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Maggio 06, 2024
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Rinnovo CCNL metalmeccanici: tutte le novità
L’accordo per il CCNL del settore metalmeccanico, entrato in vigore nel 2021, sarà valido fino al 30 giugno 2024. Ecco cosa comprende e tutte le novità relative all'anno corrente.
Il 5 febbraio 2021 è stato firmato il nuovo contratto collettivo per il settore metalmeccanico, che conferma le disposizioni in materia di welfare aziendale e introduce importanti novità in tema di retribuzione.
In questo articolo potrai trovare tutte le informazioni sul rinnovo della contrattazione collettiva per i metalmeccanici che rimarrà valida fino al 2024.
Cosa dice il CCNL metalmeccanici sui buoni pasto
Novità normative 2022
Novità retributive
Cosa dice il CCNL metalmeccanici sui buoni pasto
L’articolo 8, Sezione Quarta del CCNL metalmeccanici si occupa di regolamentare l’erogazione dei servizi di mensa aziendale per le imprese del settore. Vista la complessità e la non omogeneità degli istituti in vigore, stabilisce che nelle aziende rimangano in vigore le regole stabilite attraverso gli accordi stipulati fin d’ora, per quanto riguarda il servizio di mensa aziendale.
Ciò vuol dire che le imprese possono scegliere di erogare i buoni pasto ai propri collaboratori seguendo le regole stabilite dalla normativa vigente (art. 51 del TUIR), anche per quanto riguarda le tasse. Questo significa che i buoni pasto erogati ai lavoratori dipendenti del settore metalmeccanico sono esenti da tassazione per un tetto massimo di 4 euro per i buoni cartacei e di 8 euro per i buoni pasto elettronici.
Nel caso venga corrisposta in busta paga un’indennità di mensa in denaro, questa è compresa nel calcolo del reddito da lavoro dipendente ma non è computabile ai fini del calcolo del TFR.
Novità normative 2024
Per quanto riguarda il welfare contrattuale previsto dal CCNL dei metalmeccanici, è stato stabilito che i datori di lavoro che applicano il contratto devono garantire ai propri dipendenti, anche nel 2024, l'assegnazione di strumenti di welfare aziendale del valore di 200 euro all'anno. Questi strumenti possono essere utilizzati tramite buoni welfare per una varietà di beni e servizi elencati nel contratto, come servizi educativi o ricreativi, assistenza ai familiari e fringe benefit.
Quindi, i 200 euro assegnati dai datori di lavoro nel 2023 potranno essere utilizzati dai dipendenti (sia lavoratori con contratto a tempo indeterminato che determinato che abbiano raggiunto i 3 mesi di anzianità) entro il 31 maggio 2024. Allo stesso modo, i 200 euro assegnati nel 2024 potranno essere utilizzati entro il 31 maggio 2025 per fruire di beni e servizi di welfare aziendale.
Welfare aziendale
In materia di welfare aziendale ci sono importanti conferme e novità, che riguardano i flexible benefit, la previdenza complementare, l’assistenza sanitaria e lo smart working.
Flexible Benefit
Per quanto riguarda i flexible benefit è stato confermato l’importo di 200 euro annui stabilito dalla precedente contrattazione collettiva. Si tratta di un importo che le imprese utilizzare per erogare beni e servizi finalizzati a migliorare la vita personale e familiare dei lavoratori.
Dal 1 giugno 2023 spetta un flexible benefit di un valore di 200 euro a tutti i lavoratori a tempo indeterminato, in forza a tale data, e per i lavoratori a tempo determinato con un’anzianità di almeno 3 mesi anche non consecutiva, da gennaio a dicembre 2022, da usufruire entro maggio 2024.
Flexible benefit su misura
Up Day mette a disposizione delle aziende e dei loro collaboratori le soluzioni più adatte alle diverse esigenze. Soluzioni che sono fiscalmente vantaggiose, facili da gestire e personalizzate.
In linea con quanto stabilito dal contratto, soddisfano i desideri di tutti. Si tratta dei buoni spesa Cadhoc e della piattaforma Day Welfare.
I buoni spesa Cadhoc rappresentano la soluzione ideale per adempiere alle condizioni previste in materia di welfare aziendale perché sono uno strumento pratico, immediato e soddisfacente sia per l’azienda che per il dipendente. L’azienda recupera l’importo speso per il loro acquisto attraverso la deduzione della fattura e il dipendente gode di un importo netto, senza trattenute, da poter spendere nelle principali catene GDO, nel negozio preferito o anche nei migliori e-commerce online. Con Cadhoc si va incontro alle esigenze di tutti: a quelle della famiglia numerosa che può spendere il suo buono per la spesa alimentare a quella del lavoratore giovane, il quale può decidere di investire in libri, tecnologia, prodotti sportivi, buoni carburante e altro.
