Welfare Aziendale

Tanti servizi su misura adatti a tutti gli stili di vita dei dipendenti. Salute, famiglia, previdenza , trasporto, tempo libero e acquisti.

FLEXIBLE BENEFIT: COSA SONO E COME FUNZIONANO
Maggio 20, 2024
Welfare Aziendale

Flexible benefits: cosa sono e come funzionano

Oggi sempre più aziende sviluppano piani di welfare aziendale che prevedono di offrire ai dipendenti beni e servizi di varia natura. Scopri cosa sono i flexible benefit e perché sono vantaggiosi per aziende e lavoratori. Negli ultimi anni è aumentato il numero delle imprese attente ai bisogni dei propri dipendenti e che decidono di rispondere a queste necessità con l’erogazione di beni e servizi per rendere più facile la loro vita lavorativa e familiare. In questa guida troverai tutto ciò che vuoi sapere sui flexible benefit, cosa sono, come funzionano e quali sono le novità 2024 che li riguardano. Cosa sono i flexible benefit? Esempi di flexible benefit Erogazione dei flexible benefit Quali sono i vantaggi? La tassazione dei flexible benefit Differenza tra flexible benefit e fringe benefit Esempi di tassazione dei flexible benefit per il 2024   Cosa sono i flexible benefit? Sono sempre di più le aziende attente al benessere dei propri dipendenti che decidono di attuare dei piani di welfare aziendale per migliorare il cosiddetto “work-life balance”. I flexible benefit sono uno dei punti cardine di questi piani di welfare aziendale. Si tratta, infatti, di un ventaglio piuttosto ampio di beni e servizi che i datori di lavoro mettono a disposizione dei propri dipendenti. Oltre a migliorare e rendere più serena la vita dei lavoratori che possono usufruirne, i flexible benefit hanno anche il vantaggio di ridurre il cuneo fiscale, in quanto sono totalmente esclusi dall’imposizione di carichi contributivi e fiscali. Proprio tale vantaggio fa sì che molte persone scelgano di convertire in flexible benefit il proprio premio di risultato. Perché un lavoratore dipendente abbia diritto a ricevere queste agevolazioni, l’erogazione dei benefit deve essere prevista dal CCNL di riferimento, oppure essere frutto di un accordo stipulato con le rappresentanze sindacali. A volte, sono le stesse imprese a prendere l’iniziativa di predisporre dei piani di welfare che comprendono anche i flexible benefit. Esempi di flexible benefit La categoria dei flexible benefit comprende un ventaglio piuttosto ampio di beni e servizi, che le aziende mettono a disposizione dei propri dipendenti per migliorare l’equilibrio vita-lavoro.   Tra i flexible benefit più diffusi ci sono: servizi complementari di assistenza sanitaria; servizio di mensa aziendale; piani di previdenza complementare; servizi dei settori benessere, cultura e salute (palestre, cinema e teatri); buoni per lo shopping e buoni carburante; corsi di lingua; rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale; somme o rimborsi erogati per l’accesso ai servizi di istruzione (anche asili nido e scuole materne) da parte dei familiari dei dipendenti, compreso il servizio di mensa e i servizi extrascolastici, come centri estivi e invernali; borse di studio per i familiari; somme o prestazioni erogati per l’accesso ai servizi di cura e assistenza agli anziani o ai familiari non autosufficienti; servizi di babysitteraggio. Modalità di erogazione Quando un’azienda decide di erogare i flexible benefit ai suoi dipendenti ha a disposizione diverse soluzioni. La prima prevede che, dopo aver individuato i beni e servizi di maggiore utilità per i propri collaboratori, l’azienda crei un “paniere” o “carrello della spesa”, che comprende tutti i benefit di cui possono usufruire, e metta a loro disposizione un budget prestabilito da investire in uno o più dei benefit offerti. A questo carrello della spesa possono avere accesso anche i lavoratori che decidono di convertire il premio di produzione in servizi di welfare aziendale. Un’altra modalità a cui ricorrono molte delle aziende che mettono a disposizione dei dipendenti i flexible benefit è quella di fare ricorso a una vera e propria piattaforma di welfare, come ad esempio Day Welfare. Solitamente, le piattaforme di welfare consentono di progettare e gestire in maniera ottimale i piani di welfare, anche grazie ad accordi e convenzioni stipulati con aziende che si occupano di servizi alla persona, e con marchi commerciali famosi ed affidabili. In più, le imprese che si affidano a una piattaforma di welfare, hanno la garanzia di mettere a disposizione dei propri collaboratori servizi sempre aggiornati e in linea con le loro esigenze. Quali sono i vantaggi? I flexible benefit sono preziosi strumenti che, se pianificati in maniera corretta, rappresentano una vera e propria opportunità di crescita sia per i lavoratori, sia per le aziende. I lavoratori traggono beneficio dalla fruizione di questi benefit perché: vedono migliorare la qualità della vita lavorativa e familiare; hanno a disposizione un maggior potere d’acquisto dato anche dal fatto che i flexible benefit sono esenti da tassazione. Tra i benefici per le aziende ci sono, invece: la possibilità di ottimizzare i costi, dal momento che, anche per le imprese, la tassazione dei flexible benefit è agevolata; l’incremento delle prestazioni dei dipendenti che si traduce in un aumento della produttività (ciò avviene in conseguenza del miglioramento della qualità della vita dei lavoratori); una maggior fidelizzazione dei propri collaboratori. La tassazione dei flexible benefit I flexible benefit sono misure che godono di una tassazione agevolata tanto per le imprese, quanto per i dipendenti, sempre che vengano rispettati determinati vincoli. Secondo quanto stabilito dalla legge, infatti, se i benefit sono erogati alla collettività dei dipendenti, o ad una categoria specifica di lavoratori e non sono convertibili in denaro, essi non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente e sono esclusi anche dagli obblighi contributivi. Le imprese possono dedurre dalle tasse i costi sostenuti per l’erogazione dei flexible benefit, in maniera totale o parziale, a seconda che la decisione di offrirli ai dipendenti sia frutto di una contrattazione collettiva o di un’iniziativa privata dell’azienda: nel caso la contrattazione collettiva obblighi i datori di lavoro oppure questi stessi si obblighino mediante un regolamento aziendale specifico, il loro costo è interamente deducibile dalle tasse; se, invece, è frutto di un’iniziativa privata, la deducibilità è parziale. La principale normativa di riferimento per la tassazione dei flexible benefit è costituita dal TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), che all’articolo 51 indica quali sono i criteri per la determinazione del reddito di lavoro dipendente e individua le soglie di esenzione e i tassi di esclusione dalla tassazione delle varie tipologie di agevolazioni riconosciute ai lavoratori dipendenti del settore privato. Le circolari dell’Agenzia delle Entrate n° 28/E del 15/06/2016 e n°5/E del 29/03/2018, invece, forniscono ulteriori chiarimenti in materia. C’è poi la Legge 208 del 2015, che sancisce un aumento dei servizi che possono essere compresi nella contrattazione, e quindi detassati, e amplia le tipologie di servizi per la famiglia già indicati nel TUIR. Con la Legge di Bilancio del 