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Giugno 28, 2024
Buoni Acquisto
Nuovi Partner Cadhoc
Buone notizie per Cadhoc!
Da oggi, sulla app ‘Buoni Up Day’ e sul portale utilizzatori.day.it nuovi Partner saranno presenti per rendere il nostro buono acquisto ancora più cool!
ITA Airways, Yoox, Bottega Verde, L’Erbolario, Rituals Cosmetics, Sisley, Libraccio, Upim, Bricocenter, Swarosky sono i nuovi brand per la conversione di Cadhoc in gift card!
Se desideri recarti presso un punto vendita, registrandoti sulla app “Buoni Up Day” o sul portale dedicato agli utilizzatori delle soluzioni Up Day, nella sezione MAPPA puoi scoprire il punto vendita più vicino a te ed iniziare subito il tuo shopping!
Cadhoc cartacei? Caricali in wallet
Se hai a disposizione dei buoni Cadhoc cartacei e vuoi convertirli in gift card di altri partner, come prima cosa dovrai accedere in WALLET e caricare i tuoi buoni in app con una semplice scansione del codice a barre presente sul buono o manualmente inserendo N°di serie e PIN.
Cadhoc digitali ? Procedi all’attivazione
Se invece hai dei buoni Cadhoc digitali, per iniziare il tuo shopping accedi in WALLET, fai click sul pulsante “Attiva buoni”, inserisci il tuo Codice Fiscale e il PIN di attivazione che hai ricevuto via mail e conferma. Questa operazione ti verrà richiesta solo la prima volta.
Scegli il partner
Dopo aver attivato i buoni Cadhoc puoi entrare nella sezione ONLINE e utilizzarli per acquistare le gift card dei nostri partner. Qui puoi selezionare i buoni Cadhoc da utilizzare e acquistare gift card di pari importo.
Contatti
Per ricevere una consulenza e le soluzioni più adatte alle tue esigenze, contattaci al numero 800 834 009 oppure scrivi a info@day.it
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Aprile 03, 2024
Buoni Acquisto
Scopri dove spendere i buoni Cadhoc
Sono oltre 30.000 i negozi presso cui spendere i buoni acquisto Cadhoc. In questa breve guida troverai le istruzioni per identificare gli esercizi on e off line e poter spendere i tuoi buoni.
Cadhoc è la soluzione per i dipendenti 100% deducibile, esente IVA, senza oneri fiscali e previdenziali, spendibile dove, come e quando si vuole, per acquistare ciò di cui si ha più bisogno.
Spesa | Carburante | Elettronica | Casa | Bellezza | Animali e tanto altro.
Cosa sono i buoni shopping Cadhoc
Trova i negozi dove spendere i buoni Cadhoc
Cadhoc i vantaggi per chi li acquista
Come diventare partner Cadhoc
Cosa sono i buoni shopping Cadhoc
I buoni Cadhoc, sono dei buoni acquisto chiamati anche buoni spesa, buoni shopping o buoni regalo, che puoi trovare sia in formato cartaceo che digitale.
Diversamente dai buoni pasto hanno un importo variabile e permettono a chi li riceve di utilizzarli per beni e servizi di diversa natura. Gli acquisti non devono necessariamente limitarsi ai generi alimentari, ma possono comprendere anche prodotti per la cura della persona o della casa, giochi per bambini, vestiti e molto altro ancora.
Cadhoc è il buono acquisto universale per incentivare e motivare il personale, fidelizzare i clienti e premiare la forza vendita.
Ideale in ogni occasione dell'anno è la soluzione per gratificare in modo personale qualunque collaboratore, dal più tradizionalista al nativo digitale grazie alla possibilità di essere speso nei punti vendita dei brand più noti in tutta Italia e nei siti più cool del web.
Il buono shopping universale che si trasforma in ciò che si desidera: moda, viaggi, sport, carburante e tanto altro.
Trova i negozi dove spendere i buoni Cadhoc
Per visualizzare i locali dove spendere i tuoi buoni Cadhoc, è necessario scaricare dagli store la app 'Buoni Up Day', oppure accedere sul portale degli utilizzatori.
Nella home della app o del portale è necessario scegliere la soluzione che vuoi gestire tra buono pasto, Cadhoc e welfare.
Una volta nella home della soluzione Cadhoc , in basso a destra puoi cliccare nella sezione MAPPA e inserire la città e l’indirizzo in cui verificare l’elenco dei locali. Esiste l’opzione di visualizzazione sia di Cadhoc cartaceo che digitale.
Una volta visualizzato l’elenco, è possibile cliccare su FILTRA e “filtrare” tra le tipologie di negozi e categorie merceologiche.
Oltre a scoprire i punti vendita della tua città dove spendere i buoni Cadhoc, tornando nella sezione ONLINE puoi utilizzare Cadhoc per acquistare le Gift Card dei tuoi brand preferiti.