Il Fringe Benefit è 100% deducibile per i dipendenti fino ad un massimo di 1.000 euro all’anno per tutti i dipendenti (innalzato a 2000 € all’anno per i dipendenti con figli fiscalmente a carico per il solo 2024).
Oltre ai voucher, Day mette a disposizione delle imprese e dei loro dipendenti la piattaforma Day Welfare, lo strumento ideale per gestire beni e servizi alla persona e alla famiglia e migliorare il benessere dei dipendenti.
Day welfare offre pacchetti on line personalizzabili e facili da selezionare, perfetti per soddisfare le esigenze di tutti i dipendenti, che offrono la possibilità di spendere il credito welfare in una vasta rete di partner presenti su tutto il territorio nazionale (sport, tempo libero, palestre, cinema, shopping e tanto altro).
Previdenza Integrativa
A partire dal mese di giugno 2022 è stato previsto un aumento dal 2% al 2,2% per i dipendenti under 35 iscritti al Fondo Cometa (fondo per la previdenza complementare del settore metalmeccanico).
La previdenza rappresenta uno dei settori del welfare aziendale che può beneficiare di detassazione e decontribuzione complete.
Attraverso accordi sindacali nell'ambito della contrattazione di secondo livello, è possibile introdurre la possibilità per i dipendenti di destinare una parte della propria retribuzione, come ad esempio il premio di produzione o quote stabilite dal contratto integrativo, sotto forma di versamenti ai fondi di previdenza complementare. Questo permette di sfruttare l'esenzione totale prevista per il welfare.
Assistenza Sanitaria Integrativa
Confermata l’assistenza sanitaria a carico delle aziende dell’industria metalmeccanica attraverso il Fondo Métasalute.
Si possono iscrivere a Métasalute i dipendenti delle imprese che seguono il CCNL dell'industria metalmeccanica e dell'installazione di impianti, una volta superato il periodo di prova. Le forme contrattuali a cui si applica l'iscrizione includono:
Contratti a tempo indeterminato, compresi i lavoratori part-time (sia orizzontali che verticali) e quelli che lavorano da casa.
Contratti di apprendistato.
Contratti a tempo determinato con una durata non inferiore a 5 mesi dalla data di iscrizione.
Come stabilito dal Fondo Mètasalute per il triennio 2024-2026, in fondo prevede i seguenti Piani Sanitari:
Piano BASE con contribuzione mensile pari a euro 13,00 su base annua;
Piano MS1 con contribuzione mensile pari a euro 16,67 su base annua;
Piano MS2 con contribuzione mensile pari a euro 23,34 su base annua;
Piano MS3 con contribuzione mensile pari a euro 34,00 su base annua;
Piano MS4 con contribuzione mensile pari a euro 75,00 su base annua.
Smart Working
I modelli di flessibilità forniti dallo smart working o “lavoro agile” sono spesso caratterizzati da una maggiore articolazione e una struttura meno rigida rispetto al tradizionale telelavoro. Sono progettati per adattarsi alle diverse esigenze dei lavoratori, consentendo loro di attivare modalità e orari in base alle proprie necessità. Questi modelli di flessibilità di solito includono il mantenimento delle normative e dei diritti che riguardano tutti i lavoratori, ma con modalità di esercizio che possono essere adattate in modi diversi a seconda delle circostanze.
Misure per le donne vittime di violenza di genere
Il CCNL metalmeccanici prevede anche delle agevolazioni per le lavoratrici vittime di violenza di genere inserite in un percorso di protezione. In particolare, avranno la possibilità di assentarsi dal lavoro per un periodo di 6 mesi avendo comunque diritto alla retribuzione.
È previsto, inoltre, che le lavoratrici vittime di violenza possano accedere al part-time e allo smart working o ricevere agevolazioni in merito alla flessibilità oraria.
Le lavoratrici avranno anche diritto alla formazione, al loro rientro in azienda e a richiedere il trasferimento alle stesse condizioni economiche e normative.
Novità retributive
Con il rinnovo del contratto collettivo, per i lavoratori del settore metalmeccanico sono entrate in vigore anche diverse modifiche in materia di retribuzione, che prevedono condizioni più favorevoli per i lavoratori con contratto a tempo indeterminato.