2018, infine, anche i servizi di trasporto pubblico entrano a far parte dei fringe benefit a cui possono avere accesso i lavoratori dipendenti. Più recentemente, il 30 dicembre 2023 è stata promulgata la Legge di Bilancio 2024 (legge n. 213/2023), la quale ha introdotto modifiche significative riguardo alle soglie di esenzione per i fringe benefit forniti dalle aziende ai dipendenti. Questi vantaggi speciali, utilizzabili per spese come utenze domestiche, affitto e interessi sul mutuo, sono detassati fino a 1.000 euro per tutti i dipendenti e fino a 2.000 euro per coloro che hanno figli. Questa esenzione include anche i rimborsi per il pagamento delle utenze domestiche e delle spese di affitto o interessi passivi sul mutuo per la prima casa. L'agevolazione si applica a entrambi i genitori se il figlio è fiscalmente a carico di entrambi. Pertanto, se entrambi i genitori lavorano e hanno un figlio a carico, entrambi possono beneficiare dell'esenzione fiscale sui fringe benefit fino a 2.000 euro. Tra i vantaggi offerti ci sono anche i buoni pasto, con un limite giornaliero di 4 euro per i buoni cartacei e di 8 euro per quelli digitali. Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, il limite di esenzione dalla tassazione è di 3.615 euro all'anno. Tuttavia, questo limite decade se il servizio viene fornito in alternativa al premio di produzione in denaro.   Differenza tra flexible benefit e fringe benefit Per comprendere meglio come funziona la tassazione dei flexible benefit, bisogna compiere anche un’importante distinzione tra fringe benefit e flexible benefit. Se è vero, infatti, che entrambe sono due categorie di beni e servizi concessi ai dipendenti dalle aziende, che spesso si sovrappongono, tra le due tipologie di agevolazione ci sono delle sostanziali differenze, che riguardano soprattutto l’inquadramento giuridico e la tassazione. FRINGE BENEFIT FLEXIBLE BENEFIT sono beni e servizi accessori che vengono concessi al lavoratore come forma di remunerazione aggiuntiva rispetto al normale compenso sono beni e servizi che vengono affiancati alla retribuzione, come misure di sostegno al reddito possono essere inseriti nel contratto individuale del dipendente, anche senza essere previsti dal CCNL di riferimento o dagli accordi sindacali vengono erogati alla totalità dei dipendenti, o ad una categoria omogenea degli stessi e sono previsti dai Contratti Collettivi di categoria, oppure sono frutto di contrattazioni sindacali o di iniziative private dell’azienda concorrono, in tutto o in parte, a formare il reddito da lavoro dipendente non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente, per questo sono totalmente esclusi dall’erogazione di tasse e contributi possono essere erogati in sostituzione totale o parziale del valore del premio di risultato   Queste sono le principali differenze tra le due categorie di benefit. Spesso, il datore di lavoro decide di inserire nel paniere dei flexible benefit anche alcuni dei fringe benefit, come ad esempio i buoni spesa. In quel caso, essi sono esclusi dalla formazione della base imponibile solo per le soglie previste dalla legge.   Esempi di tassazione dei flexible benefit per il 2024 Per capire meglio come funziona l’imposizione fiscale nei riguardi dei flexible benefit, prendiamo ad esempio un paniere di beni e servizi-tipo erogato da un’azienda ai suoi dipendenti. BENI E SERVIZI EROGATI LIMITI DI ESCLUSIONE DALLA TASSAZIONE Buoni acquisto e voucher €1.000* €2.000 per dipendenti con figli fiscalmente a carico. Buoni carburante Il termine "bonus benzina" o "bonus carburante" si riferisce a buoni cartacei o elettronici che consentono l'acquisto di carburante o la ricarica dei mezzi elettrici. Questi buoni non sono tassati per i dipendenti e sono deducibili per le aziende, senza la necessità di accordi sindacali.   Attualmente, il bonus benzina è stato rinnovato anche per quest'anno con una soglia di 200 euro per ogni dipendente. Oltre tale limite, i buoni erogati concorrono alla formazione del reddito imponibile IRPEF. Assistenza sanitaria €3.615 all’anno (il limite decade se il servizio è fornito in sostituzione del premio di risultato in denaro) Borse di studio per i figli dei dipendenti Nessun limite Acquisto dei testi scolastici per i figli dei dipendenti Nessun limite Accesso ai centri estivi e diurni per bambini Nessun limite Assistenza sanitaria ai parenti non autosufficienti Nessun limite Rimborso delle spese di acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico Nessun limite Erogazione di servizi di previdenza complementare € 5.164,57 all’anno (il limite decade se il servizio è fornito in sostituzione del premio di risultato in denaro)   Un dipendente ha la possibilità di versare volontariamente una somma fino a un massimo di 5.164,57 euro a un fondo previdenziale e, contemporaneamente, può scegliere di destinare una parte del premio di risultato, pari a 2.000 euro, alla previdenza complementare. Questo approccio può essere vantaggioso per il dipendente in termini di ottimizzazione fiscale e di costruzione di un piano previdenziale complementare.
fringe benefit 2023 cosa cambia
Maggio 17, 2024
Welfare Aziendale

Esenzione fringe benefit, ecco che cosa cambia per il 2024

Negli ultimi due anni, sono state tante le novità ai decreti di fine anno che riguardavano da vicino il mondo del lavoro. Ma cosa cambia nel 2024? Per il 2024, grazie alla Legge di Bilancio 2024, la soglia di esenzione aumenta a 1.000€ anno/dip., che si innalza a 2.000€ per i soli lavoratori con figli fiscalmente a carico. Cosa sono i fringe benefits e perché riconoscerli al dipendente Quali sono le novità 2024 sulla tassazione dei fringe benefit Fringe benefit e auto aziendali Cadhoc il fringe benefit ideale per azienda e dipendenti Cadhoc nel welfare aziendale COSA SONO I FRINGE BENEFITS E PERCHÉ RICONOSCERLI AL DIPENDENTE I fringe benefits sono beni e servizi erogati dalle aziende ai dipendenti su base volontaria, nell’ambito di politiche di welfare aziendale volte a migliorare la qualità della vita e la produttività dei collaboratori. Essi sono costituiti sia da strumenti e agevolazioni che migliorano e facilitano la vita lavorativa del dipendente, sia da benefici di cui i collaboratori possono usufruire nella loro sfera privata, durante il tempo libero, per perseguire i propri interessi, e a cui possono avere accesso anche le famiglie. Alcuni esempi sono i buoni spesa e i buoni acquisto per beni e servizi di vario genere, come viaggi e vacanze con il welfare aziendale. I fringe benefit sono benefici accessori che, in passato, molte aziende vedevano solo come costi aggiuntivi da evitare il più possibile, oppure come vantaggi a cui avevano diritto solo i dipendenti delle grandi aziende. Il massimo che veniva concesso ai lavoratori era una gratifica in busta paga, più o meno generosa, se il bilancio di quell’anno mostrava un segno positivo. Oggi, invece, sempre più imprese, anche di medie e piccole dimensioni, sono attente alle esigenze dei propri collaboratori e si sono rese conto del valore aggiunto che comporta la concessione di questo tipo di agevolazioni, a partire dallo smart working, sempre più diffuso. Questo perché ci si è accorti che i dipendenti appagati e soddisfatti sono più produttivi e rappresentano quindi