Alcuni dei partner Cadhoc: Amazon, Zalando, Decathlon, Q8, MediaWorld, Ibs, Ikea, Bata, Sephora, Maison Du Monde, Unieuro, La Rinascente etc.
Scarica qui App Buoni Up Day per iOS
Scarica qui App Buoni Up Day per Android
Cadhoc i vantaggi per chi li acquista
Per i datori di lavoro, ditte individuali o liberi professionisti, enti o società, il buono regalo Cadhoc oltre ad essere una soluzione che contribuisce al benessere dei dipendenti e aumenta la loro motivazione, è soggetto ad una normativa fiscale, che consente di abbattere i costi aziendali.
100% deducibile, esente IVA, senza oneri fiscali e per il 2024 la soglia di esenzione dei fringe benefit sale a 1000 euro per tutti i dipendenti ed a 2000 euro per dipendenti con figli fiscalmente a carico. Al superamento del limite stabilito, il valore è soggetto a tassazione per l’intero importo; nell’ambito di questi importi, possono essere riconosciuti, anche i rimborsi delle utenze domestiche di acqua, luce e gas naturale (no GPL), delle spese sostenute per l’affitto e degli interessi sul mutuo della prima casa.
Per i premi e le somme erogati nell’anno 2024, l’aliquota dell’imposta sostitutiva sui premi di produttività, di cui all’articolo 1, comma 182, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, è ridotta al 5%.
Tra i beneficiari dell’agevolazione rientrano i titolari di redditi di lavoro dipendente e di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (co.co.co, lavoro a progetto, amministratori, stagisti, etc.).
Basta scegliere il valore dei buoni, il taglio, la modalità di consegna (via app al dipendente o blocchetto cartaceo) e al resto pensa Up Day.
Come diventare partner Cadhoc
Come si fa ad entrare nella rete Cadhoc? E’ molto semplice: basta contattarci al numero 051 210 6789 dove il nostro call center dedicato si occuperà di fornire tutte le informazioni necessarie per iniziare la collaborazione e darti il benvenuto nella rete Up Day.
Diventando partner Cadhoc, otterrai maggiore visibilità, avrai la possibilità di acquisire nuovi clienti nel tuo negozio ed aumentare così il fatturato.
Inoltre il buono regalo Cadhoc è uno strumento facile da gestire a livello amministrativo.
Entra nella rete dell’unico buono che realizza i desideri dei clienti e fa aumentare il tuo business!
Luglio 27, 2023
News
Unicoop Firenze partner dei buoni pasto Up Day
Tutti i supermercati Unicoop Firenze accettano i buoni pasto Up Day: alcune informazioni utili per gli utilizzatori dei buoni pasto che spendono i loro ticket presso la grande distribuzione.
I Buoni Pasto accettati sono sia quelli in formato elettronico che i classici cartacei e li si può spendere in tutta tranquillità presso i 104 punti vendita Unicoop Firenze.
I locali Unicoop più vicini a te
Quanti buoni posso spendere presso Unicoop Firenze
Come utilizzare i buoni pasto all’interno della rete Unicoop
I vantaggi per dipendenti e aziende con i buoni pasto Day
I locali Unicoop più vicini a te
Per verificare i supermercati Unicoop Firenze più vicini a te è a disposizione la mappa dei locali all'interno della nostra app Buoni Up Day e sul nostro portale dedicato agli utilizzatori dei buoni pasto.
Con la app Buoni Up Day e il sito utilizzatori.day.it puoi utilizzare tutti i servizi Up Day con un unico strumento.
Come utilizzare la app ‘Buoni Up Day’ per trovare i negozi Unicoop
All’interno della app, tramite la funzione GESTISCI PRODOTTO puoi associare il prodotto Up Day che utilizzi, per un’esperienza di navigazione personalizzata.
In HOME hai il saldo dei tuoi buoni ed il totale a disposizione.
In GESTISCI CLOUD puoi spostare i tuoi buoni, elettronici o cartacei per un’esperienza digitale. Tante le possibilità di pagamento per assicurarti la spendibilità in ogni tipo di locale. Puoi destinare una parte o la totalità dei buoni all’uso esclusivamente digitale. I buoni in cloud sono spendibili direttamente da smartphone, sia nella rete di punti vendita fisici, sia online sugli e-commerce o piattaforme dei nostri Partner.
In MAPPA cerca i locali che accettano i tuoi buoni, vicino a te o in una località di tuo interesse. I filtri ti aiuteranno a scoprire le specialità gastronomiche, le modalità di pagamento e i servizi che i nostri partner offrono. Sei attento ad uno stile di vita sano e un’alimentazione corretta? Con il filtro PAUSA SANA il tuo pranzo è sempre in equilibrio! Per ogni locale visualizza recensioni, foto e info utili fornite da Google.
