistano i “ticket” dalle società emettitrici per il loro personale. Ma perché? Non farebbero prima a dare ai lavoratori dei soldi in più nella busta paga? Perché con i buoni pasto le aziende risparmiano fino all’84%! Il buono pasto è considerato per legge un “servizio sostitutivo di mensa” e come tale è esente (fino a 5,29 euro per buono) da tutte le tasse, i contributi, le rate di tredicesima, quattordicesima, ferie e TFR che gravano sul reddito da lavoro dipendente. In più i buoni sono completamente detraibili, IVA compresa. Qui trovate i dettagli.
In pratica: per dare 5,29 euro a un dipendente come indennità di mensa in busta paga, un’impresa ne spenderebbe in realtà 9,98. Con i ticket ne spende 5,29, che possono diventare anche meno grazie alle convenzioni, e in più detrae la spesa. Per di più, offre ai dipendenti un servizio di solito molto apprezzato. Perché? Per motivi “paralleli”. Che vedremo nel prossimo post.