In particolare, è stata prevista l’eliminazione della 1° categoria contrattuale, che comporterà il passaggio di tutti i lavoratori dipendenti delle aziende del settore che ne facevano parte alla seconda categoria. Inoltre, è stato disposto un aumento dello stipendio di base che sarà di 100 euro per il terzo livello e di 112 euro per il quinto livello per il periodo che va dal 1° gennaio 2021 al 30 giugno 2024. Gli aumenti sono stati erogati in questo modo:
giugno 2021, 25 euro;
giugno 2022, 25 euro;
giugno 2023, 27 euro;
giugno 2024, 35 euro.
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Febbraio 06, 2024
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Combattere lo spreco alimentare: l’impegno per un futuro sostenibile
Il 5 febbraio 2024, si è svolta l’11^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare. In questo post, esploreremo le cause dello spreco alimentare, i suoi effetti negativi e come possiamo tutti contribuire a ridurlo.
Il report dell'Osservatorio Waste Watcher International
Cause dello spreco alimentare
Come possiamo ridurre lo spreco alimentare
Last Minute Sotto Casa, il cibo non si butta
Sprecometro, per misurare lo spreco di cibo al ristorante
Il report dell’Osservatorio Waste Watcher International
Lo spreco alimentare è una problematica globale che richiede l'impegno da parte di ciascuno di noi, per poter essere affrontato in modo efficace. Ogni anno, tonnellate di cibo vengono gettate, contribuendo non solo ad una perdita economica, ma anche a gravi impatti sull'ambiente e sulla sicurezza alimentare.
In Italia si continua a buttare via notevoli quantità di cibo. Lo spreco alimentare lungo la filiera, da quanto emerge dal report dell'Osservatorio Waste Watcher International con i dati del "Caso Italia" 2024, ammonta a 13,155 miliardi di euro ed è pari a 4,207 milioni di tonnellate di cibo gettato via. “È una somma che si attesta un po’ sotto un punto percentuale di Pil di valore economico e la maggior parte si concentra nello spreco domestico”, spiega il professor Andrea Segrè, presidente di Waste Watchers International Osservatorio Zero Spreco. Dal rapporto, infatti, emerge come oltre 800milioni di euro di cibo siano stati gettati via direttamente dai produttori, e una somma analoga.
Nel dettaglio, negli ultimi 7 giorni ognuno italiano ha sprecato ben 566,3 grammi di cibo, circa 40 grammi in più rispetto allo scorso anno.
Cause dello spreco alimentare
Una delle prime cause dello spreco alimentare è sicuramente la sovrapproduzione: La produzione eccessiva di cibo sono spesso causate da previsioni errate della domanda o da standard estetici elevati che portano alla scelta di prodotti perfetti esteticamente ma con una breve durata di conservazione.
Un altro importante fattore da tenere monitorato riguarda le scorte eccessive nelle case e nei ristoranti: molte persone tendono ad acquistare più cibo di quanto effettivamente consumano, portando a eccessi nelle dispense e nei frigoriferi. Dall’Osservatorio in realtà, emerge che ristorati, pizzerie, locali e botteghe sprecano meno rispetto a quanto non si faccia a casa. L’attenzione è alta sia nei negozi di alimentari, sia nei ristoranti e nei locali.
Come possiamo ridurre lo spreco alimentare
Il maggior spreco di cibo avviene nelle nostre case e spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto. Seguire dei piccoli accorgimenti e poche regole, può aiutarci a ridurlo sensibilmente.
Pianificare gli acquisti: Prima di recarsi al supermercato, possiamo fare una lista degli alimenti necessari e acquistare solo ciò che si prevede di consumare.
Scegliere cibi "anti-spreco": Optare per frutta e verdura imperfette o confezioni a ridotto costo in quanto prossime alla scadenza può aiutare a ridurre lo spreco.
Conservare e riciclare: Imparare a conservare correttamente gli alimenti e riciclare gli avanzi può estendere la loro durata e ridurre gli sprechi.
Last Minute Sotto Casa, il cibo non si butta
Uno strumento concreto con cui ci impegniamo a combattere lo spreco alimentare è la soluzione digitale LMSC (Last Minute Sotto Casa), parte dell’ecosistema Up Day, che consente ai supermercati di monitorare con rapidità e precisione i prodotti alimentari che si avvicinano alla data di scadenza.
Il nostro sistema, ogni mattino, segnala agli addetti presso i punti vendita quali prodotti stanno per raggiungere la data di scadenza. In pochi minuti il personale sarà in grado di identificarli, toglierli dagli scaffali, metterli in sconto e – in modo totalmente automatico – trasformare questi prodotti in un ‘volantino digitale’ pronto ad essere recapitato sugli smartphone dei cittadini prossimi al supermercato, con i prodotti offerti a prezzo dimezzato!