In MOVIMENTI tieni sempre tutto sotto controllo. Basta un click per monitorare i buoni pasto validi, i buoni utilizzati con il dettaglio dell’acquisto e i buoni in scadenza da spendere al più presto. RICARICHE la sezione dove è possibile monitorare le ricariche ricevute, lo stato della ricarica e al tocco il dettaglio di ciascuna ricarica: descrizione, data di scadenza, data di inizio validità, valore del buono, numero buoni assegnati e numero di buoni spesi/residui in tempo reale.
La sezione ONLINE permette di poter acquistare nei siti Partner, con il buono pasto elettronico, tante soluzioni per la propria pausa pranzo. Diverse piattaforme di e-commerce che consegnano a domicilio in tutta Italia piatti pronti, spesa o prodotti gastronomici di alta qualità.
Infine nella sezione PROMO trovi tante offerte, promozioni e interessanti iniziative proposte dai nostri Partner.
Quanti buoni posso spendere presso Unicoop Firenze
All’interno della rete dei supermercati Unicoop Firenze è possibile utilizzare lo stesso quantitativo di buoni pasto previsti dal decreto ministeriale 7 giugno 2017 n. 122, che specifica che è possibile utilizzare fino ad un massimo di 8 buoni pasto per ogni singola transazione, cioè per ogni spesa.
I buoni pasto sono un servizio sostitutivo di mensa e per tale motivo possono essere utilizzati per acquisto di bene alimentari, anche all’interno delle gastronomie di supermercati.
Va da se che per l’acquisto di tutte le altre tipologie di beni inseriti nel carrello della spesa, il pagamento dovrà essere effettuato in denaro e non sarà possibile utilizzare i buoni pasto.
Come utilizzare i buoni pasto all’interno della rete Unicoop
Sia che tu abbia un buono pasto cartaceo che elettronico, potrai utilizzarlo all’interno della rete Unicoop Firenze.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei buoni pasto cartacei, il tutto è molto semplice: l’utilizzatore che li riceve dalla sua azienda, al momento del pagamento della sua spesa, stacca dal suo blocchetto i buoni utili a coprire il valore dei beni alimentari acquistati (ma non a superarlo) e li consegna alla cassiera del supermercato. La differenza tra l’importo totale e i buoni pasto consegnati, potrà essere saldata in denaro.
I buoni pasto elettronici invece, precedentemente caricati all’interno di una card, verranno inseriti dalla cassiera all’interno dell’apposito pos, da cui verrà scalato l’importo dovuto. Anche in questo caso, se l’importo della spesa totale è superiore, la differenza verrà saldata in denaro.
Sull’utilizzo dei buoni pasto elettronici, in questo articolo si possono trovare maggiori approfondimenti.
I vantaggi per dipendenti e aziende con i buoni pasto Day
I buoni pasto sono un servizio sostitutivo di mensa molto apprezzato tanto dagli utilizzatori quanto dalle aziende. L’azienda che li acquista beneficia di molte agevolazioni fiscali e il dipendente/utilizzatore aumenta il suo potere d’acquisto e risparmia sulla sua pausa pranzo.
I buoni pasto rientrano tra i benefit che un’azienda può offrire ai suoi collaboratori. Se regolati dai contratti nazionali collettivi sono obbligatori, diversamente non lo sono ma offrono una serie di vantaggi fiscali, per cui l’azienda li preferisce comunque ad altre soluzioni.
Sono esenti da oneri fiscali e previdenziali
Defiscalizzati fino a 4,00 euro/giorno a dipendente per il buono pasto cartaceo e fino a 8,00 euro/giorno per il buono pasto elettronico
Deducibili e IVA detraibili fino al 100. IVA al 4% per le aziende, IVA al 10% per liberi professionisti (titolari d'azienda e soci, imprese individuali)
Erogabili a tutti i lavoratori, dai dipendenti full time e part time ai collaboratori*, dirigenti, soci, liberi professionisti.
Qui puoi calcolare il tuo risparmio rispetto ad un contributo per la pausa pranzo in busta paga.
Per ricevere una consulenza e le soluzioni più adatte alle tue esigenze puoi contattarci al numero 800 834 009 oppure scrivi a info@day.it
Maggio 08, 2023
Buoni Pasto
Chi lavora in smart working ha diritto ai buoni pasto?
L’utilizzo sempre più diffuso dello smart working ha generato diversi quesiti sui diritti dei dipendenti che ne usufruiscono. Uno di questi riguarda l’erogazione dei buoni pasto. Ecco cosa sapere.
Lo smart working è una modalità di lavoro agile che sempre più aziende decidono di concedere ai propri dipendenti. Secondo la legge, il lavoratore agile ha diritto allo stesso trattamento dei dipendenti che si recano in sede ogni giorno. Tuttavia, la normativa non specifica se tale trattamento riguardi anche i buoni pasto e la giurisprudenza spesso ne nega il diritto, anche se con alcune eccezioni.
La tua azienda ti ha proposto di lavorare in smart working e vuoi sapere se hai diritto ad usufruire dei buoni pasto? Vediamo tutto quello che c’è da sapere.
