Welfare Aziendale

Tanti servizi su misura adatti a tutti gli stili di vita dei dipendenti. Salute, famiglia, previdenza , trasporto, tempo libero e acquisti.

Riccardo Pirrone intervistato da Alessandra Bertazzoni
Novembre 10, 2025
Welfare Aziendale

Serve un Welfare Media Manager? L’intervista a Riccardo Pirrone

Durante l’evento ESG & Welfare organizzato da Day a Roma, Alessandra Bertazzoni, Relationship Manager, ha dialogato con Riccardo Pirrone, uno dei nomi più noti e influenti della comunicazione digitale in Italia. Presidente dell’Associazione Italiana Social Media Manager, Pirrone è CEO dell’agenzia Kirweb ed è conosciuto al grande pubblico come responsabile della comunicazione di Taffo, il brand di pompe funebri che ha rivoluzionato il linguaggio dei social con la sua ironia irriverente e provocatoria, diventando un vero e proprio caso di studio. Il suo intervento è stato l'occasione per riflettere su un tema insolito: come comunicare il welfare aziendale con la stessa efficacia e autenticità con cui si comunica un brand? In altre parole: serve davvero un "Welfare Media Manager"? E, se sì, da dove si comincia? Quali strategie, linguaggi, strumenti — e soprattutto quale mentalità — servono per raccontare in modo credibile il benessere delle persone dentro un’organizzazione? Ne è nata una conversazione vivace, piena di spunti concreti e di riflessioni sul valore della comunicazione interna come leva di sostenibilità: Alessandra Bertazzoni: Riccardo, tu vieni da un mondo molto diverso, quello della comunicazione. Che cosa ti ha spinto ad accettare l’invito di Day e parlare di welfare aziendale? Riccardo Pirrone: Mi ha convinto il fatto che il welfare, in fondo, è comunicazione. È il modo in cui un’azienda parla di sé stessa attraverso le sue azioni, non attraverso gli slogan. Io vengo dal mondo del marketing, dove siamo abituati a dire che "la comunicazione è tutto", ma in realtà tutto è comunicazione: anche un piano welfare lo è. Quando un’azienda decide di fare welfare, sta dicendo qualcosa su chi è, su come considera le persone, su che idea di società ha in mente. AB: Quindi il welfare come linguaggio dell’impresa? RP: Esattamente. Le aziende, oggi, non comunicano solo con la pubblicità: comunicano con i comportamenti. Se investi sul benessere dei tuoi dipendenti, se rispetti l'ambiente, se ti prendi cura delle relazioni interne, non hai bisogno di fare grandi campagne: la comunicazione accade da sola, perché le persone parlano bene di te. Il welfare è la forma più autentica di storytelling, perché racconta i fatti, non le promesse. AB: Spesso però le aziende comunicano il welfare come se fosse un'operazione di immagine. RP: Sì, e questo è un errore comune. Il welfare non si comunica per vantarsi, si comunica per condividere. Se lo usi come vetrina, perdi credibilità; se lo racconti per ispirare altre aziende o per spiegare come hai migliorato la vita dei tuoi collaboratori, allora funziona. La chiave è la trasparenza: dire anche le cose che non sono andate come previsto, far vedere che dietro ai risultati ci sono persone vere, non modelli da brochure. AB: Tu lavori con brand molto noti per la loro comunicazione ironica, come Taffo. C’è spazio per l’ironia anche quando si parla di welfare o sostenibilità? RP: Assolutamente sì, ma bisogna saperla dosare. L’ironia serve a rompere le barriere, a far arrivare messaggi che altrimenti sembrerebbero troppo istituzionali o noiosi. Il problema è che molte aziende hanno paura di essere ironiche, perché pensano che non sia “professionale”. Ma se l’ironia è usata con intelligenza, diventa un modo per umanizzare la comunicazione, e il welfare, in fondo, parla proprio di umanità. Io dico sempre che non serve prendersi troppo sul serio per essere seri: basta essere sinceri. AB: C’è un consiglio che daresti alle aziende che vogliono comunicare meglio le proprie iniziative di welfare? RP: Sì, non cercate la perfezione, cercate la coerenza. La comunicazione perfetta non esiste. Esiste quella coerente, che rispecchia ciò che siete davvero. Mostrate il dietro le quinte, fate parlare i vostri dipendenti, fate vedere i risultati concreti. E soprattutto: comunicate anche quando non avete numeri clamorosi da mostrare. Le persone vogliono verità, non performance. E poi ricordate che la comunicazione non è un reparto, è un comportamento collettivo. Tutti, in azienda, comunicano: dal CEO all’addetto alla reception. Il welfare, se è vissuto davvero, diventa parte naturale del racconto aziendale. AB: In chiusura, se dovessi sintetizzare il senso del tuo intervento in una frase? RP: Direi che la comunicazione rende concreto il welfare. Perché se non lo racconti, il welfare resta un gesto invisibile. E se lo racconti male, diventa solo marketing. Ma se lo racconti bene, con autenticità, allora diventa cultura. E questo, per me, è il punto in comune tra comunicazione e sostenibilità: entrambe funzionano solo se sono veri atti di responsabilità.
benessere psicologico
Ottobre 20, 2025
Welfare Aziendale

