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Converti Cadhoc in Gift Card Mediaworld
Febbraio 22, 2023
Buoni Acquisto

Cadhoc per Mediaworld: scegli tu se spendere sul sito o nel punto vendita

Novità per il partner Mediaworld. Puoi convertire i tuoi buoni acquisto Cadhoc in Gift Card Mediaworld, utilizzabili sia sul sito e-commerce Mediaworld.it che nei punti vendita Mediworld di tutta italia. Si tratta di una innovazione attesa dai numerosi utilizzatori dei buoni regalo Cadhoc proposti da Day gruppo Up, strumento ideale per incentivare, fidelizzare e motivare collaboratori, clienti e fornitori. Cadhoc può essere speso direttamente in più di 30.000 partner di prestigiosi brand come Amazon, Zalando e appunto Mediaworld. Oggi scopriamo nel dettaglio come utilizzare Cadhoc per fare acquisti con Mediaworld. Come trasformare i buoni acquisto Cadhoc in Gift Card Mediaworld Registrandoti sulla app “Buoni Up Day” o sul portale dedicato agli utilizzatori delle soluzioni Up Day, puoi gestire i Buoni Acquisto Cadhoc in maniera semplice e pratica. Se utilizzi già la soluzione Buoni Pasto o Welfare all’interno della app, non occorre fare una nuova registrazione. Se invece non sei ancora registrato, in pochi passaggi puoi attivare il tuo account Up Day. Ti basterà scaricare dagli store la app o accedere al portale.   Se la tua azienda ti ha regalato dei buoni Cadhoc cartacei e vuoi convertirli in gift card Mediaworld, come prima cosa dovrai caricare i tuoi buoni in Wallet. Accedi alla sezione "Carica buono" e inserisci N°di serie e PIN che trovi sul buono. In HOME visualizzi il valore totale dei buoni caricati. Per attivare Cadhoc digitale ed iniziare lo shopping clicca sul pulsante "SOLUZIONI" in alto a destra e seleziona “AGGIUNGI PRODOTTO” sotto la voce "Buoni Acquisto". Inserisci il Codice Fiscale ed il Codice di Attivazione che hai ricevuto via mail e clicca su “CONFERMA”. Questa operazione ti verrà chiesta solo la prima volta. In HOME visualizzi subito l’importo a tua disposizione.   Da buoni acquisto Cadhoc a Gift Card Mediaworld Dopo aver attivato i buoni Cadhoc puoi entrare nella sezione GIFT CARD e utilizzarli per acquistare le gift card Mediaworld. Qui puoi selezionare le gift card tra i tagli a disposizione. Verrà scalato dal tuo Wallet il valore di pari importo. (ATTENZIONE: in caso di soli buoni caricati, dovrai selezionare un valore di buoni carburante pari all'importo del buono Cadhoc, in quanto i buoni Cadhoc caricati non sono frazionabili). Una volta effettuato l’acquisto trovi le gift card aquistate nel tab “UTILIZZA”. Per visualizzare la gift card e le relative istruzioni clicca su “APRI GIFT CARD”. Puoi scegliere se utilizzare la Gift Card Mediaworld per acquisti online o recarti un uno dei tanti punti vendita presenti sul territorio italiano.  
Tirocini e stage: tutto quello che c’è da sapere su rimborsi e buoni pasto
Dicembre 05, 2022
Buoni Pasto

Tirocini e stage: tutto quello che c’è da sapere su rimborsi e buoni pasto

Il tirocinio, o stage, è uno strumento utile ai giovani per inserirsi nel mondo del lavoro. In questa guida abbiamo raccolto tutte le risposte alle domande sulla retribuzione per le varie tipologie di tirocinio, compreso il diritto a ricevere o meno i buoni pasto. Quanto dovrebbe essere retribuito per legge uno stage o un tirocinio? Fino a qualche anno la risposta a questa domanda la potevano dare solo le aziende, che decidevano autonomamente se dare o non dare agli stagisti e ai tirocinanti un rimborso più o meno consono al loro contributo all’attività. Dopo anni e anni di abusi e di sfruttamento indiscriminato di giovani neolaureati ed alle prime armi, nel 2013 la riforma Fornero ha imposto che ad ogni tirocinio “formativo e di orientamento” debba corrispondere una qualche forma di rimborso spese, lasciando poi ai consigli regionali la responsabilità di definire le modalità e gli standard delle indennità di questi lavoratori con contratti atipici. Con la legge di Bilancio 2022, poi, sono state introdotte delle ulteriori novità riguardanti la retribuzione del tirocinio extracurricolare. Vuoi saperne di più sulla retribuzione e sui benefit che spettano a coloro che svolgono un tirocinio? In questa guida trovi tutte le informazioni che ti servono. Qual è la differenza tra stage, tirocinio curricolare e tirocinio extracurricolare? Tirocinio curricolare: cos’è? Tirocinio extracurricolare: cos’è? Tirocinio extracurricolare: cosa dice la normativa? Stage e buoni pasto: i tirocinanti possono riceverli? Tirocinio extracurricolare: la mappa dei rimborsi Qual è la differenza