Buoni pasto e smart working
La normativa sui buoni pasto
Il datore di lavoro può comunque erogare i buoni pasto?
Cosa dice la sentenza del Tribunale di Venezia del 2020?
Buoni pasto e smart working
Questa modalità di lavoro è sempre più impiegata dalle imprese in quanto rende possibile un maggiore equilibrio fra lavoro e vita personale favorendo, di conseguenza, un maggiore benessere del dipendente.
Mentre in passato i lavoratori potevano svolgere il proprio impiego esclusivamente all’interno delle aziende, oggi sono sempre di più le persone che scelgono di svolgere il proprio lavoro quotidiano da remoto, almeno per parte della settimana. Questo perché tale modalità di lavoro alleggerisce le problematiche legate ai vincoli di orario e di luogo.
E aumenta il numero di aziende che si rende conto dei benefici che comporta offrire ai dipendenti la possibilità di lavorare da remoto e gestire il proprio lavoro con maggiore autonomia.
Lo smart working, infatti, presenta indubbi vantaggi per un lavoratore, dato che non richiede la sua presenza fisica in azienda e gli garantisce una maggiore flessibilità sia per quanto riguarda la scelta dell’orario di lavoro, sia per quanto riguarda la sede dove svolgere la propria prestazione lavorativa. Che può essere, ad esempio, la propria casa, un bar o uno spazio in coworking.
I buoni pasto sono tra gli strumenti più utilizzati da imprese e aziende. Vengono erogati ai dipendenti che si trovano a consumare i pasti fuori casa durante le ore lavorative. Sono molto apprezzati anche dagli stessi lavoratori, in quanto permettono di ottenere un risparmio ragguardevole sulla spesa sostenuta per i pasti. Spesa che incide notevolmente sullo stipendio di chi si ritrova a mangiare fuori casa ogni giorno.
Per questo, uno dei dubbi che più di frequente sorgono in coloro che vorrebbero lavorare in modalità agile è se, anche operando in smart working, potranno continuare a ricevere i buoni pasto e a poter godere di questa opportunità o se rischiano che l’azienda decida la sospensione della loro erogazione.
Spesso, infatti, viene fatta la considerazione che, svolgendo la propria mansione a casa, il lavoratore non abbia la necessità di acquistarsi il pranzo e, quindi, non abbia diritto ad usufruire del buono pasto.
Ma le cose stanno davvero così?
La normativa sui buoni pasto
Iniziamo col dire che, nonostante i buoni pasto siano un’agevolazione prevista dalla legge (come indennità sostitutiva di mensa), nessuna azienda è tenuta a corrisponderli ai propri dipendenti qualora non disponga di una mensa aziendale, in quanto essi non hanno una natura retributiva ma rappresentano un’erogazione a carattere assistenziale.
Pertanto, sono considerati benefici accessori (i cosiddetti fringe benefit). Un’impresa è tenuta a erogarli solo nel caso in cui siano previsti dai contratti collettivi nazionali delle varie categorie.
Fatta questa premessa, entriamo più nello specifico e andiamo a vedere cosa dice la normativa su buoni pasto e smart working.
Per capire se, secondo la legge, un lavoratore abbia diritto o meno a ricevere i buoni pasto anche operando in smart working, bisogna fare riferimento non solo alle norme che regolano l’erogazione di questo tipo di agevolazione, ma anche alla legge che regola il lavoro agile.
Iniziamo dai buoni pasto. La norma che ne regola le modalità di erogazione e la fruizione è il Decreto 122 del 7 giugno 2007. Tale decreto individua gli esercizi presso i quali può essere erogato il servizio sostitutivo di mensa attraverso l’uso dei buoni pasto e stabilisce i requisiti per l’erogazione degli stessi.
In particolare, al comma C dell’articolo 4, il decreto stabilisce che hanno diritto a ricevere i buoni pasto solo coloro che prestano lavoro subordinato, a tempo pieno o parziale, anche nel caso in cui l’orario di lavoro non preveda una pausa per il pranzo. Tale diritto è esteso anche alle risorse che abbiano instaurato con il cliente un rapporto di collaborazione non subordinato.
Anche se lo smart working non è espressamente citato, questa definizione non ha vincoli particolarmente stringenti e lascia ampio spazio di interpretazione, specialmente nella parte in cui dice che si ha diritto a ricevere il buono pasto anche qualora l’orario giornaliero di lavoro non preveda una pausa per il pranzo.
Per avere una risposta più esaustiva, proviamo a vedere cosa dice la Legge n° 81 del 22 maggio 2017 che, al capo II, dà precise disposizioni in merito al lavoro agile.
Il comma 1 dell’articolo 20, in particolare, afferma che il lavoratore che svolge la propria occupazione in modalità di lavoro agile ha diritto a un trattamento economico e normativo non inferiore a quello applicato nei confronti delle risorse che svolgono le stesse mansioni all’interno dell’azienda.