un vantaggio per l’azienda, che vedrà così aumentare il proprio potenziale. Inoltre, i fringe benefit non concorrono a formare il reddito del lavoro dipendente (art. 51 comma 3 del TIUR), cosa che costituisce un altro grande vantaggio per il lavoratore. Riconoscere i fringe benefits al dipendente significa investire nel capitale umano della propria impresa, e questo è importante perché: I dipendenti che si sentono più gratificati e meno stressati sono più produttivi; si crea un rapporto di fiducia più stretto tra l’impresa e i suoi collaboratori; si riduce il turnover; la reputazione aziendale subisce un miglioramento visibile; le persone talentuose in cerca di lavoro vengono invogliate ad entrare a lavorare in azienda; Inserire i fringe benefit nel proprio piano di welfare aziendale è conveniente per le aziende anche da un punto di vista fiscale, perché ad essi il fisco riserva una tassazione agevolata. In questo caso, l’importo esente dei fringe benefit può essere riconosciuto anche per i rimborsi delle utenze domestiche di acqua, luce e gas naturale (no GPL), delle spese sostenute per l’affitto e degli interessi sul mutuo della prima casa. QUALI SONO LE NOVITÀ 2024 SULLA TASSAZIONE DEI FRINGE BENEFIT È bene ricordare che la norma a cui fare riferimento è l’articolo 51, comma 3, del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), che disciplina la tassazione del reddito da lavoro dipendente. La Circolare dell’Agenzia delle Entrate ha riassunto tutte le novità circa i fringe benefit relative all’anno 2024 come stabilite dalla relativa Legge di Bilancio. Ecco le novità introdotte nel 2024 dalla normativa: La soglia di esenzione dei fringe benefit sale a 1000 euro per tutti i dipendenti ed a 2000 euro per dipendenti con figli fiscalmente a carico. Per "figli fiscalmente a carico" si intendono i figli che, nel periodo d'imposta 2024, hanno un reddito totale, al lordo delle detrazioni fiscali, che non supera i 2.840,51€. Tuttavia, per i figli di età inferiore ai 24 anni, questa soglia sale a 4.000€, come specificato nel comma 2 dell'articolo 12 del TUIR. È importante notare che i figli devono essere fiscalmente a carico per l'intero anno solare 2024. Nel caso in cui, durante l'anno, il reddito del figlio superasse la soglia massima prevista (rendendo quindi il figlio non più a carico), il dipendente subirebbe trattenute fiscali e contributive sullo stipendio di dicembre, applicate sull'intero fringe benefit erogato nel corso del 2024. Tra i beneficiari di questa agevolazione rientrano i soggetti titolari di redditi da lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente (come collaboratori coordinati e continuativi, lavoratori a progetto, amministratori, stagisti, eccetera). Al superamento del limite di euro 1.000 o 2.000 stabilito, il valore è soggetto a tassazione per l’intero importo; nell’ambito di questi importi, possono essere riconosciuti, anche i rimborsi delle utenze domestiche di acqua, luce e gas naturale (no GPL), delle spese sostenute per l’affitto e degli interessi sul mutuo della prima casa. Per i premi e le somme erogati nell’anno 2024, l’aliquota dell’imposta sostitutiva sui premi di produttività, di cui all’articolo 1, comma 182, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, è ridotta al 5%. Va notato che queste agevolazioni sono relative al solo anno 2024 e pertanto scadranno in data 31 dicembre dello stesso. FRINGE BENEFIT E AUTO AZIENDALI Tra i benefit più apprezzati dai dipendenti c’è senza ombra di dubbio la concessione di un’auto aziendale ad uso promiscuo. Il dipendente che la riceve come premio, quindi, potrà utilizzarla sia per scopi personali sia per recarsi sul luogo di lavoro e per partecipare a eventi aziendali, convegni e appuntamenti con clienti. Nell’articolo 51, comma 4, lettera A il TUIR disciplina i criteri per calcolare la misura in cui l’utilizzo promiscuo dell’auto concorre a formare il reddito da dipendente. Ecco alcune informazioni che possono tornare utili quando il fringe benefit è corrisposto sotto forma di auto aziendale. In questo caso, il benefit ha natura forfettaria e non è quindi collegato né agli eventuali costi a carico del dipendente (carburante, manutenzione, pneumatici, bollo, assicurazione RCA) né ai chilometri percorsi (per fare un esempio pratico, la tassazione non cambia tra chi percorre 20000 km in un anno e chi ne percorre 40000). Inoltre, nonostante il fringe benefit auto aziendale sia stabilito su base annuale, deve essere assoggettato mese per mese a tassazione ed esposto nel cedolino Ma come si fa il calcolo del fringe benefit sulle auto aziendali? È necessario considerare due aspetti principali: il chilometraggio standard definito dalla normativa, che equivale a 15000 km il costo chilometrico di esercizio della vettura, che viene indicato nelle tabelle che l’ACI pubblica annualmente sulla Gazzetta Ufficiale Il rimborso chilometrico fa parte dei costi di impresa ed è quindi deducibile. Ti invitiamo a consultare il portale ACI per conoscere limiti ed eccezioni. CADHOC IL FRINGE BENEFIT IDEALE PER AZIENDA E DIPENDENTI Cos’è Cadhoc? È il voucher shopping di Up Day, soluzione perfetta per gratificare il personale, fidelizzare i clienti, premiare la forza vendita. Un dono sempre indovinato, sia per chi lo fa che per chi lo riceve. Chi riceve questa tipologia di voucher ha il vantaggio di decidere in che modo spenderlo. Può essere un voucher per fare shopping nelle migliori catene di negozi, oppure può essere convertito in buoni da spendere negli shop e-commerce più cliccati della rete. CADHOC NEL WELFARE AZIENDALE Cadhoc inoltre è la soluzione per i rinnovi contrattuali nazionali di categoria che prevedono flexible benefit obbligatori al loro interno. Il buono spesa per acquistare benzina, libri scolastici, alimentari ecc. che si adatta alle diverse esigenze dei lavoratori. Un esempio? Il contratto Metalmeccanico, Orafi e Argentieri, Telecomunicazioni e Confapi Comunicazione e Servizi Innovativi. Il buono shopping universale per incentivare e motivare il personale, fidelizzare i clienti e premiare la forza vendita è l’ideale in ogni occasione dell’anno ed è la soluzione per gratificare in modo personale qualunque collaboratore, dal più tradizionalista al nativo digitale grazie alla sua spendibilità on e offline. Tanti vantaggi fiscali alle aziende, perché Cadhoc è l’incentivo che soddisfa davvero i desideri di tutti. Scegliendo i buoni acquisto Cadhoc ottieni vantaggi per i dipendenti completamente deducibile, esente da IVA e privo di oneri fiscali e previdenziali. Con Cadhoc, è possibile acquistare ciò di cui si ha bisogno, dove, quando e come si preferisce. Ora con i buoni acquisto Cadhoc, puoi coprire diverse esigenze: dalla spesa al carburante, dall'elettronica agli articoli per la casa, dalla bellezza agli accessori per animali, e molto altro ancora.  Puoi inoltre personalizzare i buoni scegliendo il loro valore, il formato (digitale o cartaceo) e la modalità di consegna (tramite app o blocchetto cartaceo) mentre Up Day si occupa del resto. Per avere maggiori info su Cadhoc: Per acquistare i voucher shopping è a disposizione il Numero Verde 800834009 e la mail info@day.it. Per acquistare direttamente Cadhoc l’e-commerce CadhocShop è la soluzione più immediata ed efficace.