tra stage, tirocinio curricolare e tirocinio extracurricolare? Chi vuole avvicinarsi al mondo del lavoro e ha poca esperienza può rimanere confuso nel sentir parlare di stage, tirocini curricolari ed extracurricolari, alternanza scuola-lavoro e così via. Se, infatti, tutti questi termini si riferiscono a dei tirocini formativi pensati per far acquisire ai giovani competenze pratiche e aiutarli ad inserirsi nel mondo del lavoro, questi strumenti hanno delle notevoli differenze, sia per quanto riguarda le modalità di attuazione, sia per quanto riguarda l’eventuale retribuzione dovuta al tirocinante durante il suo periodo di formazione presso un’azienda. Iniziamo subito col dire che stage è un altro termine che viene utilizzato per indicare il tirocinio, sia curricolare sia extracurricolare. La vera differenza è tra i due tipi di tirocinio: Il tirocinio curricolare; Il tirocinio extracurricolare. Tirocinio curricolare: cos’è? Il tirocinio o stage curricolare è una modalità di lavoro che si svolge all’interno di un percorso formativo ed è promosso direttamente dagli enti scolastici. Uno studente, quindi, svolge lo stage o tirocinio curriculare mentre sta ancora studiando: in questo modo ha la possibilità di fare esperienza sul campo, acquisire nuove competenze che vadano ad arricchire il CV e verificare che quelle già acquisite siano funzionali al lavoro pratico. Trattandosi di un progetto formativo finalizzato al completamento di un percorso di studi, il tirocinio o stage curriculare non è considerato come un convenzionale rapporto lavorativo subordinato, pertanto non prevede il diritto a ricevere alcuna retribuzione. Per l’attivazione di un tirocinio curricolare, tuttavia, tra soggetto promotore, soggetto ospitante e tirocinante devono stipulare un’apposita convenzione e predisporre di un piano formativo condiviso. Della categoria dei tirocini curricolari fa parte anche l’alternanza scuola-lavoro promossa nella scuola secondaria di secondo grado per aiutare gli studenti ad inserirsi nel mondo del lavoro.   Tirocinio extracurricolare: cos’è? Il tirocinio extracurricolare è uno stage che ha la finalità di aiutare i giovani o i disoccupati ad inserirsi o a reinserirsi nel mondo del lavoro. Secondo la normativa, si possono individuare tre tipologie di tirocini extracurricolari: tirocini formativi e di orientamento. Sono percorsi finalizzati ad agevolare le scelte professionali e l'occupabilità dei giovani nel periodo di transizione tra scuola e lavoro. Questo tipo di tirocinio si rivolge alle persone che hanno conseguito un titolo di studio entro e non oltre 12 mesi; tirocini di inserimento/reinserimento al lavoro. Sono percorsi che hanno la finalità di aiutare le persone a inserirsi, o reinserirsi, nel mondo del lavoro. Sono rivolti principalmente a disoccupati (anche in mobilità) e inoccupati. Possono prendere parte a questi tirocini anche i lavoratori che si trovano in regime di cassa integrazione tirocini di orientamento e formazione o di inserimento/reinserimento in favore di disabili di cui all'articolo l, comma l, della legge n. 68/99, persone svantaggiate ai sensi della legge n. 381/91 nonché richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Tirocinio extracurricolare: cosa dice la normativa? L’istituto del tirocinio è regolamentato in maniera generale dall’articolo 18 della Legge 196/1997. Nel 2012, con la Legge 92/2012, la definizione delle linee guida in materia di tirocini è stata demandata alle regioni. Nel 2017, la Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano ha emanato le “Linee guida in materia di tirocini formativi e di orientamento”. Tra le regole stabilite da questo documento ci sono: l’individuazione dei soggetti che possono fungere da promotori; i limiti per i soggetti ospitanti, che non possono realizzare più di un tirocinio con il medesimo tirocinante; la durata massima del tirocinio, che non deve essere inferiore ai due mesi (un mese per i tirocini svolti presso le attività stagionali) e non superare i 12 mesi per quanto riguarda i tirocini formativi e di orientamento e per i tirocini di inserimento/reinserimento al lavoro e i 24 mesi per i tirocini svolti da persone con disabilità; i casi in cui il tirocinante può richiedere la sospensione dello stage, che comprendono maternità, malattia e infortunio; le condizioni di attivazione, che prevedono che il tirocinante non possa sostituire i lavoratori subordinati nei periodi di picco dell’attività né il personale assente per maternità, malattia o ferie; le modalità di attivazione e le garanzie assicurative che il soggetto