In questo caso, pur non avendo un preciso riferimento ai buoni pasto, la norma può essere interpretata a favore del rilascio dei buoni pasto anche allo smart worker, in quanto quest’ultimo ha diritto al medesimo trattamento del lavoratore che svolge la propria occupazione esclusivamente all’interno dell’azienda.
Sempre nella stessa legge, all’articolo 19, viene specificato inoltre che le modalità di lavoro agile devono essere regolamentate da un accordo individuale scritto tra il datore di lavoro e il proprio dipendente. Tale accordo può comprendere anche l’erogazione dei buoni pasto.
Dunque possiamo concludere che i buoni pasto non sono espressamente concessi durante lo smart working, ma non sono neanche espressamente vietati.
La scelta su cosa fare dipende quindi solo ed esclusivamente dall’azienda.
Il datore può comunque erogare i buoni pasto?
Come abbiamo visto, la normativa che disciplina l’erogazione dei buoni pasto è piuttosto ampia e lascia ampia discrezionalità ai datori di lavoro.
Anche se non li obbliga a erogare i buoni pasto (a meno che non siano compresi nei contratti collettivi nazionali), essi possono decidere autonomamente di offrire questo bonus ai propri dipendenti.
La stessa normativa, sebbene non faccia specifico riferimento allo smart working, lascia intendere che anche i dipendenti che operano da remoto abbiano diritto a ricevere questo tipo di prestazione.
Molte aziende scelgono di erogare i buoni pasto anche alle risorse che svolgono la propria attività in via telematica, in quanto sanno benissimo che questi dipendenti non lavorano solo da casa, ma si spostano anche in spazi di coworking o in altre sedi aziendali. C’è da dire poi che anche quando il lavoratore si trova nella propria abitazione, si ritrova a consumare i pasti durante l’orario di lavoro, perciò potrebbe comunque avere diritto al buono pasto.
Altre aziende, invece, ritengono che, operando da casa, il proprio dipendente non abbia bisogno di spendere soldi per il pasto, perciò il buono pasto non gli sarebbe necessario, così come il servizio di mensa aziendale.
A volte, sono gli stessi accordi sindacali a limitare la possibilità di uno smart worker di ottenere i buoni pasto.
I dipendenti privati, quindi, devono rifarsi ai contratti individuali e collettivi propri della propria azienda e del proprio settore per sapere se hanno diritto al riconoscimento dei buoni pasto anche qualora lavorino da remoto.
Starà al datore di lavoro stabilire se un lavoratore che opera in smart working abbia diritto ai buoni pasto.
Se stai già lavorando in smart working o stai per iniziare a farlo, controlla cosa prevede il contratto collettivo nazionale del tuo settore, e l’accordo che hai stipulato con la tua azienda, per verificare che all’interno degli stessi siano compresi anche i buoni pasto e quindi anche tu abbia diritto ad usufruirne. Vuoi approfondire questo argomento? Ecco cosa sapere:
Se il buono pasto è incluso nella contrattazione collettiva o nel contratto individuale, è possibile riceverlo anche lavorando in smart working. In tal caso, infatti, qualsiasi modifica contrattuale deve essere concordata fra le parti e potrebbe essere necessario un accordo sindacale. In seguito vedremo alcune eccezioni;
Se si tratta invece di un’erogazione concessa autonomamente dall’azienda, questa può essere modificata con un atto unilaterale o interno. Per fare un esempio, la sentenza di Cassazione 16135/2020 precisa che anche nel caso in cui il buono pasto sia una prestazione erogata come prassi aziendale da diversi anni, il datore di lavoro può interromperla in qualsiasi momento, senza che il dipendente possa pretenderne il diritto. Quando l’erogazione di buoni pasto è prevista dal regolamento aziendale, l’obbligo può essere variato unilateralmente dal datore di lavoro, nel rispetto dei limiti previsti nel regolamento.
Per concludere, nonostante non ci sia alcuna legge che obblighi i datori di lavoro a corrispondere i buoni pasto, sussistono ancora tutte le agevolazioni fiscali. Infatti, fornire dei benefit sotto forma di buono pasto non comporta un aumento dei costi o una tassazione aggiuntiva e sono comunque possibili sia le detrazioni dell’IVA sull’acquisto sia le deduzioni.
Trattandosi di un’integrazione del reddito che non è sottoposta a tassazione, l’erogazione dei buoni pasto rimane un benefit estremamente apprezzato dal lavoratore, che avrà modo di utilizzarlo senza commissioni aggiuntive presso ristoranti, supermercati e locali tamponando così le spese personali.
Cosa dice la sentenza del Tribunale di Venezia del 2020?
Nel decreto 3463 dell’8 luglio 2020 il Tribunale di Venezia ha affermato che, alla luce del fatto che il buono pasto tecnicamente non fa parte della retribuzione del dipendente da un punto di vista normativo, il suo diritto a ricevere questo benefit non sussiste. Ma cosa è successo di preciso?