Più di 2milioni di notifiche sono già state inviate, negli anni, consentendo ai cittadini di acquistare prodotti ancora freschi, a metà prezzo, ed ai supermercati di non sprecare prodotti alimentari ancora freschi e perfettamente edibili!
Sprecometro, per misurare lo spreco di cibo al ristorante
Lo sprecometro è un'app ideata e sviluppata nell'ambito dell'Osservatorio Waste Watcher International su cibo e sostenibilità, nata dal lavoro congiunto del Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna e Last Minute Market, impresa sociale spin off accreditata dall'Alma Mater per la Campagna Spreco Zero. In linea con gli obiettivi dell'Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile, si propone di generare consapevolezza e conoscenze utili per indirizzare persone e gruppi alla riduzione dello spreco alimentare, all'adozione di diete sane e all'uso sostenibile delle risorse naturali. L'app misura in grammi lo spreco alimentare di singoli e gruppi, valutando la perdita economica (Euro), l'impronta carbonica (C02 e km percorsi da un auto) e l'impronta idrica (H20 e bottiglie di acqua da 0.5l).
Da quest'anno Sprecometro entra nelle mense scolastiche attraverso un progetto educativo promosso da Camst group
Combattere lo spreco alimentare è una responsabilità condivisa da tutti noi. Adottare piccoli cambiamenti nelle nostre abitudini quotidiane può fare la differenza. Ogni volta che evitiamo di gettare cibo, stiamo contribuendo a preservare le risorse del nostro pianeta e ad alleviare il problema della fame nel mondo. Insieme, possiamo rendere il nostro modo di consumare cibo più sostenibile e responsabile.
Luglio 27, 2023
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Unicoop Firenze partner dei buoni pasto Up Day
Tutti i supermercati Unicoop Firenze accettano i buoni pasto Up Day: alcune informazioni utili per gli utilizzatori dei buoni pasto che spendono i loro ticket presso la grande distribuzione.
I Buoni Pasto accettati sono sia quelli in formato elettronico che i classici cartacei e li si può spendere in tutta tranquillità presso i 104 punti vendita Unicoop Firenze.
I locali Unicoop più vicini a te
Quanti buoni posso spendere presso Unicoop Firenze
Come utilizzare i buoni pasto all’interno della rete Unicoop
I vantaggi per dipendenti e aziende con i buoni pasto Day
I locali Unicoop più vicini a te
Per verificare i supermercati Unicoop Firenze più vicini a te è a disposizione la mappa dei locali all'interno della nostra app Buoni Up Day e sul nostro portale dedicato agli utilizzatori dei buoni pasto.
Con la app Buoni Up Day e il sito utilizzatori.day.it puoi utilizzare tutti i servizi Up Day con un unico strumento.
Come utilizzare la app ‘Buoni Up Day’ per trovare i negozi Unicoop
All’interno della app, tramite la funzione GESTISCI PRODOTTO puoi associare il prodotto Up Day che utilizzi, per un’esperienza di navigazione personalizzata.
In HOME hai il saldo dei tuoi buoni ed il totale a disposizione.
In GESTISCI CLOUD puoi spostare i tuoi buoni, elettronici o cartacei per un’esperienza digitale. Tante le possibilità di pagamento per assicurarti la spendibilità in ogni tipo di locale. Puoi destinare una parte o la totalità dei buoni all’uso esclusivamente digitale. I buoni in cloud sono spendibili direttamente da smartphone, sia nella rete di punti vendita fisici, sia online sugli e-commerce o piattaforme dei nostri Partner.
In MAPPA cerca i locali che accettano i tuoi buoni, vicino a te o in una località di tuo interesse. I filtri ti aiuteranno a scoprire le specialità gastronomiche, le modalità di pagamento e i servizi che i nostri partner offrono. Sei attento ad uno stile di vita sano e un’alimentazione corretta? Con il filtro PAUSA SANA il tuo pranzo è sempre in equilibrio! Per ogni locale visualizza recensioni, foto e info utili fornite da Google.
In MOVIMENTI tieni sempre tutto sotto controllo. Basta un click per monitorare i buoni pasto validi, i buoni utilizzati con il dettaglio dell’acquisto e i buoni in scadenza da spendere al più presto. RICARICHE la sezione dove è possibile monitorare le ricariche ricevute, lo stato della ricarica e al tocco il dettaglio di ciascuna ricarica: descrizione, data di scadenza, data di inizio validità, valore del buono, numero buoni assegnati e numero di buoni spesi/residui in tempo reale.