ospitante deve garantire ai tirocinanti; le modalità di attuazione del tirocinio; il numero massimo di stagisti per azienda; le funzioni del tutor che dovrà seguire lo stagista per tutta la durata del tirocinio; l’importo minimo dell’indennità di partecipazione (la retribuzione per lo stage extracurricolare viene fissata autonomamente dalle regioni), che prevede una retribuzione su base mensile non inferiore ai 300 euro lordi. Nel caso in cui i tirocinanti siano lavoratori sospesi o precettori di forme di sostegno al reddito, in quanto fruitori di ammortizzatori sociali, l'indennità non viene corrisposta. L’indennità percepita per la partecipazione a un tirocinio è assimilata ai redditi da lavoro dipendente. Inoltre, la Legge di Bilancio 2022 (Legge 234/2021, art. 1, commi 720-726), ha introdotto delle misure per contrastare gli abusi che possono verificarsi durante lo svolgimento dei tirocini extracurricolari. Stage e buoni pasto: i tirocinanti possono riceverli? Secondo quanto stabilito dalla normativa (Legge 122/2017) a poter usufruire dei buoni pasto sono i lavoratori titolari di un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o determinato e i collaboratori a progetto. Sono esclusi, quindi, coloro che partecipano a uno stage curricolare o extracurricolare. Nulla, però impedisce al datore di lavoro di erogare i buoni pasto anche a coloro che prendono parte a uno stage, tanto che alcune regioni hanno previsto questa possibilità nel definire gli importi minimi e massimi dei rimborsi spettanti agli stagisti. I buoni pasto non sono solo uno strumento di sostegno al reddito ideale per integrare l’indennità di partecipazione, ma anche di un’opportunità per l’azienda di fare employer branding e attirare risorse di valore. Tirocinio extracurricolare: la mappa dei rimborsi Come stabilisce la normativa, la cifra esatta che ciascuna azienda deve corrispondere ai tirocinanti viene decisa dalle singole regioni. Ecco la mappa dei rimborsi per lo stage extracurricolare regione per regione: REGIONE IMPORTO INDENNITÀ ECCEZIONI Valle d’Aosta Indennità minima di €600 per 40 ore settimanali L’importo si riduce se il tirocinante svolge meno di 40 ore di lavoro settimanali Lombardia €500 se il tirocinante svolge almeno l’80 del monte ore mensile L’importo si riduce a 400 euro se allo stagista vengono corrisposti i buoni pasto o può usufruire della mensa aziendale Piemonte Indennità minima di €600 per 40 ore settimanali Per il part time l’indennità minima è di 300 euro Trentino Alto-Adige ·         Provincia autonoma di Trento. L’indennità massima è di €600. ·         Provincia autonoma di Bolzano. In caso di almeno 40 ore di presenza l’indennità oraria è di 4 euro per i maggiorenni e di 3 euro per i minorenni È prevista una maggiorazione di €1,5 se il luogo di lavoro si trova al di fuori del comune di residenza del tirocinante Friuli Venezia-Giulia Indennità minima di €400 per almeno 30 ore settimanali e massima di €500 per 40 ore settimanali L’importo è innalzato a €800 se il tirocinio è svolto presso un soggetto appartenente alla pubblica amministrazione Veneto Indennità minima di €450 se il tirocinante svolge almeno il 70% del monte ore settimanale In caso vengano corrisposti i buoni pasto, l’importo minimo dell’indennità scende a €350 Liguria Per l’impiego full time l’indennità è di 500 euro oppure di €400 più un rimborso spese di €100 In caso di presenza tra il 50 e il 69% l’importo viene ridotto a €250 Emilia-Romagna L’indennità è pari a €450 mensili Toscana L’indennità è pari a €500 mensili Lazio L’indennità è pari a € 800 mensili a fronte di una frequenza minima del 70% del monte ore previsto dal CCNL di riferimento Campania L’importo dell’indennità minima è fissato a €500 Marche Al tirocinante spetta un’indennità minima di €400 mensili che sale a €500 se il monte ore è di almeno 30 ore settimanali Umbria Indennità minima di €400 per 40 ore settimanali Abruzzo L’indennità corrisponde a €500 mensili Basilicata Indennità minima di €600 mensili Molise ·         Per i tirocini formativi l’Indennità massima è di €450 per 30 ore settimanali. ·         Per i tirocini di inserimento/reinserimento l’indennità massima è pari a €400 per il part-time e ad €600 per il full time. Puglia Indennità minima €450 mensili Calabria Indennità minima di €400 mensili Sicilia L’indennità massima è di €500 Sardegna L’indennità massima è di €600 Il tirocinante viene retribuito anche nel caso in cui usufruisca di ammortizzatori sociali  
Settembre 24, 2022
Buoni Pasto

Dal 1° ottobre i buoni pasto da spendere per tutto il 2023!