Vantaggi del welfare aziendale
Marzo 27, 2024
Welfare Aziendale

Welfare aziendale: benefici ed equilibrio vita-lavoro

Nel panorama aziendale moderno, il concetto di welfare non è più soltanto un optional, ma una componente essenziale per la crescita sostenibile delle imprese e il benessere dei dipendenti. Approfondiamo la conoscenza del welfare aziendale Equilibrio vita-lavoro-benessere Vantaggi fiscali del welfare aziendale La piattaforma Day Welfare Approfondiamo la conoscenza del welfare aziendale Il welfare aziendale, inteso come insieme di politiche e iniziative volte a migliorare la qualità della vita dei lavoratori, si traduce in un investimento strategico che produce vantaggi tangibili per tutte le parti coinvolte. Per le aziende, l'implementazione di programmi di welfare rappresenta un importante strumento per aumentare la produttività, migliorare la retention dei talenti e attrarre risorse umane di qualità. Offrire benefici come assicurazioni sanitarie, piani pensionistici integrativi, servizi di assistenza all'infanzia o incentivi per lo sviluppo professionale, non solo accresce l'attrattività dell'azienda sul mercato del lavoro, ma contribuisce anche a creare un clima organizzativo positivo e stimolante. D'altro canto, per i lavoratori, il welfare aziendale rappresenta un valore aggiunto che va oltre il mero salario. La possibilità di accedere a servizi e supporti che migliorano la qualità della vita, come il rimborso delle spese mediche, l'accesso a centri fitness o programmi di counselling, non solo aumenta il loro livello di soddisfazione e fiducia nell'azienda, ma contribuisce anche a ridurre lo stress e favorire un equilibrio tra vita professionale e personale. Inoltre, un efficace programma di welfare aziendale può avere impatti positivi anche a livello sociale ed economico più ampio. Riducendo l'assenteismo e aumentando il benessere psicofisico dei dipendenti, le imprese contribuiscono a migliorare la salute pubblica e a ridurre i costi legati alla sanità. Inoltre, promuovendo politiche di conciliazione lavoro-famiglia e garantendo opportunità di sviluppo professionale, si favorisce la coesione sociale e si stimola la crescita economica a lungo termine.   Equilibrio Vita - lavoro benessere Nella società moderna, l'equilibrio tra vita e lavoro è diventato un tema cruciale. Trovare un punto d'incontro tra le richieste professionali e i bisogni personali è essenziale per garantire benessere e soddisfazione, sia in ambito lavorativo che personale. In questo contesto, il concetto di time saving e i piani di welfare aziendale assumono un ruolo fondamentale. Il tempo è una risorsa preziosa, e gestirlo efficacemente è fondamentale per mantenere un equilibrio sano tra i vari aspetti della vita. Strategie di time saving, come la pianificazione efficiente delle attività, la delega delle responsabilità e l'utilizzo di strumenti tecnologici appropriati, consentono di ottimizzare le giornate lavorative, riducendo lo stress e lasciando spazio per il tempo libero e le attività personali. Up Day e Genius4U mettono a disposizione un’ampia gamma di Servizi e un Genio a completa disposizione del personale dell’azienda. Una persona di fiducia presente in azienda in alcuni momenti della settimana, pronta a supportare i dipendenti nella gestione della loro quotidianità. Genius4U nasce proprio dalla consapevolezza che la vita quotidiana è stressante e che il tempo ha un grande valore. Per questo si occupa di organizzare e gestire in azienda tutti i servizi salva-tempo di cui c’è bisogno nella quotidianità, per una vita più facile e serena. Parallelamente, i piani di welfare aziendale rappresentano un importante supporto per i dipendenti nel perseguire un equilibrio tra vita e lavoro. Questi piani possono includere benefit come flessibilità degli orari, possibilità di lavoro da remoto, programmi di benessere fisico e mentale, servizi di assistenza familiare e molto altro ancora. Creare un ambiente lavorativo che promuova il benessere dei dipendenti non solo aumenta la loro produttività, ma contribuisce anche a costruire un legame di fiducia reciproca tra datore di lavoro e dipendente. È importante sottolineare che l'equilibrio tra vita e lavoro non riguarda solo il singolo individuo, ma ha ripercussioni positive sull'intera organizzazione. Dipendenti soddisfatti e motivati tendono ad essere più produttivi, creativi e impegnati nel raggiungimento degli obiettivi aziendali.   Vantaggi fiscali del welfare aziendale Il Welfare Aziendale oltre a migliorare significativamente la qualità della vita dei lavoratori, offre numerosi vantaggi fiscali che possono essere sfruttati in modo intelligente dalle imprese di ogni dimensione. Una delle principali agevolazioni fiscali è rappresentata dalla possibilità di dedurre le spese sostenute per l'implementazione dei programmi di Welfare Aziendale, quali servizi di assistenza sanitaria, previdenziale, o assistenziale, fino a determinati limiti stabiliti dalla normativa vigente. Questo non solo consente alle imprese di migliorare il clima aziendale e aumentare il senso di appartenenza dei dipendenti, ma offre anche un vantaggio economico tangibile attraverso la riduzione del carico fiscale. Inoltre, i contributi erogati dall'azienda per il Welfare Aziendale possono essere considerati come costo aziendale deducibile ai fini dell'imposta sul reddito delle persone giuridiche (IRES) e dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF). Ciò significa che le aziende possono ridurre il proprio reddito imponibile, con conseguente diminuzione dell'onere fiscale complessivo. Investire nel Welfare Aziendale può anche generare un vantaggio competitivo per le aziende sul mercato del lavoro. Offrire una gamma completa di benefici e servizi ai dipendenti non solo attira talenti di alto livello, ma favorisce anche il mantenimento di una forza lavoro motivata e produttiva nel lungo termine. Un altro importante beneficio fiscale è rappresentato dall'esenzione fiscale per i dipendenti che usufruiscono dei servizi di Welfare Aziendale. In base alla normativa vigente, molte delle prestazioni erogate tramite i programmi aziendali di Welfare sono esenti da imposte sul reddito per il dipendente, aumentando così il potere d'acquisto netto del salario.   La piattaforma Day Welfare Day Welfare è il portale di Up Day e consente di gestire in modo semplice i piani di welfare aziendale rendendo facile e sicura l’esperienza di coloro che si occupano della gestione e dell’amministrazione del personale. La piattaforma welfare può essere utilizzata da qualsiasi dispositivo ed è facile ed intuitivo capire quali sono i benefit a propria disposizione. Un servizio di assistenza completo a disposizione dei dipendenti e referenti aziendali. In questo modo, il welfare aziendale può essere fruito in maniera pratica dai dipendenti, migliorando la soddisfazione dei collaboratori e l’efficienza dell’azienda. Grazie alle convenzioni stipulate con imprese che si occupano di servizi alla persona e con importanti partner commerciali, attraverso la piattaforma Day Welfare è possibile offrire ai propri dipendenti un ampio ventaglio di beni e servizi. Per ricevere una consulenza e le soluzioni più adatte alle tue esigenze contattaci al numero 800 834 009 oppure scrivi a info@day.it    
Benefit aziendali: tutto quello che c'è da sapere
Ottobre 09, 2023
Welfare Aziendale

Benefit aziendali: tutto quello che c’è da sapere