La sezione ONLINE permette di poter acquistare nei siti Partner, con il buono pasto elettronico, tante soluzioni per la propria pausa pranzo. Diverse piattaforme di e-commerce che consegnano a domicilio in tutta Italia piatti pronti, spesa o prodotti gastronomici di alta qualità.
Infine nella sezione PROMO trovi tante offerte, promozioni e interessanti iniziative proposte dai nostri Partner.
Quanti buoni posso spendere presso Unicoop Firenze
All’interno della rete dei supermercati Unicoop Firenze è possibile utilizzare lo stesso quantitativo di buoni pasto previsti dal decreto ministeriale 7 giugno 2017 n. 122, che specifica che è possibile utilizzare fino ad un massimo di 8 buoni pasto per ogni singola transazione, cioè per ogni spesa.
I buoni pasto sono un servizio sostitutivo di mensa e per tale motivo possono essere utilizzati per acquisto di bene alimentari, anche all’interno delle gastronomie di supermercati.
Va da se che per l’acquisto di tutte le altre tipologie di beni inseriti nel carrello della spesa, il pagamento dovrà essere effettuato in denaro e non sarà possibile utilizzare i buoni pasto.
Come utilizzare i buoni pasto all’interno della rete Unicoop
Sia che tu abbia un buono pasto cartaceo che elettronico, potrai utilizzarlo all’interno della rete Unicoop Firenze.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei buoni pasto cartacei, il tutto è molto semplice: l’utilizzatore che li riceve dalla sua azienda, al momento del pagamento della sua spesa, stacca dal suo blocchetto i buoni utili a coprire il valore dei beni alimentari acquistati (ma non a superarlo) e li consegna alla cassiera del supermercato. La differenza tra l’importo totale e i buoni pasto consegnati, potrà essere saldata in denaro.
I buoni pasto elettronici invece, precedentemente caricati all’interno di una card, verranno inseriti dalla cassiera all’interno dell’apposito pos, da cui verrà scalato l’importo dovuto. Anche in questo caso, se l’importo della spesa totale è superiore, la differenza verrà saldata in denaro.
Sull’utilizzo dei buoni pasto elettronici, in questo articolo si possono trovare maggiori approfondimenti.
I vantaggi per dipendenti e aziende con i buoni pasto Day
I buoni pasto sono un servizio sostitutivo di mensa molto apprezzato tanto dagli utilizzatori quanto dalle aziende. L’azienda che li acquista beneficia di molte agevolazioni fiscali e il dipendente/utilizzatore aumenta il suo potere d’acquisto e risparmia sulla sua pausa pranzo.
I buoni pasto rientrano tra i benefit che un’azienda può offrire ai suoi collaboratori. Se regolati dai contratti nazionali collettivi sono obbligatori, diversamente non lo sono ma offrono una serie di vantaggi fiscali, per cui l’azienda li preferisce comunque ad altre soluzioni.
Sono esenti da oneri fiscali e previdenziali
Defiscalizzati fino a 4,00 euro/giorno a dipendente per il buono pasto cartaceo e fino a 8,00 euro/giorno per il buono pasto elettronico
Deducibili e IVA detraibili fino al 100. IVA al 4% per le aziende, IVA al 10% per liberi professionisti (titolari d'azienda e soci, imprese individuali)
Erogabili a tutti i lavoratori, dai dipendenti full time e part time ai collaboratori*, dirigenti, soci, liberi professionisti.
Qui puoi calcolare il tuo risparmio rispetto ad un contributo per la pausa pranzo in busta paga.
Per ricevere una consulenza e le soluzioni più adatte alle tue esigenze puoi contattarci al numero 800 834 009 oppure scrivi a info@day.it
Marzo 24, 2023
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OSSERVATORIO SUL WELFARE SOCIALE: IL NUOVO CONTESTO SOCIOECONOMICO E LE MISURE DI CONTRASTO ALLA POVERTÀ E ALLA VULNERABILITÀ
È stata presentata lunedì 20 marzo, a Istituzioni e Parti Sociali la Ricerca di Up Day e Tecné.
Bologna, Marzo 2023 – Alla presenza del Sottosegretario al Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali Claudio Durigon, Nico Stumpo Commissione Affari Sociali della Camera, del Segretario Generale UGL Paolo Capone, di Andrea Cuccello Segretario Confederale CISL e del Presidente AIWA Emmanuele Massagli, è stata presentata lunedì 20 marzo 2023, a Roma la ricerca condotta da Up Day e Tecné focalizzata sulle misure di contrasto alla povertà.