Nel 2020 la Federazione Metropolitana della FP CGIL di Venezia ha presentato un ricorso al Tribunale nei confronti del Comune di Venezia per non aver riconosciuto l’erogazione dei buoni pasto ai lavoratori in smart working durante il periodo emergenziale causato dalla pandemia da Covid-19, senza previa contrattazione con le varie organizzazioni sindacali. Il Tribunale di Venezia ha respinto il ricorso con le seguenti motivazioni:
come previsto dagli articoli 45 e 46 del CNNL Regioni e Autonomie Locali del 14 settembre 2000, per la maturazione del buono pasto è necessario che l’orario di lavoro sia strutturato con scadenze orarie specifiche e che il dipendente consumi il pranzo o il pasto in generale fuori dall’orario di lavoro;
come disposto dall’articolo 87, comma 1 del decreto legislativo 18/2020 e dal DPCM dell’11/03/2020, il lavoro agile è stato imposto per legge alle pubbliche amministrazioni come modalità ordinaria di lavoro. Di conseguenza, non si è trattata propriamente di una scelta dell’ente sul modo di organizzare gli uffici e, pertanto, non è stata oggetto di informativa sindacale;
ai sensi della sentenza n.31137/2019 della Cassazione, i buoni pasto sono dei bonus facenti parte del welfare aziendale con lo scopo di conciliare le esigenze del dipendente con il lavoro e sono conseguenti alla tipologia di organizzazione del lavoro - ad esempio, nel caso di una pausa pranzo ridotta. Nel caso del lavoro agile, il lavoratore ha tutto il tempo per organizzare i propri tempi di lavoro e pertanto l’obbligo a carico dell’azienda non sussiste.
Dicembre 05, 2022
Buoni Pasto
Tirocini e stage: tutto quello che c’è da sapere su rimborsi e buoni pasto
Il tirocinio, o stage, è uno strumento utile ai giovani per inserirsi nel mondo del lavoro. In questa guida abbiamo raccolto tutte le risposte alle domande sulla retribuzione per le varie tipologie di tirocinio, compreso il diritto a ricevere o meno i buoni pasto.
Quanto dovrebbe essere retribuito per legge uno stage o un tirocinio? Fino a qualche anno la risposta a questa domanda la potevano dare solo le aziende, che decidevano autonomamente se dare o non dare agli stagisti e ai tirocinanti un rimborso più o meno consono al loro contributo all’attività. Dopo anni e anni di abusi e di sfruttamento indiscriminato di giovani neolaureati ed alle prime armi, nel 2013 la riforma Fornero ha imposto che ad ogni tirocinio “formativo e di orientamento” debba corrispondere una qualche forma di rimborso spese, lasciando poi ai consigli regionali la responsabilità di definire le modalità e gli standard delle indennità di questi lavoratori con contratti atipici. Con la legge di Bilancio 2022, poi, sono state introdotte delle ulteriori novità riguardanti la retribuzione del tirocinio extracurricolare.
Vuoi saperne di più sulla retribuzione e sui benefit che spettano a coloro che svolgono un tirocinio? In questa guida trovi tutte le informazioni che ti servono.
Qual è la differenza tra stage, tirocinio curricolare e tirocinio extracurricolare?
Tirocinio curricolare: cos’è?
Tirocinio extracurricolare: cos’è?
Tirocinio extracurricolare: cosa dice la normativa?
Stage e buoni pasto: i tirocinanti possono riceverli?
Tirocinio extracurricolare: la mappa dei rimborsi
Qual è la differenza tra stage, tirocinio curricolare e tirocinio extracurricolare?
Chi vuole avvicinarsi al mondo del lavoro e ha poca esperienza può rimanere confuso nel sentir parlare di stage, tirocini curricolari ed extracurricolari, alternanza scuola-lavoro e così via.
Se, infatti, tutti questi termini si riferiscono a dei tirocini formativi pensati per far acquisire ai giovani competenze pratiche e aiutarli ad inserirsi nel mondo del lavoro, questi strumenti hanno delle notevoli differenze, sia per quanto riguarda le modalità di attuazione, sia per quanto riguarda l’eventuale retribuzione dovuta al tirocinante durante il suo periodo di formazione presso un’azienda.
Iniziamo subito col dire che stage è un altro termine che viene utilizzato per indicare il tirocinio, sia curricolare sia extracurricolare. La vera differenza è tra i due tipi di tirocinio:
Il tirocinio curricolare;
Il tirocinio extracurricolare.
Tirocinio curricolare: cos’è?
Il tirocinio o stage curricolare è una modalità di lavoro che si svolge all’interno di un percorso formativo ed è promosso direttamente dagli enti scolastici.
Uno studente, quindi, svolge lo stage o tirocinio curriculare mentre sta ancora studiando: in questo modo ha la possibilità di fare esperienza sul campo, acquisire nuove competenze che vadano ad arricchire il CV e verificare che quelle già acquisite siano funzionali al lavoro pratico.