Settembre è sempre un mese caldo per i buoni pasto, perché tante aziende attendono il cambio di scadenza per godere di una dilazione più ampia e avere molto più tempo per spendere i ticket. Anche quest'anno la stampa dei buoni pasto Up Day con validità 31/12/2023 inizia il 1° ottobre. Fino a quella data la stampa dei buoni ordinati prevede ancora scadenza 31/12/2022. Con l'arrivo dell'autunno, quindi, i buoni pasto avranno una vita lunghissima, ben 15 mesi. Il cambio di validità dei buoni pasto riguarda i ticket per le aziende private e riguarda sia i buoni pasto cartacei che quelli elettronici, anche per quelli effettuati sulla piattaforma e-commerce DayShop. Non cambiano le altre caratteristiche del servizio promosso da Up Day. Da qualche anno sono cambiate alcune indicazioni in merito all'utilizzo dei ticket. Per questo ricordiamo le novità introdotte dal Decreto n. 122 del Ministero dello Sviluppo Economico. La normativa in vigore da poco prevede la cumulabilità di spesa fino a 8 buoni pasto contemporaneamente. Ogni utilizzatore quindi può godere di un potere d'acquisto quotidiano più ampio, fermo restando il diritto a un ticket al giorno, per ogni giorno di lavoro effettivo. Quali aziende possono comprare buoni pasto per la pausa pranzo dei loro dipendenti? Non solo le grandi imprese, come qualcuno erroneamente pensa, ma qualsiasi azienda, anche con un solo dipendente può godere dei vantaggi fiscali previsti. L'Assistenza Clienti Day è a disposizione per informazioni dettagliate sulla scadenza dei buoni pasto: 1° ottobre, rinnovata scadenza dei buoni pasto    
Buono pasto elettronici come utilizzarli
Giugno 06, 2022
Buoni Pasto

Buoni Pasto Elettronici: ecco come si usano

I buoni pasto elettronici rappresentano l’evoluzione dei buoni cartacei. Vengono caricati su una card elettronica e possono essere utilizzati esattamente nello stesso modo dei ticket classici. Ecco una pratica guida sui buoni pasto elettronici, per aiutarti a capire come funzionano e come si usano. I buoni pasto elettronici sono l’alternativa pratica e conveniente ai buoni pasto cartacei: sicuri, facili da usare, sono spendibili in tutti gli esercizi convenzionati che li accettano come metodo di pagamento. Scopri tutto quello che c’è da sapere sui buoni pasto elettronici. Cosa sono i buoni pasto elettronici? Buoni pasto elettronici: qual è il trattamento fiscale? Come funzionano i buoni pasto elettronici? Come si ricaricano i buoni pasto elettronici? Come attivare i buoni pasto elettronici? Per gli esercizi commerciali: come accettare i buoni pasto elettronici? Cosa sono i buoni pasto elettronici? Spesso le aziende, per migliorare le politiche di welfare aziendale, offrono ai dipendenti tutta una serie di benefit che risultano vantaggiosi sia per le imprese stesse, sia per i dipendenti. Uno dei benefit più diffusi, insieme al telefono e all’auto aziendale, è rappresentato dai buoni pasto: un vero e proprio servizio sostitutivo di mensa che viene erogato ai lavoratori che si trovano a mangiare spesso fuori casa a causa del lavoro. Fin dalla loro comparsa, i buoni pasto sono stati erogati al dipendente sotto forma di voucher numerati raccolti in carnet. L’uso sempre più diffuso della moneta elettronica, la necessità di sprecare meno carta e la maggiore praticità delle carte elettroniche hanno portato, negli anni, a un’evoluzione questo strumento di pagamento. Così i buoni pasto cartacei sono diventati elettronici. I buoni pasto elettronici, quindi, sono dei buoni pasto dematerializzati, che funzionano nella stessa maniera e possono essere usati nello stesso modo dei buoni cartacei. Oggi, sono sempre di più le aziende che, per andare incontro alle esigenze aziendali e dei lavoratori, scelgono di abbandonare i ticket cartacei per offrire ai propri dipendenti quelli elettronici. Si tratta, infatti, di una soluzione che offre maggiori vantaggi rispetto a questi ultimi, dai costi di acquisto e di gestione alle tasse. Il loro utilizzo è regolamentato dalla stessa normativa che regolamenta l’uso dei buoni pasto cartacei: il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n°122 del 2017. Differenza tra buoni pasto elettronici e buoni cartacei Anche se il principio di funzionamento dei buoni pasto elettronici è lo stesso dei cartacei, ci sono comunque delle differenze tra i due mezzi di pagamento. Vediamo quali sono