Consumo consapevole ed esperienziale per il benessere psicologico, al lavoro e nella vita

L'epoca in cui viviamo è un bombardamento continuo di stimoli: notifiche che ci invitano a comprare l’ultimo prodotto di tendenza, offerte lampo che scompaiono in un click, esperienze sempre più immediate che promettono gratificazione istantanea. In mezzo a questo flusso, è facile sentirsi sopraffatti e perdere di vista ciò che conta davvero. Una risposta possibile a questo ritmo frenetico è adottare stili di consumo consapevole: fermarsi a riflettere sulle proprie scelte e dare priorità a ciò che porta valore reale, non solo per l’ambiente e le nostre risorse economiche, ma anche per il nostro equilibrio mentale e la qualità della vita. Consumo consapevole e salute mentale Il valore del tempo e il consumo esperienziale L'impegno di Day per promuovere il benessere psicofisico Consumo consapevole e salute mentale Adottare un approccio più attento al consumo significa fare scelte che riducono lo stress, aumentano il senso di controllo e migliorano la stabilità emotiva. Concentrarsi su ciò che è davvero significativo permette di liberare spazio mentale e interiore, favorendo maggiore serenità e soddisfazione personale. In questo contesto, il supporto psicologico assume un ruolo sempre più centrale: oggi, sempre più persone riconoscono il valore di prendersi cura della propria salute mentale, non solo nei momenti di difficoltà, ma come pratica quotidiana di benessere e prevenzione. Superando gradualmente lo stigma che a lungo lo ha contraddistinto, il sostegno psicologico viene visto come uno strumento utile a tutti, indipendentemente dall’età e dal contesto. Le aziende possono contribuire offrendo servizi di welfare dedicati, tra cui percorsi di consulenza psicologica, anche online, per aiutare i dipendenti a gestire lo stress e favorire un ambiente di lavoro equilibrato e positivo. Un segnale dell’importanza del benessere psicologico viene anche a livello istituzionale da iniziative come il Bonus Psicologo, una manovra che mira a rendere più accessibili le consulenze professionali, a riprova di quanto la salute mentale sia oggi considerata un elemento centrale del benessere individuale e collettivo. Il valore del tempo e il consumo esperienziale Dopo aver parlato dell’importanza della salute mentale e del supporto psicologico, è naturale riflettere anche su come investiamo il nostro tempo e le nostre energie, fondamentali per il nostro equilibrio. Cresce, ad esempio, l’interesse per il consumo esperienziale: dedicare tempo a corsi, attività culturali, ricreative o formative arricchisce la mente, stimola la creatività e contribuisce direttamente al benessere psicologico. Partecipare a un laboratorio creativo, a un corso di cucina, a una visita guidata o a un'attività sportiva significa sviluppare competenze, coltivare relazioni e creare ricordi duraturi, investendo in momenti autentici di piacere e arricchimento personale. Le aziende possono sostenere questo approccio offrendo ai dipendenti accesso a percorsi formativi, workshop o attività dedicate allo sviluppo delle proprie capacità e potenzialità. In questo modo si crea un circolo virtuoso: i dipendenti acquisiscono nuove competenze, aumentano motivazione e soddisfazione, e l’organizzazione beneficia di un clima più stimolante e collaborativo, dove apprendimento e benessere diventano parte integrante della quotidianità lavorativa. L’impegno di Day per promuovere il benessere psicofisico Day, come Società Benefit, pone il benessere psicologico e psicofisico al centro delle proprie attività, aiutando le persone a gestire lo stress e le energie quotidiane attraverso scelte più consapevoli. L’azienda mette a disposizione dei propri dipendenti, ma anche dei clienti tramite piattaforme welfare su misura, una serie di strumenti e servizi pensati per sostenere il benessere in diversi ambiti della vita. Sul fronte del benessere psicologico, la piattaforma offre sedute di terapia individuale o di coppia, percorsi dedicati all’autostima, all’empowerment e alla gestione dell’ansia, dei conflitti o delle fobie. Sono disponibili servizi di supporto familiare, dedicati a genitori e caregiver, e strumenti per la cura del sonno, per neonati ma anche per adulti. Completano l’offerta programmi di coaching e interventi "SOS lavoro" per affrontare situazioni professionali particolarmente stressanti. Per la cura del corpo e della salute, l’offerta spazia dalle consulenze con nutrizionisti a un'ampia gamma di attività sportive, yoga, danza e altre discipline, fino alla collaborazione con centri termali partner che, oltre alle terapie mediche, mettono a disposizione pacchetti relax, zen, ayurvedici e sensoriali, pensati per un benessere completo. Sul fronte dell’arricchimento personale, Day propone numerose possibilità di consumo esperienziale: viaggi ed escursioni, spettacoli, corsi e laboratori formativi pensati per stimolare la creatività, sviluppare nuove competenze e favorire un equilibrio tra lavoro e vita privata. In questo modo, il welfare diventa un’opportunità concreta di benessere.
pasti equilibrati piani nutrizionali
Ottobre 13, 2025
Welfare Aziendale