I benefit aziendali permettono di migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti. Ecco tutto quello che devi sapere su questo tipo di agevolazioni, dalle tasse alle loro caratteristiche fino alla possibile revoca.   I benefit aziendali sono beni e servizi compresi nei piani di welfare aziendale che le aziende offrono ai dipendenti per favorire la conciliazione vita-lavoro. I benefit aziendali sono una forma di retribuzione aggiuntiva fornita dalle aziende ai loro dipendenti, al di là dello stipendio base. Questi benefici mirano a migliorare l'equilibrio tra vita professionale e vita privata e includono vantaggi come assicurazione sanitaria, assistenza per l'infanzia, programmi di formazione e sviluppo, agevolazioni per la conciliazione tra lavoro e famiglia e molte altre opzioni. L'obiettivo di tali benefici è attirare e trattenere i migliori talenti e promuovere la motivazione e la soddisfazione dei dipendenti. Si tratta di uno strumento importante nelle strategie delle risorse umane per promuovere il benessere dei dipendenti e creare un ambiente lavorativo favorevole. Ecco tutto quello che c’è da sapere:   Cosa sono i benefit aziendali? Differenza tra fringe benefits e flexible benefits Quali sono i benefit aziendali? Quali sono i benefit aziendali obbligatori Quali sono i benefit aziendali per gli amministratori Come sono tassati i benefit aziendali? I benefit aziendali possono essere tolti?   Cosa sono i benefit aziendali? I dipendenti sono la risorsa principale di un’azienda. Sono sempre di più le aziende che lo riconoscono e che si impegnano per rendere più facile e serena la vita dei propri collaboratori. Un lavoratore che si sente considerato e valorizzato, infatti, è più felice, produttivo e fedele all’azienda. L’azienda, in conseguenza di ciò, otterrà diversi vantaggi, come l’aumento della propria produttività, della competitività e dell’efficienza. Secondo numerosi sondaggi effettuati tra i lavoratori del settore privato, molti di loro preferiscono ricevere benefit aziendali piuttosto che aumenti di denaro in busta paga. I benefit aziendali sono quell’insieme di beni, servizi e agevolazioni di vario tipo che il datore di lavoro mette a disposizione dei propri dipendenti per migliorare la qualità della vita dei lavoratori e favorire la conciliazione vita-lavoro. Tali benefit rappresentano a tutti gli effetti un compenso di natura non monetaria che viene erogato dall’azienda al dipendente e rientrano a pieno titolo nelle misure di welfare aziendale. Questo perché è proprio attraverso l’erogazione di questi bonus che si esplicita una parte consistente di molti piani di welfare.   Differenza tra fringe benefits e flexible benefits I benefit aziendali si dividono in due categorie: i fringe benefits; i flexible benefits. È importante conoscere la distinzione tra fringe benefits e flexible benefits perché la loro natura rende differente il tipo di trattamento economico a cui sono sottoposti. I fringe benefits sono compensi in natura erogati dalle aziende ai propri dipendenti e vengono considerati come una parte di retribuzione aggiuntiva rispetto a quella ordinaria, pertanto sono soggetti a tassazione agevolata solo in parte. I flexible benefits, invece, sono considerati complementari alla retribuzione ordinaria e, per questo, sono esonerati totalmente dal pagamento di contributi e imposte sul reddito da parte del lavoratore. Quali sono i benefit aziendali? I benefit aziendali sono moltissimi e possono riguardare sia la sfera lavorativa, sia la sfera privata del lavoratore. I più comuni benefit aziendali che vengono erogati per facilitare al dipendente la vita lavorativa sono: lo smart working; i permessi retribuiti; i congedi parentali per i neogenitori; il cellulare aziendale; l’auto aziendale; il servizio di mensa o i buoni pasto da utilizzare in pausa pranzo e non solo; l’organizzazione di servizi di trasporto o di offerta di abbonamenti ai mezzi pubblici; gli alloggi o appartamenti aziendali. Tra di essi rientrano anche i servizi salva-tempo, come la lavanderia, la possibilità di farsi portare la spesa in azienda e il servizio di ritiro della posta. Poi ci sono i benefit che offrono al lavoratore la possibilità di risparmiare, come: la possibilità di crearsi una pensione integrativa attraverso il versamento del premio di risultato in fondi pensione; l’accesso ad un’assicurazione sanitaria integrativa; la possibilità di ottenere prestiti a tasso agevolato; i buoni benzina; i buoni spesa. Tra le agevolazioni più apprezzate dai lavoratori ci sono anche quelle che permettono di prendersi cura del proprio benessere, quali: le visite mediche e checkup offerti dall’azienda; il medico aziendale; la palestra aziendale o convenzioni con palestre esterne all’impresa; l’erogazione di corsi di formazione e specializzazione; il rimborso delle spese sostenute per prendere parte a corsi di formazione esterni all’azienda. Per garantire il benessere dei dipendenti i datori di lavoro tengono in conto non solo le loro esigenze personali, ma anche quelle che derivano dalla vita familiare. Per questo, molte aziende predispongono dei benefit destinati ai familiari dei lavoratori. Tra i più apprezzati ci sono: il nido aziendale; il rimborso delle spese sostenute per il pagamento delle rette scolastiche, anche delle scuole dell’infanzia, dei servizi di doposcuola, dei centri estivi; il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di testi scolastici; l’erogazione di borse di studio; il servizio di baby-sitting; l’erogazione di servizi di assistenza destinati ai familiari malati o non autosufficienti.   Quali sono i benefit aziendali obbligatori Con il rinnovo di determinati contratti collettivi è stato introdotto l’obbligo di un piano welfare obbligatorio che segua alcune indicazioni ben precise. Tali indicazioni variano in base al CCNL di riferimento, ma in linea generale è obbligatorio un versamento ai lavoratori dipendenti che va dai 100 euro ai 200 euro all’anno in servizi di welfare. Ma quali sono i CCNL che prevedono benefit aziendali obbligatori? Eccone alcuni: Settore Metalmeccanico Terziario Avanzato Impianti Sportivi e Attività Sportive Servizi Assistenziali e Socio Sanitari Orafi, Gioiellieri e Argentieri CCNL Metalmeccanici Il contratto collettivo nazionale (CCNL) per il settore delle piccole e medie imprese del settore metalmeccanico, sottoscritto da FIOM-CGIL, Confapi, UILM-UIL e FIM-CISL, e rinnovato il 26 maggio 2021, ha introdotto nell'articolo 51, intitolato "Benefit Aziendali", l'obbligo per i datori di lavoro di mettere a disposizione di tutti i dipendenti strumenti di welfare fino al 2024. Questi strumenti possono rientrare sia nella categoria del benefit flessibile (come servizi di utilità sociale, assistenza ai figli e agli altri familiari, ecc.) sia tra i benefit aggiuntivi (ovvero i vantaggi in natura) e possono essere usufruiti anche tramite buoni acquisto, del valore di 200 euro, da utilizzare entro il 31 dicembre di ogni anno di riferimento. Inoltre, le parti hanno stabilito che il datore di lavoro deve effettivamente mettere a disposizione degli strumenti di welfare entro la fine di febbraio di ogni anno.   CCNL Impianti Sportivi Il 10 settembre 2022 è stato sottoscritto il CCNL per il settore degli impianti sportivi e delle attività sportive, con l'obiettivo di istituire specifici strumenti di protezione per i lavoratori. Le organizzazioni datoriali e sindacali firmatarie hanno stabilito che, a partire dal 1° gennaio 2023, i datori di lavoro sono tenuti, all'inizio di ogni anno, a mettere a disposizione dei dipendenti strumenti di welfare del valore annuo di 100 euro, da utilizzare entro il 30 novembre dell'anno successivo.   Terziario Avanzato A partire da quest'anno, sono previste anche nuove misure di welfare contrattuale nel CCNL Terziario Avanzato, firmato il 26 settembre 2022 e valido fino al 31 agosto 2025. Viene istituito esplicitamente il "Welfare Contrattuale", che il datore di lavoro è obbligato a fornire attraverso accordi aziendali di secondo livello o tramite regolamento aziendale a tutti i lavoratori. Ciò può avvenire anche tramite l'utilizzo di una piattaforma welfare. Il CCNL Terziario Avanzato stabilisce anche gli importi del welfare contrattuale da riconoscere ai lavoratori, differenziandoli per livello di inquadramento. A partire dal 2023, devono essere concessi benefit welfare del valore di 2.600 euro all'anno per i dirigenti, 1.300 euro all'anno per i quadri e 660 euro all'anno per gli impiegati e gli operatori di vendita. Questi importi vengono assegnati dal datore di lavoro entro il 31 dicembre di ogni anno e devono essere utilizzati entro 12 mesi dalla loro disponibilità per il lavoratore.   