le principali: i buoni pasto elettronici vengono caricati su una carta elettronica con microchip o banda magnetica, invece di essere raccolti in carnet; la soglia di esenzione dalla tassazione retributiva e contributiva è più alta rispetto a quella fissata per i cartacei; con i buoni pasto elettronici si può tenere traccia delle spese e dei pagamenti effettuati con questi ultimi; il datore di lavoro può decidere di limitare l’utilizzo dei buoni pasto elettronici che hanno la funzione di mensa aziendale diffusa (ad esempio, potrebbe ridurre la soglia di cumulabilità, oppure limitarne l’uso alle sole giornate lavorative); in caso di smarrimento della card su cui sono caricati i buoni, è possibile bloccarla, richiederne una nuova e recuperare tutti i buoni pasto perduti. Quello che rimane uguale, invece, rispetto ai buoni cartacei è: il numero di buoni erogato mensilmente, che dipende sempre dai giorni effettivamente lavorati dal dipendente; la possibilità di cumularli: come per i buoni cartacei, anche i buoni elettronici sono cumulabili fino a un massimo di 8 ticket al giorno; la possibilità di utilizzarli presso qualsiasi esercizio commerciale convenzionato per acquistare pasti già pronti da consumare; il fatto che, per il lavoratore,  non ci sia un limite di spesa, se non quello dato dal numero di buoni cumulabili; il divieto di utilizzo della card da parte di persone diverse dal titolare; il divieto di convertire il buono digitale in denaro contante. Alcune delle maggiori differenze tra buoni pasto elettronici e cartacei rappresentano anche alcuni dei vantaggi dell’uso dei primi rispetto all’impiego dei secondi: se i buoni pasto cartacei hanno una soglia di esenzione dal reddito imponibile di soli 4 euro, quelli elettronici non concorrono alla formazione del reddito fino a che non superano gli 8 euro a ticket. Ciò significa ottenere un risparmio notevole, anche rispetto al versamento dei buoni pasto direttamente in busta paga, e avere a disposizione buoni che garantiscono un maggiore potere d’acquisto. Inoltre i ticket elettronici non si deteriorano e sono meno soggetti a furti e smarrimenti. Buoni pasto elettronici: qual è il trattamento fiscale? I buoni pasto elettronici sono soggetti allo stesso trattamento fiscale dei ticket restaurant cartacei. Ciò significa che, come i buoni pasto cartacei, vengono considerati fringe benefit e tassati allo stesso modo. Cosa significa questo? Significa che hanno diritto all’esenzione fiscale fino al tetto massimo stabilito dalla legge, che per i buoni pasto elettronici è stata fissata dalla Legge di Bilancio 2020 a 8 euro. Questo vuol dire che un lavoratore dipendente che riceva dal datore di lavoro buoni pasto di importo inferiore agli 8 euro non dovrà pagare le tasse né versare i contributi previdenziali. L’adozione dei buoni pasto elettronici comporta vantaggi e agevolazioni fiscali anche per l’azienda, non solo per i suoi collaboratori. Come accade per i lavoratori, infatti, anche per il datore di lavoro i buoni elettronici sono esentasse fino alla soglia di 8 euro a ticket e non dovrà versare né INPS, né IRAP. Per le aziende che erogano ai collaboratori i buoni pasto elettronici alla totalità dei lavoratori o a una categoria omogenea degli stessi, anche per rispettare gli accordi stabiliti dal CCNL e dalla contrattazione coi sindacati, gli importi spesi per acquistarli sono deducibili al 100%. Un altro vantaggio per le imprese è l’IVA agevolata al 4% sul loro acquisto. Come funzionano i buoni pasto elettronici? Il funzionamento dei buoni pasto elettronici è estremamente semplice. Più semplice, forse, rispetto all’utilizzo dei buoni cartacei. Per usarli, infatti, non serve staccarli dal blocchetto e firmarli: al momento di pagare, basta consegnare la propria carta elettronica all’esercente, che la inserirà nell’apposito POS e scalerà l’importo dovuto. A pagamento avvenuto, il POS rilascia uno scontrino su cui è indicato lo stato della transazione (se è andata o meno a buon fine), il valore dei buoni utilizzati e il numero di buoni residui. Nel caso il valore dei buoni spesi sia inferiore all’importo dovuto, sullo scontrino verrà anche registrato il contributo in denaro da versare. Come per gli acquisti fatti con i buoni cartacei, anche quelli effettuati con buoni elettronici non danno diritto a ricevere il resto, se l’importo dei buoni utilizzati