Piani nutrizionali aziendali: pasti equilibrati anche in pausa pranzo

La pausa pranzo è un momento importante della giornata: non solo ci permette di staccare, ma influisce direttamente su energia, concentrazione e benessere durante il pomeriggio. Eppure, per abitudine o mancanza di tempo, viene spesso vissuta con disattenzione: mangiare in modo frettoloso o poco bilanciato, oppure saltare i pasti, può causare sonnolenza, cali di attenzione e fame anticipata. Con pochi accorgimenti, invece, la pausa pranzo può diventare un alleato concreto della nostra salute quotidiana. Cosa mangiare per mantenere energia e concentrazione Sia che tu pranzi fuori casa o porti il pasto da casa, prova a comporre un piatto unico equilibrato che comprenda: una fonte di carboidrati complessi (pane integrale, riso, farro, cous cous), una fonte proteica (legumi, carne bianca, uova, pesce, tofu), verdure cotte o crude, un condimento sano, come l’olio extravergine d’oliva. Questa combinazione favorisce il senso di sazietà e mantiene attiva la mente per ore, evitando i classici “crolli” del primo pomeriggio. Evita, per quanto possibile, piatti eccessivamente ricchi di grassi, fritti o dolci troppo zuccherati, che appesantiscono la digestione e riducono la lucidità mentale. In alternativa, puoi aggiungere una porzione di frutta e, se il tuo pomeriggio sarà lungo o intenso, porta con te uno spuntino sano come della frutta secca o uno yogurt. Buone abitudini per una pausa davvero rigenerante Alcune semplici pratiche possono rendere la pausa pranzo ancora più efficace: Dedica tempo alla pausa: mangiare davanti al computer può aumentare lo stress e peggiorare la digestione. Prepara i pasti con un minimo di anticipo: eviterai scelte impulsive e poco bilanciate. Mantieni una buona idratazione durante la giornata. Ascolta i segnali del corpo: mangia con calma e riconosci la vera fame. Mangiare bene non significa seguire regole rigide e non sgarrare mai, ma fare scelte più consapevoli che, ripetute nel tempo, migliorano concretamente la qualità della vita. Anche una pausa pranzo semplice e ben pensata può fare la differenza per il tuo benessere quotidiano. Il supporto di aziende attente al benessere Sempre più aziende scelgono di promuovere uno stile alimentare sano anche sul luogo di lavoro. In quest’ottica, Day ha attivato una collaborazione con Balanced, una realtà specializzata in nutrizione e benessere. Attraverso un approccio scientifico, personalizzato e accessibile via app, Balanced accompagna le persone in un percorso graduale verso un’alimentazione più consapevole e sostenibile. La partnership tra Day e Balanced consente così di integrare i piani di welfare aziendale con programmi nutrizionali concreti, fruibili anche durante la pausa pranzo, rendendo più semplice adottare abitudini salutari nella vita quotidiana.   Dott.ssa Margherita Chiadò
gestire welfare aziendale dopo dimissioni
Ottobre 06, 2025
Welfare Aziendale