CCNL Servizi assistenziali e Orafi Nel contratto per il personale delle Case di Cura e i Servizi Assistenziali e Socio Sanitari, il welfare aziendale è stato introdotto nel marzo 2018. Nel 2020, è stata stanziata una somma di 200 euro da erogare alle aziende sotto forma di beni e servizi di welfare, che i dipendenti potevano utilizzare per previdenza complementare, assistenza sanitaria, istruzione, buoni acquisto o voucher per servizi e tempo libero. Anche il CCNL per i dipendenti delle aziende orafe (orafi, argentieri e gioiellieri), che coinvolge circa 45.000 lavoratori in Italia, continua ad essere valido. Le parti firmatarie del contratto, rinnovato il 3 dicembre 2021 e valido fino al 31 dicembre 2024, hanno prorogato le misure di welfare contrattuale introdotte nella versione originale. Secondo l'accordo, i datori di lavoro devono mettere a disposizione dei lavoratori strumenti di welfare del valore di 200 euro entro il mese di giugno di ogni anno, che i lavoratori possono utilizzare entro il 31 maggio dell'anno successivo. Quali sono i benefit aziendali per gli amministratori Secondo l'articolo 50 del TUIR, le somme e i valori ricevuti in qualunque forma dagli amministratori di società, associazioni o altri enti con o senza personalità giuridica sono equiparati ai redditi da lavoro dipendente. Tutti i compensi erogati agli amministratori, tranne quelli esclusi dalla legge, sono considerati reddito tassabile. Il termine "somma" si riferisce al denaro, mentre il termine "valori" si riferisce a beni, servizi o altre utilità ricevute gratuitamente o in parte. I fringe benefit possono essere concessi agli amministratori e ad altre persone con reddito assimilato al lavoro dipendente, come confermato dall'Agenzia delle Entrate nella Circolare del 4 novembre 2022, n. 35. I fringe benefit possono essere personalizzati e includere beni o servizi destinati anche all'amministratore unico. Alcuni benefit aziendali per gli amministratori possono includere buoni spesa, buoni carburante e l'uso di un'auto per scopi personali. Come sono tassati i benefit aziendali? Per capire come sono tassati i benefit aziendali bisogna fare riferimento alla normativa in materia di redditi da lavoro dipendente, che comprende sia un articolo del Codice civile, sia il TUIR, il testo unico sulle imposte sui redditi, che ogni anno viene aggiornato con le eventuali modifiche apportate dalla Legge di Bilancio. Per comprendere come funziona la tassazione di alcuni benefit aziendali, bisogna anche fare una distinzione tra il valore normale del bene o servizio erogato, cioè il valore che ha al momento del suo acquisto, e il valore convenzionale, cioè un valore fittizio che viene determinato in base a criteri diversi, a seconda del benefit erogato, per determinare quale sia la parte dello stesso da inserire in busta paga. La normativa sulla tassazione dei benefit Iniziamo ad analizzare la normativa partendo dal Codice civile. L’articolo 2099 è interamente dedicato alla materia della retribuzione dei lavoratori. Nell’ultima parte dello stesso, viene esplicitato che il lavoratore può chiedere di essere retribuito in tutto o in parte con la partecipazione agli utili o ai prodotti, con una provvigione o con prestazioni in natura. Ciò significa che i benefit erogati dal datore di lavoro ai dipendenti sono parte integrante del loro reddito e, quindi, potenzialmente soggetti a tassazione. Per capire se, e in che misura, i benefit aziendali siano effettivamente soggetti all’imposizione fiscale e contributiva, bisogna rifarsi al TUIR che, all’articolo 51, stabilisce quali siano i redditi da lavoro dipendente, i casi e le modalità di esclusione. Il comma 1 di tale articolo stabilisce che il reddito da lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori corrisposti dal datore di lavoro durante il periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali. Al comma 2, invece, vengono indicati i casi in cui i beni e i servizi erogati dal datore di lavoro non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente. La normativa, inoltre, stabilisce che i benefit erogati in sostituzione del premio di risultato per volontà del dipendente, risultino esenti dalla tassazione fino alla soglia di 3.000 euro annui, che è anche quella fissata dalla legge per la tassazione agevolata del premio di risultato in denaro. Nel TUIR è anche specificato che, perché le aziende e i lavoratori dipendenti abbiano diritto a godere della tassazione agevolata sui benefit, essi devono essere erogati alla totalità dei dipendenti o a categorie omogenee di lavoratori ed essere compresi nella contrattazione nazionale di primo o secondo livello o negli accordi stipulati dall’azienda con i sindacati. Esempi di tassazione dei benefit aziendali Vediamo qualche esempio di tassazione parziale dei benefit aziendali, in base a quanto stabilito dall’articolo 2 del TUIR: i contributi previdenziali e assistenziali, compresi i contributi di assistenza sanitaria, erogati dal datore di lavoro in ottemperanza alle disposizioni di legge non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente fino alla somma di 615,20 euro; i buoni pasto non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente fino alla soglia di 4 euro giornalieri per i cartacei e di 8 euro per i buoni elettronici; i buoni spesa e i voucher welfare per un valore complessivo di 258,23 euro; l’auto aziendale ad uso promiscuo viene tassata calcolando il 30% del suo valore convenzionale, che si ricava moltiplicando il costo chilometrico indicato dalle tabelle ACI per 15.000 km annui; i prestiti aziendali concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente solo sulla differenza esistente tra il tasso d’interesse applicato dalle società finanziarie al momento della sua erogazione e il tasso agevolato praticato dall’azienda. I casi più frequenti di esclusione totale dei benefit aziendali dalla formazione del reddito imponibile sono, invece: i servizi di trasporto collettivo e il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto degli abbonamenti ai mezzi pubblici; il rimborso delle spese sostenute per il pagamento delle rette di scuole dell’infanzia, servizi di doposcuola e centri estivi; l’erogazione di borse di studio ai familiari; i corsi di formazione erogati ai dipendenti; l’erogazione di servizi di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti.     I benefit aziendali possono essere tolti? I benefit aziendali, come tutti gli aspetti del rapporto di lavoro, sono soggetti alle regole e alle condizioni stabilite dal contratto di lavoro o dagli accordi aziendali. In generale, i benefit aziendali possono essere revocati o modificati se ciò è previsto da tali accordi o se esistono circostanze che giustificano la loro revoca. Ad esempio, se un'azienda attraversa una crisi finanziaria o una riduzione delle risorse, potrebbe essere necessario rivedere o ridurre i benefit offerti ai dipendenti. Tuttavia, è importante che le eventuali modifiche ai benefit vengano gestite in modo trasparente e in conformità con le leggi del lavoro e le disposizioni contrattuali. Inoltre, in alcuni casi, la revoca o la modifica dei benefit aziendali potrebbe richiedere il consenso o la consultazione dei rappresentanti dei lavoratori o dei sindacati, a seconda delle leggi e dei regolamenti locali. Pertanto, questa dipenderà dalle specifiche circostanze, dalle disposizioni contrattuali e dalle norme che regolano il rapporto di lavoro.