supera quello dovuto. Anche con i buoni elettronici si può fare la spesa oppure acquistare pasti già pronti durante la pausa pranzo negli esercizi convenzionati (bar, ristoranti, tavole calde, self- service, gastronomie, supermercati). Tra i prodotti che si possono comprare non ci sono solo i pasti pronti, ma anche generi alimentari di vario tipo. Restano esclusi, solitamente, i prodotti non alimentari e gli alcolici. Grazie alla App Buoni Up Day, è possibile tenere traccia delle spese effettuate con i buoni pasto elettronici, dell’importo ancora disponibile sulla card e generare un codice che permette di pagare presso gli esercenti abilitati senza portarsi dietro la card. Sia la App, che il portale utilizzatori Up Day offrono la possibilità di trovare i locali dove si possono spendere i buoni pasto erogati dalla propria azienda e di sapere se accettano o meno i ticket elettronici. Come si ricaricano i buoni pasto elettronici? Per poterli utilizzare, i buoni pasto elettronici devono essere caricati sull’apposita carta. Ricaricare periodicamente i buoni pasto elettronici è, per l’azienda, molto semplice. Mentre in passato il dipendente riceveva un nuovo carnet di ticket all’inizio di ogni mese, con i buoni pasto elettronici è sufficiente che la card venga usata in uno qualsiasi dei POS abilitati per effettuare l’operazione di ricarica. Ciò sarà possibile solo dopo che il datore di lavoro avrà stabilito la quantità di buoni che spetta al collaboratore, facendo il calcolo dei giorni lavorativi del mese precedente, e avrà caricato l’importo corrispondente sulla carta. Al termine dell’operazione, il POS emetterà uno scontrino in cui viene specificato il numero di buoni caricati sulla card. I POS per i buoni pasto elettronici dove effettuare la ricarica si trovano sia negli esercizi convenzionati, sia negli uffici preposti della propria azienda. Come attivare i buoni pasto elettronici? Le modalità di attivazione dei buoni pasto in formato elettronico coincidono con quelle di ricarica. Dopo che l’azienda ha deciso di erogargli i buoni pasto elettronici, al dipendente viene consegnata una tessera elettronica personale che riporta i seguenti dati: il codice fiscale o la ragione sociale del datore di lavoro e della società emettitrice; il valore facciale espresso nella valuta corrente; il termine di utilizzo (scadenza); un codice identificativo che sostituisce l’obbligo di firma. La card viene consegnata già attiva, ma senza che su di essa siano ancora stati caricati i buoni pasto. Per conoscere lo stato della card, occorre comunque registrarla sul portale o sull’App della società emettitrice, così da avere tutte le informazioni su di essa e sul numero di buoni che si ha diritto a ricevere. Affinché i ticket elettronici vengano caricati sulla nuova card, bisogna poi recarsi presso l’ufficio preposto della propria azienda o presso uno degli esercenti convenzionati e chiedere che venga effettuata l’operazione di ricarica. Per gli esercizi commerciali: come accettare i buoni pasto elettronici? A differenza del buono pasto cartaceo, che può essere accettato dagli esercenti affiliati semplicemente ritirandolo dal cliente al momento del pagamento, per poter accettare i buoni pasto elettronici un esercente deve essere in possesso di uno speciale POS, dedicato solamente a questo tipo di operazione o di un Sistema integrato di lettura alle casse. Dopo aver stipulato il contratto di convenzione con la società emettitrice dei buoni, sarà lei stessa a fornire all’esercizio il terminale per i buoni pasto elettronici. Da qualche anno, grazie ad un accordo raggiunto tra alcune delle società che si occupano di emettere i buoni pasto, con un solo POS è possibile accettare i buoni elettronici non solo di Day, ma anche di altre realtà che operano in questo settore. Una volta in possesso del POS, si potranno accettare con facilità i pagamenti effettuati tramite i buoni pasto: sarà sufficiente inserire la card del cliente all’interno del terminale e selezionare l’importo dovuto per far partire la transazione. I buoni scalati dalla carta saranno immediatamente trasmessi alla società che li emette. Un’operazione molto più snella, rispetto a quella che si effettua per ritirare i buoni cartacei, che per essere validati devono essere inviati alla società emettitrice oppure scansionati uno per uno con l’apposita App.