Come gestire il welfare aziendale dopo le dimissioni

Il welfare aziendale è un termine che racchiude tutto l’insieme di strumenti e servizi che le imprese mettono a disposizione dei propri dipendenti con l’obiettivo di migliorare la loro qualità della vita e favorire il loro benessere individuale e familiare. Grazie agli incentivi fiscali che vengono rivalutati e aggiornati ogni anno durante le revisioni di bilancio, il welfare è diventato una componente fondamentale della retribuzione complessiva. Ma cosa accade a questi benefici nel momento in cui un lavoratore presenta le proprie dimissioni? La risposta non è così semplice: molto dipende dal tipo di benefit, dalla fonte del welfare (CCNL, conversione del PdR o on-top), dal contratto collettivo nazionale (CCNL) applicato, dagli accordi sindacali e, soprattutto, dai regolamenti che disciplinano i vari elementi del piano di welfare. In questo articolo analizzeremo i principali aspetti da considerare per gestire al meglio il welfare aziendale dopo le dimissioni. Cosa succede al welfare aziendale dopo le dimissioni? Quali vantaggi si estinguono con le dimissioni e quali no? Cosa cambia a seconda del CCNL di riferimento? Cosa controllare prima di lasciare l'azienda Consigli utili per dipendenti e azienda Cosa succede al welfare aziendale dopo le dimissioni? Quando un dipendente rassegna le dimissioni, il rapporto di lavoro cessa e con esso anche la maggior parte dei vantaggi legati al welfare aziendale. Tuttavia, non tutti i benefit hanno lo stesso destino. Alcuni si estinguono automaticamente con la fine del contratto, altri possono essere trasferiti, riscattati o utilizzati entro determinati termini. Se stai per dare le dimissioni o hai dato le dimissioni di recente, è fondamentale che tu conosca i tuoi diritti e le regole applicabili a ciascun beneficio, per non rischiare di perdere opportunità economiche o coperture assicurative importanti. Quali vantaggi si estinguono con le dimissioni e quali no? Solitamente i buoni pasto, fringe benefit come auto aziendale o telefono, accesso a piattaforme di welfare digitale, servizi aziendali interni (palestra, mensa, convenzioni) tendono a estinguersi o non essere più validi dalla data in cui le dimissioni hanno effetto. Invece, possono essere mantenuti o trasferiti: previdenza complementare (che resta di proprietà del lavoratore), fondi di sanità integrativa (che possono continuare a essere utilizzati se previsti dal fondo), crediti maturati ma non ancora spesi (da utilizzare entro le scadenze fissate). Alcune aziende offrono periodi definiti, dall’inglese “grace periods”, durante i quali quali l’ex dipendente può ancora utilizzare determinati servizi anche dopo il termine del contratto di lavoro. Cosa cambia a seconda del CCNL di riferimento? Va notato che il CCNL applicato può avere un ruolo rilevante. Alcuni contratti collettivi prevedono fondi di categoria per previdenza o sanità integrativa a cui il lavoratore continua a partecipare anche dopo le dimissioni, a patto che venga versata una quota individuale. Altri disciplinano la gestione dei buoni pasto non utilizzati o dei rimborsi spese. Ad esempio: CCNL Commercio: prevede fondi sanitari integrativi obbligatori, ai quali si può continuare ad aderire individualmente; CCNL Metalmeccanici: stabilisce regole precise su previdenza complementare (Fondo Cometa), che generalmente può essere trasferita, riscattata o mantenuta nel fondo; CCNL Terziario e Servizi: disciplina alcune forme di assistenza sanitaria collettiva. È quindi essenziale che verifichi le norme del tuo CCNL per sapere cosa mantieni e cosa perdi quando dai le dimissioni. Cosa controllare prima di lasciare l'azienda Prima di lasciare l’azienda in maniera definitiva, ti consigliamo di controllare cosa succede ai seguenti benefit: Previdenza complementare Il fondo pensione o la previdenza integrativa non si perde mai. I