Trattandosi di un progetto formativo finalizzato al completamento di un percorso di studi, il tirocinio o stage curriculare non è considerato come un convenzionale rapporto lavorativo subordinato, pertanto non prevede il diritto a ricevere alcuna retribuzione.
Per l’attivazione di un tirocinio curricolare, tuttavia, tra soggetto promotore, soggetto ospitante e tirocinante devono stipulare un’apposita convenzione e predisporre di un piano formativo condiviso.
Della categoria dei tirocini curricolari fa parte anche l’alternanza scuola-lavoro promossa nella scuola secondaria di secondo grado per aiutare gli studenti ad inserirsi nel mondo del lavoro.
Tirocinio extracurricolare: cos’è?
Il tirocinio extracurricolare è uno stage che ha la finalità di aiutare i giovani o i disoccupati ad inserirsi o a reinserirsi nel mondo del lavoro. Secondo la normativa, si possono individuare tre tipologie di tirocini extracurricolari:
tirocini formativi e di orientamento. Sono percorsi finalizzati ad agevolare le scelte professionali e l'occupabilità dei giovani nel periodo di transizione tra scuola e lavoro. Questo tipo di tirocinio si rivolge alle persone che hanno conseguito un titolo di studio entro e non oltre 12 mesi;
tirocini di inserimento/reinserimento al lavoro. Sono percorsi che hanno la finalità di aiutare le persone a inserirsi, o reinserirsi, nel mondo del lavoro. Sono rivolti principalmente a disoccupati (anche in mobilità) e inoccupati. Possono prendere parte a questi tirocini anche i lavoratori che si trovano in regime di cassa integrazione
tirocini di orientamento e formazione o di inserimento/reinserimento in favore di disabili di cui all'articolo l, comma l, della legge n. 68/99, persone svantaggiate ai sensi della legge n. 381/91 nonché richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
Tirocinio extracurricolare: cosa dice la normativa?
L’istituto del tirocinio è regolamentato in maniera generale dall’articolo 18 della Legge 196/1997. Nel 2012, con la Legge 92/2012, la definizione delle linee guida in materia di tirocini è stata demandata alle regioni.
Nel 2017, la Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano ha emanato le “Linee guida in materia di tirocini formativi e di orientamento”. Tra le regole stabilite da questo documento ci sono:
l’individuazione dei soggetti che possono fungere da promotori;
i limiti per i soggetti ospitanti, che non possono realizzare più di un tirocinio con il medesimo tirocinante;
la durata massima del tirocinio, che non deve essere inferiore ai due mesi (un mese per i tirocini svolti presso le attività stagionali) e non superare i 12 mesi per quanto riguarda i tirocini formativi e di orientamento e per i tirocini di inserimento/reinserimento al lavoro e i 24 mesi per i tirocini svolti da persone con disabilità;
i casi in cui il tirocinante può richiedere la sospensione dello stage, che comprendono maternità, malattia e infortunio;
le condizioni di attivazione, che prevedono che il tirocinante non possa sostituire i lavoratori subordinati nei periodi di picco dell’attività né il personale assente per maternità, malattia o ferie;
le modalità di attivazione e le garanzie assicurative che il soggetto ospitante deve garantire ai tirocinanti;
le modalità di attuazione del tirocinio;
il numero massimo di stagisti per azienda;
le funzioni del tutor che dovrà seguire lo stagista per tutta la durata del tirocinio;
l’importo minimo dell’indennità di partecipazione (la retribuzione per lo stage extracurricolare viene fissata autonomamente dalle regioni), che prevede una retribuzione su base mensile non inferiore ai 300 euro lordi. Nel caso in cui i tirocinanti siano lavoratori sospesi o precettori di forme di sostegno al reddito, in quanto fruitori di ammortizzatori sociali, l'indennità non viene corrisposta. L’indennità percepita per la partecipazione a un tirocinio è assimilata ai redditi da lavoro dipendente.
Inoltre, la Legge di Bilancio 2022 (Legge 234/2021, art. 1, commi 720-726), ha introdotto delle misure per contrastare gli abusi che possono verificarsi durante lo svolgimento dei tirocini extracurricolari.
Stage e buoni pasto: i tirocinanti possono riceverli?
Secondo quanto stabilito dalla normativa (Legge 122/2017) a poter usufruire dei buoni pasto sono i lavoratori titolari di un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o determinato e i collaboratori a progetto. Sono esclusi, quindi, coloro che partecipano a uno stage curricolare o extracurricolare.
Nulla, però impedisce al datore di lavoro di erogare i buoni pasto anche a coloro che prendono parte a uno stage, tanto che alcune regioni hanno previsto questa possibilità nel definire gli importi minimi e massimi dei rimborsi spettanti agli stagisti. I buoni pasto non sono solo uno strumento di sostegno al reddito ideale per integrare l’indennità di partecipazione, ma anche di un’opportunità per l’azienda di fare employer branding e attirare risorse di valore.