Assistente virtuale
Luglio 02, 2021
News

Cerchi una soluzione? Ti risponde il nostro Assistente Virtuale

Up Day ha introdotto una soluzione semplice ed efficace che, tramite sito web e applicazione mobile, consente ai propri utenti di trovare rapidamente e in autonomia le soluzioni ai loro problemi di assistenza più comuni. Un assistente virtuale che facilita la comunicazione tra azienda e utilizzatori finali del servizio, permettendo una prima scrematura delle richieste di assistenza verso il customer service di Day, in modo da favorire una gestione automatica ed efficiente dei problemi più frequenti e permettere al Customer Care di concentrarsi sulle richieste a maggior valore aggiunto per il cliente. Soluzione Indigo.ai ha realizzato per Up Day un assistente virtuale dotato di Intelligenza Artificiale raggiungibile tramite widget web e applicazione mobile in grado di rispondere alle principali e più comuni richieste di assistenza. Il bot è perfettamente integrato con i sistemi di Up Day: questo gli consente di conoscere in anticipo le informazioni e i problemi dell’utente, offrendo risposte diverse a seconda di chi gli sta scrivendo per un’esperienza completamente personalizzata. Il bot oggi automatizza tutte le operazioni più comuni, come ricercare i locali in cui trascorrere la pausa pranzo, ma anche quelle più complesse come attivare la propria card contenente i buoni pasto o ricevere assistenza per gli acquisti online. Risultati 22k Gli utenti unici che hanno interagito con l’assistente nei primi quattro mesi di attività. 180k Il numero di messaggi scambiati tra bot e utenti nei primi quattro mesi di attività 88% La percentuale di richieste a cui il bot è stato in grado di rispondere.    
buoni pasto aziendali vantaggi per i dipendenti
Giugno 14, 2021
Buoni Pasto

Buoni pasto aziendali: perché darli ai dipendenti e quali sono i vantaggi per tutti

I buoni pasto sono uno dei benefit più apprezzati da lavoratori e aziende perché offrono ad entrambi numerosi vantaggi. Ecco quali sono.   I buoni pasto rappresentano uno degli strumenti di welfare aziendale più diffusi. Sono infatti moltissime le imprese che scelgono di offrirli ai propri dipendenti in sostituzione del servizio di mensa. Perché il titolare di un’azienda dovrebbe scegliere di utilizzare uno strumento di questo tipo piuttosto che, ad esempio rimborsare i pasti in busta paga o dare il corrispettivo in denaro in contanti tutti i giorni? Quali sono i vantaggi di cui beneficia un’impresa nel fornire il servizio buoni pasto ai dipendenti? Chiariamo il funzionamento dei buoni pasto e i vantaggi normativi di cui beneficiano dipendenti e imprese, anche alla luce del Decreto n° 122 del 2017, che ne ha modificato i criteri di utilizzo. Chi ha diritto ai buoni pasto? Utilizzo dei buoni pasto: come funziona il servizio sostitutivo di mensa Tutti i vantaggi per dipendenti e aziende Ordinare buoni pasto online? Con Day Shop bastano 4 passaggi!   Chi ha diritto ai buoni pasto? Iniziamo col dire che le aziende non sono obbligate a offrire i buoni pasto ai dipendenti, a meno che tale benefit non sia compreso nei contratti collettivi di categoria. Fatta questa precisazione, vediamo quali lavoratori possono usufruire di questa agevolazione: possono ricevere i buoni pasto tutti i lavoratori dipendenti che ricevano una busta paga, sia che il loro contratto sia a tempo indeterminato, determinato, part-time, o di natura atipica. Ogni lavoratore ha diritto a un buono pasto al giorno per ogni giorno effettivamente lavorato.   Utilizzo dei buoni pasto: come funziona il servizio sostitutivo di mensa? Utilizzare i buoni pasto è davvero molto semplice. Specialmente se si dispone di buoni pasto elettronici, che possono essere gestiti direttamente da un’apposita App. Ogni mese il dipendente riceve un numero di buoni pasto pari al numero di giornate lavorative effettuate nel mese precedente. Il lavoratore può spendere i suoi ticket negli esercizi affiliati, i quali ritirano i buoni come corrispettivo di pagamento per l’acquisto di pasti già pronti o di generi alimentari. Il buono deve essere speso interamente e non dà diritto a resto. Secondo la normativa vigente ogni lavoratore può cumulare fino a un massimo di 8 buoni al giorno.   Tutti i vantaggi per dipendenti e aziende Solitamente, i buoni pasto vengono erogati ai dipendenti dalle aziende che non possono offrire loro un servizio di mensa aziendale, tanto da essere considerati un vero e proprio servizio sostitutivo di mensa. I buoni pasto, tuttavia, non sono l’unica alternativa alla mensa aziendale. Ci sono anche il rimborso delle spese sostenute per i pasti in busta paga e l’indennità sostitutiva di mensa. Queste due opzioni, però, sono spesso accantonate dalle aziende in favore dei buoni pasto e anche i lavoratori preferiscono quest’ultima alternativa. Ma quali sono i motivi per cui i buoni pasto riscuotono tanto successo? Ecco i principali: sostegno al reddito familiare tassazione agevolata aumento del potere d’acquisto deducibilità per le aziende risparmio concreto.   