contributi versati restano di proprietà del lavoratore, che può scegliere di: lasciare la posizione aperta e non versare ulteriori contributi; trasferire la posizione a un nuovo fondo collegato alla nuova azienda; continuare a versare contributi volontari individuali. È importante che comunichi tempestivamente al fondo l’interruzione del rapporto di lavoro per non interrompere la gestione corretta della posizione. Sanità integrativa Molti fondi sanitari di categoria consentono di mantenere le coperture anche dopo le dimissioni, previo pagamento di una quota annuale. Alcune polizze aziendali, invece, cessano automaticamente con l’ultimo giorno di lavoro. Prima di dimettersi, è utile richiedere alla propria azienda o al fondo informazioni sulle modalità di prosecuzione. Buoni pasto e altri benefit non utilizzati I buoni pasto elettronici o cartacei rimangono validi fino alla loro scadenza naturale, anche se il rapporto di lavoro è terminato. È bene però controllare eventuali limiti stabiliti dall’azienda. Altri benefit, come voucher per palestre o corsi di formazione, possono avere termini più rigidi: spesso devono essere utilizzati entro la data di cessazione del contratto. Fringe benefit Auto aziendale, computer, smartphone e altri strumenti concessi in uso promiscuo devono essere restituiti alla cessazione del rapporto. Alcune aziende permettono l’acquisto di questi beni a prezzo agevolato. Vale la pena che ti informi su questa possibilità per non perdere un’occasione. Crediti residui Molti piani di welfare aziendale prevedono un “conto welfare” su cui il dipendente accumula crediti da spendere in servizi o rimborsi (spese scolastiche, trasporto, mutuo, ecc.). Alla cessazione del rapporto, spesso i crediti non utilizzati decadono. Ti consigliamo quindi di spenderli prima delle dimissioni, salvo diversa previsione aziendale. Consigli utili per dipendenti e azienda Ecco alcuni consigli utili sia per te che per l’azienda in cui lavori. Per te, dipendente: fai un controllo completo del tuo pacchetto welfare prima di dimetterti; contatta i fondi di categoria (pensione e sanità) per chiarire le opzioni di prosecuzione; utilizza tutti i benefit disponibili prima dell’ultimo giorno di lavoro; chiedi al tuo punto di riferimento in HR tutti le informazioni su eventuali procedure interne (restituzione beni, scadenze crediti, opzioni di riscatto). Per l’azienda: è importante fornire un documento riepilogativo con tutti i dettagli sul welfare ai propri dipendenti; è necessario facilitare il trasferimento di fondi pensione e sanitari, offrendo assistenza burocratica; deve sempre comunicare con trasparenza le scadenze relative ai crediti residui e ai benefit non utilizzati; deve prevedere policy standard che evitino contenziosi o fraintendimenti. Un aspetto spesso trascurato è la mancata informazione. Molti dipendenti lasciano l’azienda senza sapere che i loro crediti welfare decadono o che la copertura sanitaria può essere prolungata. D’altro canto, alcune aziende non comunicano in maniera chiara le procedure di chiusura dei benefit. Questo genera malcontento e, in alcuni casi, contestazioni legali. Ti consigliamo di informarti bene, soprattutto perché trasferire in maniera ordinata la previdenza complementare o fare scelte consapevoli in materia di sanità integrativa possono garantire continuità e sicurezza anche durante un periodo di transizione lavorativa. Conoscere in anticipo cosa succede ai diversi strumenti permette di non perdere valore e di gestire in modo più sereno il passaggio a una nuova esperienza lavorativa. Tanto per il dipendente quanto per l’azienda, la trasparenza e la comunicazione sono fondamentali: il primo per tutelare i propri diritti, la seconda per rafforzare la propria reputazione e garantire un rapporto di fiducia anche al termine della collaborazione.
welfare culturale aziendale
Agosto 25, 2025
Welfare Aziendale