Tirocinio extracurricolare: la mappa dei rimborsi
Come stabilisce la normativa, la cifra esatta che ciascuna azienda deve corrispondere ai tirocinanti viene decisa dalle singole regioni. Ecco la mappa dei rimborsi per lo stage extracurricolare regione per regione:
REGIONE
IMPORTO INDENNITÀ
ECCEZIONI
Valle d’Aosta
Indennità minima di €600 per 40 ore settimanali
L’importo si riduce se il tirocinante svolge meno di 40 ore di lavoro settimanali
Lombardia
€500 se il tirocinante svolge almeno l’80 del monte ore mensile
L’importo si riduce a 400 euro se allo stagista vengono corrisposti i buoni pasto o può usufruire della mensa aziendale
Piemonte
Indennità minima di €600 per 40 ore settimanali
Per il part time l’indennità minima è di 300 euro
Trentino Alto-Adige
· Provincia autonoma di Trento. L’indennità massima è di €600.
· Provincia autonoma di Bolzano. In caso di almeno 40 ore di presenza l’indennità oraria è di 4 euro per i maggiorenni e di 3 euro per i minorenni
È prevista una maggiorazione di €1,5 se il luogo di lavoro si trova al di fuori del comune di residenza del tirocinante
Friuli Venezia-Giulia
Indennità minima di €400 per almeno 30 ore settimanali e massima di €500 per 40 ore settimanali
L’importo è innalzato a €800 se il tirocinio è svolto presso un soggetto appartenente alla pubblica amministrazione
Veneto
Indennità minima di €450 se il tirocinante svolge almeno il 70% del monte ore settimanale
In caso vengano corrisposti i buoni pasto, l’importo minimo dell’indennità scende a €350
Liguria
Per l’impiego full time l’indennità è di 500 euro oppure di €400 più un rimborso spese di €100
In caso di presenza tra il 50 e il 69% l’importo viene ridotto a €250
Emilia-Romagna
L’indennità è pari a €450 mensili
Toscana
L’indennità è pari a €500 mensili
Lazio
L’indennità è pari a € 800 mensili a fronte di una frequenza minima del 70% del monte ore previsto dal CCNL di riferimento
Campania
L’importo dell’indennità minima è fissato a €500
Marche
Al tirocinante spetta un’indennità minima di €400 mensili che sale a €500 se il monte ore è di almeno 30 ore settimanali
Umbria
Indennità minima di €400 per 40 ore settimanali
Abruzzo
L’indennità corrisponde a €500 mensili
Basilicata
Indennità minima di €600 mensili
Molise
· Per i tirocini formativi l’Indennità massima è di €450 per 30 ore settimanali.
· Per i tirocini di inserimento/reinserimento l’indennità massima è pari a €400 per il part-time e ad €600 per il full time.
Puglia
Indennità minima €450 mensili
Calabria
Indennità minima di €400 mensili
Sicilia
L’indennità massima è di €500
Sardegna
L’indennità massima è di €600
Il tirocinante viene retribuito anche nel caso in cui usufruisca di ammortizzatori sociali
Settembre 24, 2022
Buoni Pasto
Dal 1° ottobre i buoni pasto da spendere per tutto il 2023!
Settembre è sempre un mese caldo per i buoni pasto, perché tante aziende attendono il cambio di scadenza per godere di una dilazione più ampia e avere molto più tempo per spendere i ticket.
Anche quest'anno la stampa dei buoni pasto Up Day con validità 31/12/2023 inizia il 1° ottobre. Fino a quella data la stampa dei buoni ordinati prevede ancora scadenza 31/12/2022. Con l'arrivo dell'autunno, quindi, i buoni pasto avranno una vita lunghissima, ben 15 mesi.
Il cambio di validità dei buoni pasto riguarda i ticket per le aziende private e riguarda sia i buoni pasto cartacei che quelli elettronici, anche per quelli effettuati sulla piattaforma e-commerce DayShop.
Non cambiano le altre caratteristiche del servizio promosso da Up Day. Da qualche anno sono cambiate alcune indicazioni in merito all'utilizzo dei ticket. Per questo ricordiamo le novità introdotte dal Decreto n. 122 del Ministero dello Sviluppo Economico. La normativa in vigore da poco prevede la cumulabilità di spesa fino a 8 buoni pasto contemporaneamente. Ogni utilizzatore quindi può godere di un potere d'acquisto quotidiano più ampio, fermo restando il diritto a un ticket al giorno, per ogni giorno di lavoro effettivo.
Quali aziende possono comprare buoni pasto per la pausa pranzo dei loro dipendenti?
Non solo le grandi imprese, come qualcuno erroneamente pensa, ma qualsiasi azienda, anche con un solo dipendente può godere dei vantaggi fiscali previsti.
L'Assistenza Clienti Day è a disposizione per informazioni dettagliate sulla scadenza dei buoni pasto:
1° ottobre, rinnovata scadenza dei buoni pasto