Come funziona il welfare aziendale
Settembre 04, 2023
Welfare Aziendale

Welfare aziendale: che cos’è e come funziona

Il termine welfare aziendale si usa per indicare tutte quelle misure messe in campo dalle aziende per garantire il benessere del lavoratore e favorire la conciliazione vita-lavoro. Negli ultimi decenni si è assistito ad una contrazione progressiva delle misure di welfare pubblico, in particolare in ambiti come la sanità e le pensioni. Per questo motivo, le recenti normative orientate ad agevolare le iniziative di welfare finalizzate a sostenere e supportare il welfare pubblico hanno trovato terreno fertile nelle aziende private. I datori di lavoro sono sempre più sensibili e interessati alla qualità della vita dei propri dipendenti, sia nell’ambiente di lavoro, sia nella vita privata. Tanto che sono sempre di più le aziende, anche di medie e piccole dimensioni, che decidono di attuare piani di welfare aziendale per sostenere e premiare i propri collaboratori. Ma cos’è, di preciso, il welfare aziendale, e come lo si può applicare in concreto? Leggi la nostra guida per trovare le risposte a tutte le tue domande sul welfare aziendale. Cosa significa welfare aziendale? Come funziona il welfare aziendale? Quando viene erogato il welfare aziendale Come funziona il welfare aziendale in busta paga? Un esempio Piani di welfare aziendale: gestione e finanziamento Esempi di welfare aziendale Welfare aziendale pro e contro Piani di welfare: quando funzionano davvero? Come accedere al welfare aziendale Qual è la differenza tra fringe benefit e welfare aziendale?   Cosa significa welfare aziendale? Secondo la definizione di AIWA (Associazione Italiana Welfare Aziendale) il termine “welfare aziendale” si usa per indicare tutte quelle somme, beni, prestazioni, opere e servizi corrisposti al dipendente in natura o sotto forma di rimborso spese, la cui finalità di rilevanza sociale li escluda, in tutto o in parte, dalla formazione del reddito da lavoro dipendente. Rientrano, perciò, nell’ambito del welfare aziendale tutte le attività promosse dal datore di lavoro che contribuiscono a favorire il benessere dei dipendenti. Gran parte di queste attività, in particolare quelle cui è riconosciuta una rilevanza sociale, contemplano importanti vantaggi fiscali e contributivi tanto per l’azienda quanto per i lavoratori coinvolti. Tuttavia, i vantaggi fiscali e contributivi non sono i soli benefici di cui godono le imprese e i lavoratori che hanno accesso al welfare. Le misure adottate dalle aziende in questo ambito, offerte sia ai lavoratori, sia ai loro familiari, sono finalizzate a migliorare il work-life balance e la soddisfazione dei dipendenti. L’impresa, invece, vedrà aumentare il benessere organizzativo, la motivazione e la produttività del personale.   Come funziona il welfare aziendale? L’applicazione delle misure di welfare aziendale è diversa per ogni azienda, anche se tutte le imprese che scelgono di offrire delle agevolazioni ai propri collaboratori devono seguire lo stesso percorso, che si compone di almeno 5 fasi fondamentali: analisi dei benefit e delle misure già adottate, dei costi e dei canali di finanziamento del piano (risorse proprie, premio di risultato); analisi della popolazione aziendale e dei suoi fabbisogni; progettazione del piano. Scelta delle misure di welfare più idonee a soddisfare le esigenze dei lavoratori, investimento delle somme necessarie alla sua attuazione, pianificazione degli obiettivi e individuazione delle modalità di erogazione dei benefit aziendali; informazione dei dipendenti riguardo all’attuazione del piano di welfare, dei suoi contenuti e delle modalità scelte dall’azienda per erogare i benefit; monitoraggio delle performance del piano di welfare. L’azienda, quindi, dopo aver individuato eventuali misure di welfare già esistenti, analizza i bisogni dei propri dipendenti e pianifica di conseguenza un PWA (Piano di Welfare Aziendale) cercando di conciliare la disponibilità di risorse, eventuali obblighi contrattuali e le aspettative del personale. Le misure che compongono il PWA possono essere: di tipo organizzativo, ad esempio operando sull’orario di lavoro; di tipo compensativo prevedendo ad esempio l’erogazione di prestazioni e servizi per la generalità o categorie omogenee di dipendenti. È importante che il welfare aziendale non sia inteso in termini retributivi perché non è stato concepito dal legislatore per sostituire la retribuzione. Quando viene erogato il welfare aziendale La Circolare INPS numero 73 del 24 giugno 2022 fornisce novità importanti per ciò che riguarda il calendario dei pagamenti dell’indennità. In sintesi, i dipendenti riceveranno un bonus di 200 euro a luglio, mentre le altre categorie dovranno attendere il mese di ottobre per l’erogazione del bonus. È stato inoltre rinnovato il CCNL Metalmeccanici, siglato da alcune organizzazioni sindacali e associazioni datoriali, che sarà valido per i prossimi 3 anni, fino al 30 giugno 2024. Tra le novità introdotte, i lavoratori del settore avranno diritto a 200 euro all'anno di flexible benefit, che potranno utilizzare per acquistare beni o servizi. Le aziende dovranno mettere a disposizione di tutti i dipendenti questi strumenti di welfare entro giugno di ogni anno, e i lavoratori avranno fino a maggio dell'anno successivo per usufruirne. I dipendenti con contratto a tempo indeterminato e determinato con almeno 3 mesi di anzianità nell'anno potranno beneficiare di queste novità e le aziende potranno offrire una gamma di flexible benefit tra cui scegliere. Come funziona il welfare aziendale in busta paga? Un esempio La modifica dell'articolo 51 del Tuir del 2016 ha reso il welfare aziendale uno strumento molto utile per ridurre il cuneo fiscale delle aziende. Il welfare aziendale prevede che l'azienda offra ai propri dipendenti dei benefici esenti da contributi e tasse. Vediamo insieme un esempio pratico. Se l'azienda vuole erogare un premio di 1000€ al dipendente, dovrà spendere circa 1500€, in quanto il premio verrà tassato e il dipendente riceverà solo circa 700€. Invece, con il welfare aziendale, i 1000€ pagati dall'azienda sono netti per il dipendente e l'azienda risparmierà sul costo del lavoro. Il welfare aziendale può essere attivato tramite un regolamento interno e può comprendere servizi e beni come voucher per la sanità, assicurazioni, corsi di formazione e attività sportive. In questo modo, l'azienda può migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti e allo stesso tempo ottenere vantaggi fiscali.   Piani di welfare aziendale: gestione e finanziamento Negli ultimi anni si sono proposte sul mercato diverse imprese (i cosiddetti provider) che offrono servizi di supporto alle aziende che intendono implementare i propri piani di welfare aziendale con erogazione di flexible benefit. Generalmente, quest’attività è gestita mediante piattaforme web: dei veri e propri portali all’interno dei quali i lavoratori trovano tutti i benefit messi a loro disposizione dal datore di lavoro, a cui possono attingere utilizzando i crediti welfare assegnati a ciascuno dall’azienda. La fonte di tali importi dipende dall’origine del piano di welfare. Sostanzialmente, i crediti welfare sono riconducibili a tre macrocategorie di finanziamento: Welfare contrattuale. Deriva da obblighi che il datore di lavoro si è assunto aderendo a un contratto collettivo nazionale o di secondo livello (aziendale o territoriale), oppure emanando un regolamento che lo vincola all’erogazione del welfare aziendale anche se l’iniziativa è volontaria e unilaterale; Welfare derivato dalla trasformazione del Premio di Risultato aziendale (PDR). In questo caso, il welfare aziendale deriva dalla possibilità che il legislatore ha dato ai lavoratori di scegliere se ricevere il proprio premio di risultato sotto forma di un bonus in denaro, direttamente in busta paga, con tassazione agevolata al 10% o in misure di welfare non soggette ad alcuna tassazione; Welfare volontario unilaterale, concesso in autonomia dal datore di lavoro in piena liberalità (in questo caso, secondo la legge, la deducibilità fiscale del PWA è limitata al 5 per mille del costo generale annuo del lavoro).   Esempi di welfare aziendale Il welfare aziendale è un insieme di iniziative che ha come obiettivo principale il benessere e la salute dei lavoratori, non solo dal punto di vista economico, ma anche in termini di assistenza sanitaria, mobilità e conciliazione tra vita privata e vita lavorativa. Il welfare aziendale si basa prevalentemente sull’erogazione di benefit che riguardano sia il lavoratore stesso, sia la sua famiglia: Previdenza complementare; Buoni carburante; Buoni acquisto; Sanità integrativa (assicurazione sanitaria); Assistenza e cura dei familiari; Educazione e istruzione dei figli: rimborso delle spese sostenute per il pagamento delle rette di asilo nido, scuola dell’infanzia, doposcuola e centri estivi, acquisto di libri e testi scolastici; Accesso ad attività culturali e ricreative: abbonamenti a cinema, teatri, musei e altri luoghi di cultura; Rimborso delle spese di trasporto pubblico locale: rimborso delle spese sostenute per i viaggi di andata e ritorno dal lavoro; Finanziamenti e mutui; Acquisti (limitatamente ai fringe benefit, quindi, a 258,23€ annui per dipendente, innalzati a 2000 € per i dipendenti con figli a carico e a 1000 € per tutti gli altri, limitatamente all'anno 2024); Corsi di formazione; Buoni regalo.   