Il ruolo della cultura nel welfare: una cura per persone e territori

C’è un tipo di benessere che va oltre i benefit materiali: ha a che fare con l’ispirazione, la crescita personale, la qualità delle relazioni. Un benessere che nasce anche dalla cultura, dalla bellezza, dalla possibilità di vivere esperienze che arricchiscono davvero. Sempre più aziende lo stanno riscoprendo, scegliendo di includere questa dimensione all’interno delle proprie politiche di welfare. Cultura come welfare, un cambio di sguardo Libri, cinema, teatro, formazione: è tutto welfare Cultura e organizzazione: bellezza che genera valore La proposta di Day per il welfare culturale Un welfare che lascia il segno Cultura come welfare, un cambio di sguardo Oggi, per molte persone, l’azienda è uno dei pochi luoghi in cui entrare davvero in contatto con la cultura. Si lavora tanto, il tempo è poco e le occasioni per accedere alla conoscenza rischiano di ridursi sempre di più. Ecco perché portare la cultura nei luoghi di lavoro non è solo una scelta di valore, ma anche una responsabilità. Ripensare gli spazi aziendali come presìdi culturali significa rimettere al centro le persone, offrendo nuove opportunità formative anche dove spesso mancano. Significa creare ambienti più ricchi di senso, dove bellezza e pensiero critico possano alimentare benessere, creatività e relazioni più autentiche. Libri, cinema, teatro, formazione: è tutto welfare Leggere un libro, frequentare un corso di formazione, regalarsi una serata a teatro o un concerto, accedere a contenuti culturali e creativi tramite le piattaforme digitali… Tutte queste attività contribuiscono al benessere mentale, alla crescita individuale, alla riduzione dello stress. Ecco perché è importante renderle sempre più accessibili, anche attraverso il welfare aziendale. Le aziende che scelgono questa strada non solo offrono ai propri collaboratori un’opportunità in più, ma contribuiscono a promuovere un modo più consapevole e di qualità di vivere il tempo libero, aprendo spazi di benessere e cultura. Lo racconta bene anche "Le reti dell'arte", un podcast che esplora il rapporto tra impresa e creatività attraverso esperienze reali: progetti in cui l’arte non è ornamento, ma un motore di innovazione e benessere condiviso. Cultura e organizzazione: bellezza che genera valore Quando l’arte entra davvero nella vita dell’azienda – non come ornamento, ma come parte del suo modo di essere – può diventare un potente motore di cambiamento. Pittura, musica, fotografia, poesia: se rese accessibili nei luoghi di lavoro, queste forme espressive aiutano a liberare l’immaginazione, aprono spazi di dialogo e rafforzano il senso di appartenenza. In un mondo dove si corre sempre dietro a obiettivi e performance, creare momenti di bellezza e ispirazione è fondamentale per ricaricare le energie, ritrovare motivazione, guardare più lontano. Mostre, incontri, laboratori culturali diventano così strumenti preziosi per prevenire la stanchezza mentale, il disincanto e la disconnessione – che oggi, nei contesti ad alta intensità cognitiva, sono sempre più comuni. La bellezza scuote, arricchisce, mette in movimento. E aiuta a ritrovare senso, dentro e fuori l’organizzazione. La proposta di Day per il welfare culturale Nella piattaforma Welfare di Day la cultura ha un ruolo speciale: è un ambito trasversale, capace di rispondere a esigenze diverse e di accompagnare le persone nella vita di tutti i giorni con strumenti semplici, accessibili e personalizzabili. Ci sono le gift card culturali, che permettono di accedere a piattaforme come Sky, Disney+, NOW, Spotify e DAZN, per film, serie TV, musica e sport in streaming. Ci sono i libri scolastici, disponibili grazie alla collaborazione con Hoepli, pensati per le famiglie che devono affrontare l’acquisto dei testi per l’anno scolastico. Non mancano poi tante opzioni per percorsi formativi dedicati al benessere mentale e personale, perché cultura significa anche prendersi cura di sé. In più, attraverso la piattaforma è possibile acquistare biglietti per attività culturali da vivere nel tempo libero: cinema, teatro, mostre ed eventi, per fare della cultura un’esperienza concreta e condivisa. Sono strumenti diversi, ma accomunati da un unico obiettivo: rendere la cultura alla portata di tutti. Farla diventare fruibile, quotidiana, parte integrante del benessere personale. Un welfare che lascia il segno Investire nella cultura conviene a tutti: alle persone, che possono trovare nuovi stimoli e opportunità; alle aziende, che creano ambienti più coinvolgenti; e ai territori, che si arricchiscono di esperienze e valore condiviso. Un welfare che include la cultura è un welfare che si prende cura davvero dei desideri, delle potenzialità e della bellezza che ciascuno porta con sé. La cultura non è un lusso, ma una necessità e un’opportunità concreta di trasformazione.