“L’incontro di ieri – dichiara Mariacristina Bertolini Direttore Generale e Vicepresidente Up Day – è stata un’importante occasione di confronto con il Governo, l’opposizione e le Parti Sociali per parlare di strumenti a supporto del reddito come i buoni spesa e tutta l’area relativa ai fringe benefit: se il welfare sociale e aziendale entrassero a far parte del salario complessivo delle persone si aumenterebbe il potere d’acquisto di ciascuno, mettendo in moto un circolo virtuoso in cui l’azienda può sostenere il reddito senza essere gravata da tassazione e il Sistema Paese ne potrà trarre un vantaggio in termini di aumento dei consumi con una conseguente ripartenza dell’economia”.
Il contesto di crisi economico-sociale degli ultimi anni ha infatti accelerato il diffondersi di condizioni di povertà diverse da quelle del passato. Per studiare la povertà oggi occorre tenere conto di forme nuove che si manifestano con un processo di mobilità sociale discendente rispetto alla posizione socioeconomica precedente.
“I nuovi poveri” - afferma Carlo Buttaroni Presidente Tecnè - non si configurano come una classe sociale omogenea e facilmente identificabile, bensì come una massa indistinta dai profili rarefatti. Si tratta di un grande aggregato sociale composto da vulnerabili, quasi poveri e poveri, provenienti da classi sociali assai diverse”.
In particolare, i “working poors” rappresentano un fenomeno rilevante dal punto di vista economico e sociale, perché esprimono una condizione che ha radici nel lavoro stesso che non è più in grado di garantire un reddito sufficiente per una vita senza stenti.
Se la condizione di povertà o quasi-povertà riguarda circa una famiglia su cinque (19%), l’area della vulnerabilità coinvolge l’11% delle famiglie.
La pandemia di Covid-19 esplosa nel 2020 ha avuto un impatto senza precedenti sull’economia italiana, ma, a fronte di un crollo del PIL pari a -9%, la povertà è diminuita scendendo al 10,1% dall’11,4% del 2019.
A questo calo degli indici di povertà hanno dato un contributo determinante gli interventi volti a mitigare gli impatti della pandemia, evitando che il blocco di alcuni settori produttivi e il rallentamento dell’economia aggravasse ancora di più la crisi sociale, oltre all’entrate a regime del reddito di cittadinanza nel 2019.
“Il reddito di cittadinanza come strumento a supporto del reddito è fallito – dichiara Claudio Durigon Sottosegretario al Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali – La ricerca presentata da up Day e Tecnè ci fa capire che la povertà è ancora forte in Italia e bisogna quindi concentrarsi sia nel dare strumenti a supporto, ma anche valorizzare il lavoro attraverso la detassazione e salari proporzionati ai fabbisogni”.
“Il reddito di cittadinanza – aggiunge Nico Stumpo Commissione Affari Sociali della Camera – è stato certamente una misura di grande aiuto in un momento di profonda difficoltà del Paese dovuto alla pandemia e alla crisi economica. Ora è necessario però pensare ad un nuovo modello per l’Italia capace di allargare la fascia del ceto medio utile a far ripartire il Paese. In tale contesto è fondamentale proseguire in questo dialogo tra le parti su welfare, diritti e salari utili ad accrescere la ricchezza all’intero sistema”.
I buoni spesa sociali rientrano tra questi interventi e sono stati finanziati con il Decreto Sostegni bis che ha introdotto agevolazioni per famiglie, lavoratori e imprese danneggiati dagli effetti delle restrizioni adottate a livello nazionale per contrastare la diffusione dell’epidemia da Covid. Tra le misure previste c’era, appunto, lo stanziamento di 500 milioni di euro da erogare ai Comuni per concedere aiuti alle famiglie in difficoltà per l’attivazione di iniziative di solidarietà alimentare, mediante il meccanismo dei buoni per la spesa. La misura è stata finanziata nel 2021 e rinnovata nel 2022. I beneficiari dei buoni spesa sociali, per ogni singola erogazione finanziata, sono stati in media 1.9 milioni (con 900mila nuclei percettori) per un importo medio “una tantum” di 250 euro.
Con i buoni spesa le persone e le famiglie in difficoltà hanno avuto accesso a contributi economici per acquistare alimenti, farmaci e beni di prima necessità. I buoni spesa venivano erogati direttamente dai comuni che stabilivano la platea di beneficiari, le modalità di assegnazione e le procedure per presentare domanda.
“L’utilizzo dei buoni spesa – spiega Paolo Capone Segretario Generale UGL – riesce a restituire un quadro di valutazione preciso e oggettivo su dove e come sono stati utilizzati. Uno strumento utilissimo e concreto per dare supporto alle famiglie: per questo la politica deve saper distinguere tra vero sostegno alla fragilità e il ricorso a politiche attive per far tornare gli occupabili a lavorare quando è possibile”.