Tuttavia, sarebbe errato confondere il welfare aziendale con la sola erogazione dei benefit. Tra le tante forme che può assumere ci sono anche diverse iniziative che hanno lo scopo di offrire un maggiore sostegno alla vita lavorativa dei dipendenti come: flessibilità oraria; smart working; telelavoro; banca ore.   Welfare aziendale pro e contro Il welfare aziendale rientra in una logica di “total reward” che rappresenta un’evoluzione del concetto di retribuzione tradizionalmente inteso. Ragionando in termini più generali di compensazione piuttosto che di retribuzione, tutte le risorse e i vantaggi che l’azienda mette a disposizione dei propri collaboratori per riconoscerne e valorizzarne l’impegno sono enfatizzate e ottimizzate. I vantaggi che derivano da questo approccio sono connessi al miglioramento del riconoscimento dell’impegno reciproco e del senso di appartenenza. Esistono quindi vantaggi sia per il dipendente che per l’azienda. I vantaggi per i lavoratori Se il welfare aziendale riesce a incidere positivamente sulla qualità della vita e sul benessere dei dipendenti, questi lavoreranno con maggiore soddisfazione e in condizioni di maggiore sicurezza e serenità. I vantaggi più significativi, oltre a motivazione e compartecipazione, sono: riduzione dello stress; miglioramento della conciliazione vita-lavoro, che consente di dedicare più tempo alla vita familiare e alle attività ricreative; aumento del proprio potere d’acquisto. Misure come l’erogazione di buoni pasto e buoni spesa e il rimborso delle spese di trasporto offrono il grande vantaggio di ottenere un risparmio sulle spese fisse mensili e, di conseguenza, un innalzamento del potere d’acquisto. Lo stesso risultato lo si ottiene anche consentendo ai dipendenti la possibilità di convertire il premio di risultato in misure di welfare.   I vantaggi per le aziende Un personale più attento e motivato rappresenta un valore aggiunto per l’azienda, che ottiene numerosi vantaggi tangibili: incremento della produttività. È una conseguenza quasi automatica del miglioramento del clima aziendale; riduzione di fenomeni quali assenteismo e turnover; miglioramento della capacità di attrarre e mantenere i talenti dovuta alla realizzazione di ambienti di lavoro positivi ed accoglienti. È bene notare, inoltre, che il fenomeno delle grandi dimissioni, noto come "Great Resignation", è stato accentuato dalla pandemia di COVID-19 e sta mettendo ancora oggi sotto pressione molte aziende. Per contrastarlo, le aziende possono implementare piani di welfare aziendale che offrano benefici e vantaggi ai dipendenti con lo scopo di migliorare il benessere dei lavoratori, aumentare il loro impegno e ridurre di conseguenza il rischio di dimissioni.   Vantaggi fiscali per tutti Secondo quanto stabilito dalla normativa che regola le imposte sui redditi (TUIR – Testo Unico delle Imposte sui Redditi) sia aziende che lavoratori ottengono anche numerose agevolazioni fiscali dalle misure di welfare. A seconda della tipologia di benefit erogati e della loro natura giuridica, infatti, si può ottenere un’esenzione parziale o totale dal pagamento delle tasse su questi beni e servizi.   Welfare aziendale: ci sono svantaggi? No, se applicate all’interno di un piano ben strutturato, le misure di welfare comportano solo vantaggi sia per il datore di lavoro che per il lavoratore dipendente.   Piani di welfare: quando funzionano davvero? L’efficacia di una buona politica di welfare aziendale dipende da quanto questa è coerente con le altre politiche dell’organizzazione per la gestione e lo sviluppo del personale. Ogni iniziativa finalizzata al miglioramento del benessere del personale non può risultare credibile, apprezzabile e sostenibile se innestata in un contesto culturale e gestionale che non è percepito dai lavoratori come orientato al riconoscimento e alla valorizzazione delle risorse umane e al soddisfacimento delle loro reali esigenze. Diverse ricerche hanno ormai chiaramente dimostrato che, potendo scegliere, la maggioranza dei lavoratori chiede innanzitutto maggiore flessibilità d’orario per disporre più liberamente del proprio tempo e maggiore capacità di spesa. Il welfare aziendale, perciò, diventa un valore aggiunto tanto più importante e riconosciuto quanto più queste premesse sono effettivamente soddisfatte. Altrimenti, anche per non aggiungere frustrazione a frustrazione, è meglio attenersi alla contrattazione e riconoscere quanto dovuto in termini retributivi e contrattuali senza creare aspettative che non si è in grado di soddisfare.   Come accedere al welfare aziendale? Quando un’impresa sceglie di intraprendere un percorso di welfare strutturato deve innanzitutto stabilire gli obiettivi strategici che intende perseguire, quindi deve coinvolgere il personale e le principali parti interessate (tra cui, prioritariamente, le parti sociali) per stabilire quali fabbisogni s’intendono soddisfare. Dopo aver chiaramente individuato i target e i risultati attesi, compatibilmente con le risorse disponibili, l’organizzazione pianifica e realizza le misure che ritiene più appropriate per i propri scopi. In questa fase, l’esperienza di un provider di welfare aziendale e il supporto tecnologico che questi può fornire sono molto utili per poter continuare a concentrare le proprie energie sul core business primario e ottenere il massimo dal proprio piano di welfare. Lo scopo di uno specialista qualificato quale è il provider di welfare aziendale è infatti quello di gestire il piano in tutti i suoi aspetti: dalle incombenze amministrative e gestionali all’erogazione dei benefit ai dipendenti. Dopo aver definito i servizi e i beni dei quali è possibile usufruire, è importante comprendere come erogarli in modo pratico ed efficace. Una volta attivato il piano di welfare aziendale, i lavoratori possono accedere a un portale personalizzato per fruire dei servizi e dei crediti welfare.   Day Welfare è il portale di Up Day che consente di gestire in modo semplice i piani di welfare aziendale rendendo facile e sicura l’esperienza sia del personale sia delle funzioni che si occupano della gestione e dell’amministrazione del personale.   La piattaforma welfare per la gestione dei flexible benefit può essere utilizzata da qualsiasi dispositivo ed è possibile capire quali sono i benefit a disposizione e utilizzarli in modo semplice, intuitivo e rapido. Inoltre, è presente un servizio di assistenza completo per i dipendenti e per i referenti aziendali. In questo modo, il welfare aziendale può essere offerto in modo efficiente e comodo per i dipendenti, migliorando la soddisfazione dei collaboratori e l'efficienza dell'azienda. Grazie alle convenzioni stipulate con imprese che si occupano di servizi alla persona e con importanti partner commerciali, attraverso la piattaforma Day Welfare è possibile offrire ai propri dipendenti un ampio ventaglio di beni e servizi. Qual è la differenza tra fringe benefit e welfare aziendale? Il welfare aziendale e i fringe benefit sono entrambi strumenti a disposizione delle aziende per incentivare e premiare i propri dipendenti, ma esistono alcune differenze significative fra i due. Il welfare aziendale riguarda un insieme di prestazioni e servizi offerti dall'azienda ai propri dipendenti con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita del lavoratore e della sua famiglia. Questi servizi sono di solito erogati in modo gratuito o scontato e possono riguardare ad esempio l'assistenza sanitaria integrativa, l'accesso a servizi di asilo nido, il supporto per l'acquisto di beni come computer o biciclette. Inoltre, il welfare aziendale è in genere riconosciuto a tutti i dipendenti o a una specifica categoria. I fringe benefits, invece, sono vantaggi e premi aggiuntivi che l'azienda concede ai propri dipendenti. Essi possono riguardare ad esempio la possibilità di partecipare a eventi sportivi o culturali, l'accesso a corsi di formazione, la concessione di auto aziendali o il rimborso spese per pasti e trasporti. I fringe benefit possono essere concessi a tutti i dipendenti o solo a una parte di essi in base alla loro posizione all'interno dell'azienda o ai risultati raggiunti. Sebbene negli ultimi anni il legislatore abbia innalzato il limite di non imponibilità dei fringe benefit, la soglia per il welfare aziendale è molto più alta e deve sottostare a una rigida regolamentazione. Ad ogni modo, sia i fringe benefits che il welfare aziendale contribuiscono a migliorare il clima aziendale e il benessere dei lavoratori.