Sostegno al reddito familiare Il buono pasto è un servizio sostitutivo di mensa che rappresenta un sostegno importante al reddito familiare senza che l’azienda incorra in spese accessorie troppo esose. Grazie ad esso, i lavoratori che devono consumare i propri pasti fuori casa per lavoro possono risparmiare sulle spese sostenute per l’acquisto di cibo e destinare maggiori risorse al budget familiare.   Tassazione agevolata La nuova normativa in materia di buoni pasto (Legge di Bilancio 2020) ha stabilito che i ticket siano esenti da tassazione se il loro valore facciale non supera i 4 euro per i buoni cartacei e gli 8 euro per i buoni elettronici. Ciò significa che questo particolare servizio sostitutivo di mensa non concorre a determinare il reddito da lavoro dipendente e non è soggetto al versamento dei contributi. Nel caso un lavoratore riceva dei buoni pasto di importo superiore l’eccedenza viene tassata a norma di legge.   Aumento del potere d’acquisto Quando a un lavoratore viene erogata in busta paga l’indennità di mensa una parte di essa viene erosa dalle tasse e dai contributi, perché l’importo concorre per intero alla formazione del reddito da lavoro dipendente. Se, al posto dell’indennità in denaro il lavoratore riceve i buoni pasto, questi non verranno considerati come reddito da lavoro dipendente e non saranno soggetti a tassazione e oneri previdenziali. Ciò vuol dire che il lavoratore potrà disporre dell’intera somma ricevuta dal datore di lavoro.   Deducibilità per le aziende Un’azienda che sceglie di acquistare buoni pasto per i propri dipendenti ha il vantaggio di fornire un servizio che è totalmente deducibile e risparmiare, quindi, sui costi di gestione del personale. L’unico onere che deve sostenere è l’IVA agevolata al 4%, che è detraibile per intero (l’aliquota IVA è al 10% se ad acquistare i buoni pasto sono liberi professionisti, titolari d’azienda e soci, imprese individuali). Le agevolazioni fiscali per le aziende, però, non si fermano alla detraibilità dell’IVA. Le imprese possono dedurre dalle tasse l’intero importo speso per l’acquisto dei buoni pasto ai dipendenti. I casi in cui è ammessa questa agevolazione sono due: se l’azienda eroga i buoni pasto per rispettare i vincoli del contratto collettivo di settore; quando un’impresa decide di erogare i buoni su base volontaria alla totalità dei dipendenti o a una categoria omogenea di lavoratori.   Ecco alcuni dei riferimenti normativi che regolamentano l’esenzione dalla tassazione dei buoni pasto: DL 112/2008, art. 83, comma 28 bis, per aliquota IVA agevolata al 4%; Circolare Ministeriale 6/E del 3/3/2009, legge per la deducibilità; legge 133/2008, che modifica l’art. 19 bis 1 del DPR 633/72 dal 1/9/2008 per la detraibilità dell’IVA anche sui buoni pasto elettronici.   Risparmio concreto Sul sito ufficiale Day Gruppo Up è possibile effettuare una comparazione della spesa del buono pasto con il rimborso in busta paga in base al numero di dipendenti e al valore scelto. Nella tabella che trovi di seguito, puoi vedere un esempio del risparmio che ottengono sia l’azienda che i dipendenti scegliendo i buoni pasto: Buono Pasto Elettronico Denaro in Busta Paga Valore del buono pasto/somma erogata in busta paga €8 €8 INPS a carico dell’azienda (circa i 30%) €0,00 €2,40 INPS a carico del dipendente (9,19%) €0,00 €0,74 TFR, rateo 13ma, rateo 14ma (a carico dell’azienda) €0,00 €1,93 Irap 3,9% (a carico dell’azienda) €0,00 €0,48 Irpef dipendente (aliquota 23%) €0,00 €1,96 Irpef dipendente (aliquota 27%) dovuta solo in caso l’importo del buono pasto superi il valore facciale di €8, come previsto dall’articolo 51 del TUIR €0,00 €0,00 Numero buoni erogati al dipendente all’anno 220 220 Costo aziendale annuo €1760 €2817,46 Importo spendibile dal lavoratore €8 €5,30   Come puoi vedere, buoni pasto rappresentano la soluzione ideale per erogare degli incentivi ai collaboratori senza che queste agevolazioni pesino troppo sulle casse dell’azienda.   Ordinare buoni pasto online? Con Day Shop bastano 4 passaggi! Acquistare i buoni pasto da una società emittente è molto semplice. Lo si può fare anche in autonomia. Con Up Day si può sperimentare il servizio Day Buoni Pasto direttamente tramite un acquisto sul sito e-commerce Dayshop. E’ pratico, sicuro e veloce. Dayshop è il primo store virtuale per questo tipo di servizi, nato nel 2007. Ti basta seguire quattro semplici step per ordinare i tuoi buoni pasto; una volta completato l’ordine, li riceverai in pochi giorni.
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