La ricerca di Up Day e Tecné ha messo a confronto il gradimento dei Buoni Spesa Sociali e del Reddito di Cittadinanza (RDC). I buoni spesa sociali raccolgono giudizi positivi più alti sia tra la popolazione maggiorenne che tra i singoli stakeholder. In particolare, tra i responsabili dei servizi sociali la valutazione del RDC è molto più alta della media (63% rispetto al 38%), ma inferiore ai Buoni Spesa Sociali considerati positivamente da tutti gli addetti del settore.
Dall’analisi dei dati emergono differenze significative dal punto di vista socioeconomico. Innanzitutto, i beneficiari dei buoni spesa sociali (BSS), cioè le misure complessivamente coinvolte dalla misura, si distribuiscono maggiormente sui nuclei più numerosi, mentre i percettori del reddito/pensione di cittadinanza (RDC) hanno il baricentro più spostato verso il basso. Tra i beneficiari dei buoni spesa sociali, infatti, i nuclei con 3 o 4 componenti
rappresentano il 47%, mentre tra i beneficiari del reddito/pensione di cittadinanza rappresentano il 43%. Le posizioni si ribaltano se si considerano i nuclei di 1 o 2 componenti. In questo caso i percettori di RDC/PDC rappresentano il 41%, mentre i beneficiari di BSS si fermano al 36%.
“I buoni spesa – aggiunge Andrea Cuccello Segretario Confederale CISL – possono diventare un elemento complementare agli strumenti attuali di sostegno al reddito, anche attraverso, dove è possibile, la contrattazione di secondo livello e la bilateralità di settore. L’obiettivo è sicuramente quello di far crescere il livello dimensionale delle imprese, per poter costruire aziende più qualificate, più grandi per far crescere il Paese e il PIL, dove prevedere meccanismi di partecipazione dei lavoratori come proposto dalla Cisl".
Interessante è la distribuzione geografica dei beneficiari delle due misure, messa in relazione il tasso di occupazione e con i valori medi ISEE delle famiglie che hanno presentato Dichiarazioni Sostitutive Uniche: il RDC è complementare al tasso di occupazione, con tassi di incidenza decisamente più elevati nel mezzogiorno rispetto al centro-nord. I buoni spesa sociali, invece, si caratterizzano per una maggiore omogeneità sul territorio nazionale e una più elevata relazione positiva con l’occupazione e valori ISEE determinati da redditi da lavoro.
Il RDC, inoltre, risulta destinato a una fascia prevalentemente sotto la linea di povertà, mentre i buoni spesa sociali sono una misura di sostegno all’area della vulnerabilità e della povertà intermittente. Infatti, mentre i buoni spesa sociali sono utilizzati in grande prevalenza per acquistare beni alimentari, il reddito di cittadinanza agisce su un raggio più ampio e meno diretto a soddisfare un bisogno specifico.
“Sono molte le differenze tra il bonus monetario diretto (es: il bonus Renzi), il reddito di cittadinanza e il buono sociale – spiega infine Emmanuele Massagli Presidente AIWA - Tralasciando le diverse finalità, bene concentrarsi sul metodo. Il primo è uno strumento che non si scarica sui consumi e viene destinato a risparmio. La seconda è una misura assistenzialistica che poco attiva la persona e che supera gli enti locali. Il terzo, contemporaneamente, implica maggiori consumi, incoraggia lavoro regolare e genera gettito. Per questo mi aspetto che il Governo torni a riflettere anche sugli altri dispositivi che si avvantaggiano di questo metodo: mi riferisco ai fringe benefit, da strutturare definitivamente su cifre coerenti con il costo della vita attuale, e al welfare aziendale sociale regolato dall'articolo 51, comma 2 del TUIR, da ampliare prevedendo servizi aggiuntivi come, ad esempio, le spese per gli affitti degli studenti fuori sede, la mobilità sostenibile, il sostegno al terzo settore, le spese condominiali e le bollette.”
“La collaborazione e il connubio tra pubblico e privato – conclude Mariacristina Bertolini Direttore Generale e Vicepresidente Up Day – è fondamentale per fornire a cittadini e lavoratori soluzioni rapide a costo zero, proprio come abbiamo fatto nel periodo di pandemia, supportando i Comuni nell’erogazione dei titoli di servizio. Strumenti per aziende ed enti volti a migliorare la vita di tutti in un contesto di trasparenza e collaborazione”.
Gennaio 12, 2023
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UP DAY SI QUALIFICA COME SOCIETÁ BENEFIT
E’ con grande orgoglio che annunciamo che da oggi Up Day è la prima filiale internazionale del Gruppo Up a qualificarsi come “Società Benefit”, affiancata nel progetto dalla società PwC.
La qualifica ha lo scopo di formalizzare l’impegno già assunto dall’azienda in ambito ESG sulle tematiche di equità, trasparenza, inclusività e vicinanza al territorio, che fanno parte del suo DNA e della visione di gestione aziendale, mutuati anche dalla Capogruppo, la francese Gruppo Up, che ha la stessa volontà di diventare “entreprise à mission” entro questo mese.
Cos'è una società benefit
La Società Benefit rappresenta un modello innovativo, che valorizza l’aspetto umano e sociale del fare impresa, poiché persegue, oltre agli obiettivi di profitto, una o più finalità di beneficio comune, operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territorio e ambiente. Concetto giuridico introdotto in Italia nel 2016, come primo Paese UE dopo gli Stati Uniti, rappresenta un’evoluzione del concetto stesso di azienda. Non sono infatti una no profit ma rappresentano l’espressione di un paradigma più evoluto: integrano nel proprio oggetto sociale, oltre ai propri interessi economici e obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo (o di ridurre quello negativo) nei confronti della comunità e dell’ambiente, con l’obiettivo di creare anche del valore condiviso.
Un nuovo statuto societario
In tal senso, è stato modificato lo statuto societario di Up Day con la variazione della denominazione e l’inserimento nell’oggetto sociale delle attività che l’azienda si propone di perseguire per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale a beneficio comune, che rientrano in 4 aree d’azione:
GOVERNANCE: promuovere e attuare un fare impresa sostenibile e trasparente nell’ambito della governance societaria e dei processi aziendali;
LAVORATORI: creare un ambiente lavorativo inclusivo e libero da qualsiasi forma di discriminazione, che possa garantire parità di opportunità a tutti i lavoratori, a prescindere dalle circostanze personali di ciascuno, permettendo di riequilibrare vita personale e professionale, promuovendo il benessere personale e la crescita professionale, anche nell’ottica della più proficua integrazione in azienda;
AMBIENTE: ridurre e, per quanto possibile, eliminare esternalità con impatto negativo sull’ambiente, implementando logiche di sostenibilità ambientale, anche al fine di contribuire alla transizione ecologica;
STAKEHOLDERS: valorizzare i territori e il loro tessuto economico-produttivo, selezionando nuovi piccoli esercizi commerciali locali che possano erogare i loro servizi nell’ambito dell’attività caratteristica della Società; supportare economicamente organizzazioni no-profit locali e non, coerentemente con i valori del Gruppo a cui la Società appartiene, sostenendo le categorie più deboli, promuovendone l’inclusione sociale e culturale nella comunità.
Le funzioni e i compiti volti al raggiungimento delle finalità di beneficio comune, previste dall’Oggetto sociale, saranno attribuite a un Responsabile affiancato da un Gruppo di lavoro dedicato.
La direzione di Up Day
“Diventare una Società Benefit è sinonimo non solo della naturale concretizzazione delle azioni compiute da Up Day negli ultimi anni, ma rappresenta anche la volontà di impegnarci affinché ogni nostra decisione e ogni nostra attività possa generare un impatto positivo. Siamo infatti convinti che la ricerca del profitto non possa più essere l'unico obiettivo che un'azienda deve perseguire: è sempre più importante prevedere di ridistribuire parte di questa ricchezza anche a chi ha contribuito a crearla, dipendenti e tutta la filiera con cui collaboriamo.
È quindi con molto orgoglio che annunciamo che Up Day è la prima filiale internazionale del Gruppo Up a qualificarsi come Società Benefit.” Dichiara Marc Buisson Presidente e Amministratore Delegato Up Day.
“La nostra azienda ha tra i suoi asset fondanti la responsabilità sociale e l’economia solidale, ed è infatti sempre stata orientata verso lo sviluppo e l’implementazione di pratiche sostenibili finalizzate a creare valore. La nostra volontà di essere vicini a temi sociali e di equità e trasparenza per rendere coerente il nostro percorso, si concretizza quindi in questa importante qualifica a Società Benefit.
Ed è proprio nell’ottica di equità e di valore partecipato, che anche quest’anno abbiamo deciso di condividere con i dipendenti gli ottimi risultati raggiunti erogando 2.700€ ciascuno, sotto forma di welfare aziendale, per affiancarli e supportarli nella vita di ogni giorno.” Conclude Mariacristina Bertolini Vicepresidente e Direttore Generale Up Day